Sciopero generale del 10 gennaio: treni, trasporti e scuole in tilt

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Il 2025 si apre con una giornata calda sul fronte sindacale. Lo sciopero generale del trasporto pubblico locale, indetto per oggi 10 gennaio, promette disagi su larga scala. Treni, autobus, tram e metropolitane saranno a singhiozzo per quattro ore, ma gli orari e le modalità di interruzione variano da città a città, lasciando pendolari e studenti in balia dell’incertezza.

Sciopero generale del 10 gennaio: treni, trasporti e scuole in tilt

Nelle ferrovie, lo sciopero riguarda principalmente i lavoratori di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), responsabili della manutenzione delle infrastrutture. La protesta potrebbe tradursi in ritardi e cancellazioni a macchia di leopardo lungo tutta la rete nazionale.

Non va meglio negli aeroporti, dove i dipendenti di Airport Handling hanno incrociato le braccia sia a Milano Linate che a Malpensa, creando lunghe code ai check-in e tensioni tra i passeggeri. Molti voli rischiano di subire ritardi o cancellazioni, con ripercussioni anche sulle coincidenze internazionali.

Scuole e studenti coinvolti

Anche il mondo dell’istruzione non è rimasto immune. Alcuni istituti scolastici hanno deciso di chiudere preventivamente, mentre in altri casi l’orario delle lezioni subirà variazioni. Le famiglie si trovano costrette a improvvisare soluzioni per gestire la giornata, tra permessi dal lavoro e babysitter reclutate all’ultimo momento.

Le ragioni della protesta

I sindacati di categoria, promotori dell’iniziativa, puntano il dito contro il mancato rinnovo dei contratti collettivi e le condizioni lavorative sempre più precarie. Chiedono investimenti strutturali, tutele per i lavoratori e un piano di assunzioni per fronteggiare l'emergenza occupazionale che affligge il settore.

La mobilitazione rappresenta un campanello d’allarme per il governo, che sarà chiamato a confrontarsi con queste istanze nei prossimi mesi.

La voce dei pendolari


Nelle stazioni e alle fermate degli autobus, la frustrazione è palpabile. “Non siamo contrari alle rivendicazioni dei lavoratori, ma noi pendolari siamo sempre i primi a pagarne il prezzo,” commenta amareggiata Giulia, impiegata in un’azienda di Roma.
Un disagio che, in giornate come questa, unisce nord e sud del Paese, mettendo in evidenza la fragilità di un sistema di trasporti che fatica a reggere le pressioni.

Possibili soluzioni?

Nel frattempo, il Ministero dei Trasporti ha ribadito la necessità di trovare un equilibrio tra il diritto allo sciopero e il rispetto delle esigenze dei cittadini, avanzando l’ipotesi di un tavolo di confronto urgente con i sindacati.

Resta da vedere se le richieste troveranno ascolto, o se il 2025 sarà segnato da una lunga serie di agitazioni.
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