• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Tajani rilancia lo ius Italiae: “Non è una resa, è una sfida di civiltà”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Tajani rilancia lo ius Italiae: “Non è una resa, è una sfida di civiltà”

Da Manduria, nel cuore della Puglia, Antonio Tajani lancia il guanto di sfida agli alleati di governo. Ma lo fa con il tono del diplomatico, non del provocatore. Con la postura di chi sa che i tempi sono ancora lunghi, ma che il terreno va preparato. Il tema è di quelli caldi e divisivi: la cittadinanza agli stranieri. E Tajani sceglie di chiamarla ius Italiae, non ius scholae, non per addolcirne il significato, ma per restituirle una forma pienamente italiana. “La cittadinanza — dice dal palco del Forum in Masseria — non si regala, si merita. E per meritarla servono dieci anni di scuola italiana, completati con profitto. Il ciclo scolastico che ogni ragazzo italiano deve percorrere.”

Tajani rilancia lo ius Italiae: “Non è una resa, è una sfida di civiltà”

Il leader di Forza Italia marca così la distanza da chi, nella maggioranza, continua a opporsi a ogni ipotesi di riforma. Lo fa evitando toni polemici, ma con chiarezza. “Non arretriamo — avverte —. Non parliamo di regali. Nessun automatismo, nessuna concessione facile. Ma una proposta concreta, razionale, utile al Paese. Serve manodopera qualificata, serve integrazione vera.”

Un tema che attraversa la maggioranza

La proposta, elaborata da tempo dentro Forza Italia, agita da settimane i rapporti tra gli alleati. E la risposta, immediata, arriva soprattutto dalla Lega. “Non passerà mai”, fanno sapere i vertici del partito di Matteo Salvini, ricordando che lo ius scholae non è nel programma elettorale del centrodestra e che la cittadinanza è già regolata da norme chiare. “È stata bocciata anche da un referendum della sinistra”, rincarano. Tajani replica senza alzare i toni: “Non c’è pericolo d’invasione islamica nelle scuole. E togliere il crocifisso per timore è un segno di debolezza, non di dialogo. Dobbiamo essere forti nella nostra identità per poter accogliere davvero.”

Anche Fratelli d’Italia, con Giovanni Donzelli, frena: “La legge attuale è sufficiente. I cittadini chiedono altro.” Tajani, però, insiste: “Dopo l’estate, dopo la manovra, decideremo quando portare avanti la proposta. Ma a farlo sarà la maggioranza, non la sinistra.”

Strategia e identità, nel solco popolare


L’operazione dello ius Italiae è, per Forza Italia, anche una battaglia identitaria. Serve a differenziare il partito dai partner più radicali della coalizione. Tajani lo dice chiaramente: “Il centrodestra deve essere moderno, europeo, inclusivo. Se vogliamo governare a lungo, dobbiamo occuparci dei temi reali: e l’integrazione è uno di questi.” Il leader azzurro descrive il provvedimento come uno strumento di cittadinanza attiva: “Non è una resa al multiculturalismo, è una sfida di civiltà. È dare diritti a chi rispetta doveri, come lo studio, la crescita, l’impegno scolastico”.

Il messaggio è anche al suo stesso partito: Forza Italia, in questa fase, punta a occupare lo spazio del centro liberale e popolare, e a farlo in modo visibile. Ecco perché Tajani parla con forza, sapendo bene che il tema divide e infastidisce una parte dell’elettorato conservatore. Ma sa anche che, senza una proposta autonoma e di respiro, il rischio è quello della marginalizzazione politica.

Una battaglia culturale, più che parlamentare

Sui tempi, il leader azzurro è prudente. “Non vogliamo forzare — dice —, non inseguiamo l’urgenza. Vogliamo convincere. Prima la manovra, poi vedremo. Ma Forza Italia non arretra, e se sarà necessario, cercheremo convergenze anche fuori dalla maggioranza.” Una linea che apre scenari inediti in Parlamento, con una parte dell’opposizione — soprattutto tra i centristi e i riformisti — che guarda con attenzione alla proposta.

Nel frattempo, Tajani costruisce consenso nella società civile. Parla alle famiglie italiane che conoscono quei ragazzi nati qui, cresciuti qui, che si sentono italiani ma non lo sono ancora. E prova a parlare anche ai colleghi di governo, con un linguaggio che evita lo scontro ma non rinuncia alla sostanza.

“L’identità non è chiusura. È la forza per aprirsi senza paura”, dice in chiusura. È una linea sottile, ma netta. Ed è su quella linea che Forza Italia intende camminare. Anche quando fa caldo. Anche quando la strada è in salita.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 30 record
Pagina
5
02/12/2025
Bufera su Hegseth, il ministro che imbarazza perfino Trump
Bufera su Pete Hegseth: dagli attacchi alle barche dei narcos alle indagini del Congresso....
01/12/2025
Manovra 2025: banche nel mirino, intesa vicina tra tasse e liquidità
La manovra 2025 punta a un accordo con le banche: Irap al 2%, possibili contributi in liqu...
01/12/2025
Tajani accelera: “La legge sul consenso va approvata. Basta violenza, è questione culturale”
Antonio Tajani decide di non lasciare margini di incertezza sulla legge sul consenso
01/12/2025
Caso Mps, scoppia la bufera sul ministro Giorgetti
Inchiesta Mps-Mediobanca: opposizione all’attacco, accuse di bancopoli e golden power. La ...
01/12/2025
Trump, nuovi insulti: la spirale che avvelena la politica
Donald Trump rilancia un insulto discriminatorio contro Tim Walz e attacca più giornalisti...
01/12/2025
Regno Unito, Starmer rilancia: meno sussidi, più lavoro per i giovani
Keir Starmer prepara una riforma radicale del welfare britannico dopo il Budget con 26 mil...
Trovati 30 record
Pagina
5
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720