Stellantis isola felice: l'ad Tavares incassa 19 milioni di euro, tra lo sconcerto degli azionisti istituzionali

- di: Redazione
 
Una sfera, forma perfetta, da qualsiasi parte la si guardi, non muta mai. Resta una immagine ''inequivocabile'' sulla quale tutti hanno le medesime percezioni. Un solido che resta eguale a sé stesso sempre, anche se lo si guarda da distanze e angolazioni diverse. Ma è una eccezione perché spesso, troppo spesso, quelle che appaiono come realtà evidenti, e che quindi non possono dare adito a interpretazioni, vengono manipolate, per trovare una spiegazione da usare a proprio uso e consumo.
Insomma un evento che, alla luce dell'evidenza, dovrebbe avere un solo giudizio e che ne trova invece altri. Sta accadendo anche oggi, per argomenti molto materiali, ma che hanno un profondo fondamento etico.
È la querelle scatenata dalle notizie - affatto nascoste, perché parliamo di una società quotata che dovrebbe garantire la massima trasparenza sulle sue dinamiche, comprese quelle legate alla retribuzione dei suoi vertici - sul compenso che lo scorso anno ha incassato il Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, più di 19 milioni di euro.

L'Ad di Stellantis, Carlos Tavares, incasserà una retribuzione da 19 milioni di euro

Una cifra - come si potrebbe definire? ragguardevole? enorme? interessante? imbarazzante? - determinata dallo stipendio (con 1,98 milioni di euro), pari al 19 per cento dell'ammontare complessivo, cui si aggiunge un 81 per cento tra bonus e conseguenze dei risultati conseguiti nell'esercizio delle sue mansioni.
Un gruzzoletto affatto trascurabile che ha fatto insorgere gli azionisti, soprattutto istituzionali, dapprima scandalizzatisi e poi coalizzatisi nel cercare di bloccare il rubinetto del denaro destinato alle tasche di Tavares.

Che, a dire il vero, pur davanti all'evidenza di un compenso forse inopportuno in questo periodo, si è ritrovato ad essere difeso e sostenuto dalla società che, per bocca del suo massimo rappresentante, il presidente John Elkann, ha bollato come false le cifre fatte circolare, commentando che, in ogni caso, l'ammontare della retribuzione è legata ai risultati conseguiti di Stellantis, nata dalla fusione di PSA e FCA.
Come a dire, due soci originari, compensi a ruota libera.

La parole di Elkan, che lasciano intendere comunque una formale presa d'atto delle proteste, sembrano più di facciata perché soprattutto nel mondo della finanza, spietato oltre ogni immaginazione, ci sono due leggi che imperano. La prima è che cane non mangia cane, quindi le difese d'ufficio non sempre sono giustificate o sincere, ma quasi obbligate; la seconda, partendo dal ''lupus est homo homini, non homo'' di Plauto, ha trovato in Thomas Hobbes il suo massimo analista, perché il filosofo inglese ha quasi codificato come sia nella natura dell'uomo essere sempre lupo nei confronti del rivale. Quindi, per riassumere, la spiegazione di Elkan appare abbastanza scontata, soprattutto in un mondo in cui le rivalità sono portare alla massima espressione della competitività, ma non è detto che domani non ci possano essere sorprese.

Ma, si dica quel che si vuole, resta il fatto innegabile, quale che siano le singole voci che ne compongono l'ammontare, che la retribuzione di Tavares è uno schiaffo. E, lo spieghiamo, non perché non la meriti, ma perché è stata decisa e liquidata in un periodo in cui la pandemia ha devastato le economie di tutto il mondo, comprese quelle di Francia e Italia, dove Stellantis, in virtù dei ''natali'' delle società che ne hanno deciso la nascita (anche se il suo cuore batte soprattutto a Parigi), ha interessi che non si fermano solo a quelli economici, avendo PSA e FCA goduto di consistente comprensione ''pubblica'' quando la crisi è stata più forte.

Ma era vietato pensare a rinviare di qualche tempo la liquidazione di una montagna di euro come quelli finiti (o che finiranno) nel portafoglio di Tavares?
Non crediamo che il Ceo di Stellantis, anche se il compenso fosse stato di appena un quarto quello che gli è stato riconosciuto, avrebbe avuto difficoltà ad assicurare alla moglie ed ai figli colazione, pranzo e cena. Eppure, quantificando la cifra, nessuno del Cda di Stellantis è sembrato guardare al di fuori dell'elegante sala delle riunioni, dove, in ogni caso, un croissant e una tazza di caffè i componenti il board li hanno sempre trovati.

E' comunque una questione etica e di rispetto verso chi, con il proprio lavoro, ma anche con i propri sacrifici, determina le fortune di una società come Stellantis che, per avere deciso di pagare all'amministratore delegato 19 milioni di euro, evidentemente naviga in acque tranquille.
Però, come in tutte le favole, anche in quella di Tavares c'è una variabile inattesa, la coincidenza con le presidenziali francesi. Quindi, la notizia della paghetta ha scatenato la reazione - strumentale, sin che si vuole, ma che non può passare inosservata - dei due candidati al ballottaggio per l'Eliseo.

Emmanuel Macron ha fatto, di questa vicenda, un'occasione per riaffermare la sua statura sovranazionale, dicendo che ''bisogna condurre la battaglia a livello europeo perché ci siano remunerazioni che non possano essere esagerate. Bisogna darsi dei plafond e avere una governance per la nostra Europa che renda le cose accettabili, altrimenti la società ad un certo punto esplode. La gente non può avere problemi di potere d'acquisto e vedere poi queste cifre. Siamo su numeri astronomici e senza inquadrarli in una forbice dobbiamo poter mettere un tetto, se lo facciamo a livello europeo può funzionare''. Meno diplomatica Marine Le Pen: "Certo che è scioccante, ma è ancora più scioccante che ci siano imprenditori che hanno messo in difficoltà la loro azienda. Io, però, credo che uno dei mezzi per attenuare queste remunerazioni sproporzionate rispetto alla vita economica sia, forse, di far entrare i dipendenti come azionisti''.

Parole che, dette in questo periodo, sembrano parte di un più ampio dibattito politico.
Ma, quale che sia il vincitore del ballottaggio, chissà se saranno ricordate dopo, quando il futuro presidente francese dovrà dare seguito al suo dichiarato sconcerto.
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Italia Informa n° 2 - Marzo/Aprile 2024
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