No Gimbo! Gianmarco Tamberi verso il ritiro: il salto più difficile della sua carriera

- di: Giulia Caiola
 

"Forse è arrivato il momento di prendere quella decisione...". Una frase, poche parole affidate ai social, e il mondo dello sport italiano trattiene il fiato. Gianmarco Tamberi, l’uomo capace di far saltare in piedi un intero Paese con il suo oro olimpico a Tokyo 2020, sta pensando seriamente al ritiro. Una scelta che, se confermata, chiuderebbe un capitolo straordinario della storia dell’atletica, lasciando dietro di sé un vuoto difficile da colmare.

No Gimbo! Gianmarco Tamberi verso il ritiro: il salto più difficile della sua carriera

Questa volta, però, non si tratta di un ostacolo da superare in pedana, né di una rincorsa perfetta da costruire. È una scelta personale, intima, dettata dalla consapevolezza che il tempo degli atleti non scorre come quello di tutti gli altri. Tamberi ha sempre vissuto con la filosofia del “tutto e subito”, gettando il cuore oltre l’asticella, a costo di cadere. Ma ora, forse, è arrivato il momento di fermarsi, di guardarsi indietro e decidere se ci sia ancora spazio per un ultimo volo.

Le origini di un campione

Per raccontare la storia di Gianmarco bisogna partire da lontano, da Ancona, dove il piccolo Gimbo cresce con la passione dell’atletica che gli scorre nel sangue. Il padre, Marco Tamberi, ex campione e tecnico di livello, è la figura che più di ogni altra lo guida nei primi passi di una carriera che si preannuncia fin da subito brillante. Ma se il talento è di famiglia, il carattere è tutto suo. Tamberi è un atleta fuori dagli schemi, capace di unire spensieratezza e concentrazione assoluta, con quella mezza barba divenuta icona e simbolo di una personalità esuberante.

Dai primi successi giovanili alle affermazioni internazionali, il percorso di Gimbo è un crescendo di emozioni. Il 2016 è l’anno della consacrazione, con la vittoria ai Mondiali indoor di Portland che lo proietta tra i grandi. Tutto sembra pronto per il sogno olimpico di Rio, ma il destino è beffardo: un infortunio gravissimo al tendine lo mette fuori gioco a pochi giorni dalla partenza per il Brasile.

È in quel momento che Tamberi mostra il suo lato più vero: determinazione, resilienza, voglia di rialzarsi. La lunga riabilitazione diventa un viaggio interiore, un percorso fatto di sacrifici e notti insonni, fino al ritorno trionfale in pedana.

Tokyo 2020: il giorno perfetto

Cinque anni dopo Rio, nel pieno della pandemia e con lo sport mondiale che cerca di ritrovare normalità, Tamberi si presenta a Tokyo con un solo obiettivo: l’oro olimpico. La gara è una delle più memorabili della storia dell’atletica: Gimbo salta come non mai, si spinge oltre il limite e conquista l’oro insieme a Mutaz Essa Barshim. Quell’abbraccio sul podio, il sorriso, le lacrime di gioia: immagini che resteranno impresse nella memoria collettiva.

Quell’oro non è solo una vittoria, ma una rivincita personale. È il riscatto dopo anni di sacrifici, l’ultima pagina di un diario iniziato con la scritta “Road to Rio” e finito con una medaglia d’oro a Tokyo.

Le sfide post-olimpiche e i nuovi traguardi

Dopo Tokyo, la carriera di Tamberi prosegue con nuovi successi, ma anche con nuove pressioni. Nel 2022 vince l’oro agli Europei di Monaco e l’anno successivo si laurea campione del mondo a Budapest. Risultati che lo consacrano definitivamente come uno degli atleti più forti di sempre nel salto in alto.

Ma dietro i riflettori si nasconde una realtà più complessa. Gli allenamenti diventano sempre più duri, il corpo inizia a mandare segnali di stanchezza, e la testa è sempre più divisa tra la pista e la vita fuori dallo sport. La moglie, Chiara Bontempi, è un punto fermo, e con lei Tamberi inizia a immaginare un futuro diverso, lontano dalla pedana.

Parigi 2024 sarebbe dovuta essere l’ultima grande avventura, l’occasione per chiudere la carriera con un altro trionfo. Ma una colica renale improvvisa ha mandato in frantumi il sogno di un bis olimpico, lasciandolo svuotato e pieno di interrogativi.

“No Gimbo!”: i tifosi sperano ancora

Negli ultimi mesi, le riflessioni di Tamberi sono diventate sempre più profonde. “Devo riflettere sulla mia vita” aveva detto dopo Parigi, lasciando intendere che il ritiro non fosse più solo un’ipotesi lontana. Eppure, chi lo conosce sa che Gimbo non è tipo da mollare facilmente.

I tifosi, intanto, non ci stanno: sui social l’hashtag #NoGimbo è già virale, con migliaia di messaggi di affetto e speranza che lo spingono a tentare un’ultima rincorsa verso Los Angeles 2028. L’idea di chiudere con un’altra Olimpiade è allettante, ma ogni salto in più è un’incognita, un rischio da valutare con attenzione.

Cosa riserva il futuro?

Se davvero Tamberi deciderà di lasciare, lo farà da leggenda. Ma il futuro potrebbe comunque vederlo protagonista in nuovi ruoli. Il suo carisma, la sua capacità comunicativa e la passione che mette in ogni cosa lo rendono una figura perfetta per rimanere nel mondo dello sport, magari come commentatore, allenatore o ambasciatore per le nuove generazioni di atleti.

Intanto, l’Italia sportiva resta col fiato sospeso. Sarà il momento di dire addio? Oppure ci sarà ancora spazio per un altro capitolo, per un’altra sfida, per un altro salto?

Gimbo, come sempre, deciderà con il cuore. E comunque vada, sarà un successo.

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