Dopo un fluttuante rally azionario, la smentita di Shell accende il dibattito — ma le premesse per una maxi-fusione restano.
Shell e BP, le carte sul tavolo
Il 25 giugno 2025 una notizia scuote i mercati: Shell sarebbe impegnata in trattative iniziali per acquisire BP, in quella che potrebbe diventare la più grande operazione nel settore petrolifero dai tempi della fusione Exxon–Mobil, valutata circa 80 miliardi di dollari. Shell, con una capitalizzazione superiore a 200 miliardi, punterebbe al rivale inglese per rafforzarsi nel gas liquefatto e nelle attività di trading.
Mercati in ansia: il rimbalzo delle azioni
La notizia ha provocato un balzo delle azioni BP a +10% nella sessione di New York, poi assestate a +2%. Il titolo Shell, al contrario, ha registrato un calo di circa -0,7%, riflettendo i timori per le turbolenze regolatorie e per i costi elevati legati a una simile fusione.
La smentita ufficiale di Shell
Poche ore dopo, Shell ha dichiarato: “nessuna trattativa è in corso. Si tratta di mera speculazione di mercato”. La compagnia ha ribadito il proprio focus su performance interna, disciplina e semplificazione.
Dietro le quinte: i motivi del rumour
Diversi fattori alimentano le speculazioni:
- Performance deludenti di BP: tra flop nei progetti energetici e pressione da parte di fondi attivisti.
- Shell in posizione di forza: grazie a profitti record, buy back e una strategia orientata al rendimento.
- Sinkable synergies: una fusione porterebbe a economie di scala e maggiore competitività nel gas naturale liquefatto.
Rischi e ostacoli sul percorso
L’operazione non è priva di ostacoli:
- Regolamentazione severa: un’aggregazione di due supermajor britanniche verrebbe sottoposta a scrutinio antitrust e geopolitico.
- Integrazione complessa: i processi di fusione tra culture e sistemi diversi richiederebbero anni.
- Valutazione reale di BP: con 80 miliardi di capitalizzazione e 27 miliardi di debito netto, il titolo potrebbe essere già correttamente prezzato.
Le prossime mosse
Il rumour rilancia il tema del consolidamento nel settore energetico. Chevron sta chiudendo l’acquisizione di Hess da 33 miliardi, mentre Exxon ha appena concluso un’operazione da 60 miliardi con Pioneer. Shell potrebbe ripresentarsi all’attacco quando i prezzi del petrolio caleranno o BP mostrerà ulteriore debolezza.
Intanto BP, sotto la guida di Murray Auchincloss, sta tagliando investimenti green, vendendo asset come Castrol e Lightsource, e cercando di ridurre i costi. Ma la strategia non convince del tutto gli analisti.
Forte asimmetria finanziaria