Terremoto: i soccorritori ostacolati dal freddo, cresce ancora il bilancio delle vittime

- di: Redazione
 
Migliaia di soccorritori stanno lavorando ininterrottamente, sulle macerie delle case venute giù, lunedì, tra Turchia e Siria, per i violenti terremoti che hanno colpito una vastissima area e che hanno provocato la morte di oltre ottomila persone. Anche se il bilancio finale potrebbe essere molto più alto. Quella dei soccorritori è una lotta contro il tempo per raggiungere i sopravvissuti prima che soccombano al freddo che sta attanagliando la Turchia meridionale e la Siria settentrionale. Le Nazioni Unite affermano che stanno "esplorando tutte le strade" per ottenere rifornimenti alla Siria nord-occidentale controllata dai ribelli e hanno erogato 25 milioni di dollari dal loro fondo di emergenza per aiutare a dare il via alla risposta umanitaria in Turchia e Siria.

Terremoto: i soccorritori ostacolati dal freddo, cresce ancora il bilancio delle vittime

Il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha affermato che la strada che porta al valico di frontiera di Bab al-Hawa dalla Turchia al nord della Siria è stata danneggiata, interrompendo temporaneamente la consegna degli aiuti al nord-ovest controllato dai ribelli. Ha comunque aggiunto che il valico - l'unico attraverso il quale gli aiuti delle Nazioni Unite possono entrare nell'area - "è in realtà intatto". Dujarric ha affermato che le Nazioni Unite stanno preparando un convoglio per attraversare le linee di conflitto all'interno della Siria. Ma ciò richiederebbe probabilmente un nuovo accordo con il governo del presidente Bashar Assad, che ha assediato le aree controllate dai ribelli durante la guerra civile. In Turchia, ha affermato Dujarric, i rifugiati siriani costituiscono più di 1,7 milioni dei 15 milioni di persone che abitano le 10 province colpite dal terremoto.

Il ministro turco della Sanità, Fahrettin Koca, ha dichiarato che 1.846 persone sono state soccorse nella provincia di Hatay a partire da martedì sera. Parlando da Hatay, Koca ha detto che 1.647 sono stati uccisi e 6.200 feriti nella sola città, che ha subito il maggior numero di vittime tra tutte le province colpite. Il governo turco è stato oggetto di critiche da parte dei sopravvissuti di Hatay e sui social media per non aver inviato squadre di soccorso adeguate nella provincia abbastanza velocemente. Accusa che la presidenza della Repubblica ha respinto come disinformazione, sottolineando che solo a Hatay sono crollati 2.749 edifici e che il numero potrebbe aumentare. Sono presenti quasi 3.000 soccorritori e il numero raddoppierà entro mercoledì. A complicare i soccorsi c'è anche il fatto che la pista del locale aeroporto è stata danneggiata e resa inagibile dal terremoto.

Il governo turco afferma che la sua priorità più urgente è portare squadre di soccorso nelle città più difficili da raggiungere. Per oggi è prevista la partenza, da Israele, di un gruppo di medici e ingegneri che allestiranno un ospedale da campo. Il team comprenderà circa 230 persone, tra medici militari, infermieri e paramedici.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che 13 milioni degli 85 milioni di persone del Paese sono stati colpiti e ha dichiarato lo stato di emergenza in 10 province. E' stato intanto spento l'incendio scoppiato nel porto di Iskerdun, secondo quanto comunicato dal Ministero della Difesa. Anche se le immagini, trasmesse sui circuiti internazionali, sembrano smentire che le fiamme siano state completamente domate.
Anche l'Ucraina, nonostante le difficoltà che vive per l'invasione russa, invierà una squadra di ricerca e soccorso di 87 persone, in base al decreto emesso dal presidente Volodymyr Zelensky. Pure la Grecia, che pure ha rapporti tesi con la vicina Turchia, ha inviato una squadra di soccorritori e attrezzature di soccorso e ha promesso di fornire altro.

"Credo di parlare a nome di tutti i miei colleghi del parlamento greco nell'esprimere il mio più profondo dolore per le numerose vittime dei potentissimi terremoti che hanno colpito la Turchia da ieri mattina", ha detto martedì il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, rivolgendosi ai deputati che hanno applaudito quando ha annunciato che si stava preparando ulteriore assistenza.
L'Unesco afferma di aver intrapreso un'indagine preliminare sui danni ai siti del patrimonio nelle aree colpite dal terremoto, con l'obiettivo di contribuire a metterli in sicurezza e stabilizzarli rapidamente. L'agenzia delle Nazioni Unite è "particolarmente preoccupata per la situazione nell'antica città di Aleppo" in Siria, che è nella lista del patrimonio mondiale in pericolo. “Danni significativi sono stati notati nella cittadella. La torre occidentale delle mura della città vecchia è crollata e diversi edifici nei suk sono stati indeboliti", si legge nella nota.

Il vicepresidente turco Fuat Oktay ha reso noto che finora sono arrivate circa 3.294 squadre di ricerca e soccorso provenienti da 14 Paesi e sono già operative nelle province più colpite (Hatay, Kahramanmaras e Adiyaman). Oktay ha anche elencato i Paesi che hanno inviato squadre di soccorritori: Repubblica Ceca, Francia, Malta, Paesi Bassi, India, Polonia, Algeria, Italia, Moldavia, Albania, Israele, Uzbekistan, Ungheria, Germania, Serbia, Slovacchia, Qatar, Gran Bretagna e Russia.
Anche l'Oms si è mobilitata (con tre voli charter di forniture mediche, compresi kit per traumi chirurgici, inviati sia in Turchia che in Siria ).
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