Nei talk show sulla pandemia chi dissente è messo all'angolo

- di: Redazione
 
Forse qualcuno s'è chiesto, in questi mesi di pandemia, se è normale, nel corso dei dibattiti televisivi che ormai ci fanno compagnia ad ogni ora e su qualsiasi rete, che si zittiscano anche in modo brusco coloro che dissentono dal pensiero prevalente (e anche scientificamente più fondato).
Quanto accaduto a Cartabianca, trasmissione della terza rete della Rai, condotta da Bianca Berlinguer, ne è un esempio lampante. È successo che il prof.Massimo Galli ha rampognato la sua interlocutrice non vax e no green pass, oltre a essere on dad, Maddalena Loy, non tanto per averlo interrotto - oltre a fare smorfie davanti alla affermazioni del cattedratico -, quanto per le tesi sostenute, tutte ''contro'', a prescindere dagli argomenti.

Com'è trattato il dissenso in tempi di pandemia?

Galli è sbottato con un ''ora stia zitta'' che certo male s'acconcia al suo tradizionale aplomb, ma che è stato anche il segnale che le affermazione di Maddalena Loy avevano sopravanzato il limite di una tesi per finire in una cattiva (o dolosa, a detta di Galli) lettura di dati e percentuali. Va da sé che entrambi sono rimasti graniticamente sulle loro posizioni, come è giusto che sia perché difficilmente qualcuno si fa convincere dalle argomentazioni di un ''avversario''. Ma il cuore della faccenda è un altro, ed è su questo che forse è bene che si apra un dibattito che coinvolga in prima battuta i giornalisti che conducono (o dovrebbero condurre) i talk show che, per loro natura, dovrebbero essere un emiciclo dove tutti siedono e possono parlare e non un pulpito dove il singolo pontifica non accettando contraddittorio.

Restiamo a quel che è accaduto a Cartabianca. Se la redazione ha deciso di invitare uno dei più agguerriti fautori del ''no'' a tutto quel che dovrebbe contrastare la pandemia, avrà messo in conto che lui (nel caso specifico, lei) approfitterà per dire la sua, per spiegare i suoi punti di vista, magari banalizzando alcuni dati e ingigantendo altri, non sempre nel rispetto della scienza e della ragionevolezza.

Non si tratta di una mina vagante, ma, tanto per restare in campo dinamitardo, di un ordigno ad orologeria che prima o poi scoppierà o, caso più concreto, farà scoppiare un altro dei presenti. Cosa che, puntualmente, è accaduto nella trasmissione di Bianca Berlinguer dove il prof.Galli, una volta esaurita la dose di sopportazione, non ha saputo frenarsi, mandando cordialmente a quel Paese (che poi dovrebbe essere il Paese della conoscenza) quella che per lui era una interlocutrice che poco o nulla sapeva di quel che diceva.
Le parole e l'atteggiamento di Galli nei confronti di Maddalena Loy forse erano giustificati. Il punto non è questo, ma se hai qualcuno in studio lo devi contrastare sul piano delle argomentazioni, non arrabbiandoti e alzando la voce.

Una scena che ormai è prassi nei dibattiti televisivi dove l'ospite scientifico (è lì per questo) deve talvolta ribattere a estemporanee interpretazioni di evidenze cliniche, elaborate per sostenere le tesi di chi non crede a nulla.
Però questo modo di portare avanti una trasmissione televisiva che, prima d'ogni cosa, dovrebbe informare, porta in sé una particella inaccettabile, che è quella che tutto giustifica pur di fare spettacolo, quindi audience.
Ieri Bianca Berlinguer ha assistito alla filippica, seppure breve, di Galli senza fermarlo, anche perché in studio e in collegamento Maddalena Loy era ampiamente in minoranza, anzi praticamente da sola.

Forse una parola per riportare il contrasto nei limiti del reciproco rispetto avrebbe ridato dignità al dibattito, di cui hanno parlato siti e giornali solo per il ''cazziatone'' di Galli.
Se inviti qualcuno per partecipare ad una trasmissione o a un dibattito lo fai perché conosci il suo pensiero e, probabilmente, sai già cosa dirà. Ma se gli imponi il silenzio (o consenti a un altro ospite di farlo) contravvieni ad un paio di regole, che non sono solo quelle deontologiche.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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