Sánchez in bilico: l’arte fragile di governare una Spagna in ripresa
- di: Cristina Volpe Rinonapoli
Pedro Sánchez (nella foto) si trova a guidare una Spagna con numeri economici incoraggianti, ma politicamente instabile. La sua coalizione con Sumar, erede frammentata di Unidas Podemos, procede su un terreno minato: una maggioranza fragile e obiettivi ambiziosi che sembrano sempre più difficili da realizzare. Nonostante le difficoltà, il premier socialista ha raggiunto un risultato impressionante, approvando il 92% delle votazioni parlamentari nel 2024, una percentuale che spicca considerando la complessità della sua alleanza.
Un governo in apnea legislativa
A differenza della precedente legislatura, durante la quale l’accordo con Unidas Podemos aveva permesso di approvare oltre 200 provvedimenti, il 2024 è stato caratterizzato da una scarsità di nuove leggi: solo 25, tra cui una modesta riforma costituzionale. La debolezza della maggioranza è evidente nell’incapacità di portare avanti dossier chiave come la legge sulla famiglia o la sanatoria per 500.000 migranti.
"Un governo non si misura solo dal numero di leggi approvate", ha sottolineato Sánchez nel suo discorso di fine anno. Tuttavia, l’affermazione suona più come una difesa che come un segnale di forza.
Economia in ascesa, ma con ombre
Mentre il panorama legislativo è paralizzato, l’economia spagnola ha mostrato segnali di ripresa. Secondo The Economist, la Spagna è il paese con la migliore performance tra quelli dell’Ocse: il Pil è cresciuto di oltre il 3% e la disoccupazione è scesa all’11,5%, il livello più basso degli ultimi dieci anni.
Nonostante questi progressi, i salari reali sono rimasti al palo, con un incremento inferiore rispetto all’aumento dei prezzi tra il 2019 e il 2024. Sánchez ha riconosciuto che la questione abitativa e il mercato immobiliare restano tra i problemi più urgenti per i cittadini, ma soluzioni incisive sembrano ancora lontane.
La trincea dell’immigrazione
L’immigrazione rimane un fronte caldo: nel 2024 sono entrate oltre 60.000 persone, ma più di 10.000 morti in mare evidenziano le gravi lacune del sistema di accoglienza. Sánchez si scontra con un Partito Popolare che rifiuta di negoziare una distribuzione dei migranti sul territorio nazionale, complicando ulteriormente la gestione della crisi.
Il dilemma della coalizione e le sfide future
La frammentazione della maggioranza rende arduo approvare provvedimenti significativi, nonostante le richieste pressanti di Sumar. Yolanda Díaz, leader del movimento, insiste sull’aumento del salario minimo e sulla riduzione dell’orario lavorativo a 37,5 ore settimanali, ma la forza del suo partito appare insufficiente per imprimere una svolta.
Con elettori sempre più disillusi, anche Díaz rischia di essere risucchiata dalla stagnazione politica. Intanto, Sánchez rimane l’ultimo leader socialista di un grande paese europeo, in un continente sempre più orientato a destra. La sfida del 2025 non sarà solo approvare una finanziaria adeguata, ma dimostrare che un governo debole può ancora ottenere risultati concreti.
In attesa di confermare la sua leadership, Sánchez si aggrappa ai successi economici e alla sua abilità politica per mantenere insieme una coalizione sempre più fragile.