Anche la Spagna celebra il fenomeno Zerocalcare

- di: Redazione
 
Un fumettista che non è solo un fumettista o, se più aggrada, che è più che un semplice fumettista. Zerocalcare è un fenomeno che, da squisitamente editoriale, è diventato mediatico, con una serie su Netflix che ha raggiunto picchi di audience che mai altri intrattenitori non attoriali avevano toccato prima.
Oggi anche la Spagna celebra il fenomeno Zerocalcare, con un lungo servizio di El Pais affidato a Tommaso Koch, che ha guardato all'artista italiano con l'equilibrio che un personaggio come Michele Rech (questo il nome del disegnatore) impone per evitare di cadere nell'equivoco di un parnevu della satira.

El Pais celebra il fenomeno Zerocalcare

Invece a Zerocalcare Koch riconosce, oltre alla bravura, anche il coraggio di proporsi ad un pubblico più ampio di quello che compra le copie dei suoi libri, sottoponendosi a lunghissime attese - anche molte ore - per vedere firmata la propria dall'autore. E Koch, in attesa che giunga in Spagna l'ultima opera di Zerocalcare, ricorda che "Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia" è stato, alla fine del 2021, il libro più venduto in Italia, davanti a totem della letteratura mondiale, quali Ken Follet e JK Rowling. Oggi Zerocalcare, come dice Koch, "si misura con il mondo intero: il suo lavoro è in 208 milioni di case, e giornali come The Guardian vogliono parlargli".

"Che casino" - dice il fumettista-autore - "Cerco di fare cose che non mi mettano in imbarazzo, di evitare toni mitomani ed essere me stesso. (...) Per fortuna, ho intorno a me persone che non me ne lasciano passare nemmeno una, che mi massacrano per qualsiasi foto che appare su internet". Timido, anche esageratamente, Zerocalcare cerca di vivere come prima, legato come è alla sua adorata periferia romana di Rebibbia.
Sia nella serie su Netflix che nei suoi fumetti, scrive El Pais, "Zerocalcare disegna se stesso e la sua vita: l'insicurezza, la noia, il dolore, l'entusiasmo, l'amore, l'amicizia o il passare del tempo. Una vignetta può parlare della sua ossessione per i cupcakes; un altro, di depressione".

"Da quella tavolozza universale, tuttavia" - scrive il quotidiano spagnolo - "il creatore ha costruito uno stile unico. Per il tono: tragico ed esilarante, deprimente ma luminoso di speranza. E per l'estetica: la coscienza del protagonista assume le sembianze di un armadillo, che mette in discussione le sue avventure".
Cercando di indagare sulle radici di Zerocalcare, El Pais ricorda come lui stesso dice e scrive di non prendersi molto sul serio. Al punto che, andando a scartabellare tra dichiarazioni e filmati, Koch ha trovato una frase che, per lui, descrive perfettamente lo spirito dell'autore, che definisce il suo lavoro come "fare piccoli disegni" e che si ritrae come un "secchione solitario e a tratti patetico", anche se, in fondo, il suo lavoro toccare l'anima di chi guarda.

Ma non è stata, la sua, una carriera fulminante. Il suo primo libro, "La profezia dell'armadillo", nel 2012 ha inanellato una serie di "no" da parte di case editrici, che usarono quasi tutte la medesima formula, "non c'è mercato per un prodotto come questo". Ad accettare la sfida fu una giovanissima casa editrice di fumetti, la Bao (fondata appena nel 2009) e chissà in quanti oggi di quelli che rifiutarono "La profezia dell'armadillo" si mangiano le mani. Quando i più grandi editori si sono resi conto dell'errore, ricorda oggi Zerocalcare, "non ci volle molto perché tornassero. Mi hanno anche offerto di pagare la penale per la rottura del contratto". Cosa che non non ha fatto, decidendo invece di restare fedele all'etichetta indipendente che aveva creduto in lui.

A Zerocalcare, El Pais riconosce scelte coraggiose, definendo le sue vignette "inflessibili nel difendere temi grandi come migranti, femminismo, diritti LGTBI+, antirazzismo o antifascismo, ma anche battaglie meno note, come lo sgombero di un centro sociale o la lotta dei curdi , alla quale è dedicata alla sua graphic novel più famosa , Kobane Calling (pubblicata anche in spagnolo).In quell'occasione ha viaggiato per settimane nel Kurdistan siriano, proprio al fronte della guerra contro lo Stato Islamico. Anche se, normalmente, il suo personaggio si muove intorno alla più comoda Rebibbia".
L'esperienza con Netflix gli è piaciuta e la casa di produzione ha etichettato il titolo della serie con una "Stagione 1", che è forse un suggerimento.
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