Dipendenze: i ragazzi europei bevono meno, consumano più cannabis e videogiochi

- di: Jean Aroche
 
È un quadro che deve indurre a più d'una riflessione quello emerso dall'indagine condotta nel 2019, su base europea, sulle abitudini degli adolescenti e che ha visto coinvolti oltre centomila ragazzi nella fascia d'età compresa tra i 15 ed i 16 anni. Il sedici per cento degli intervistati ha ammesso di avere fatto uso, almeno una volta, di cannabis.

La percentuale merita una riflessione se si pensa che nel 1995 era attestata sull'undici per cento degli intervistati. Anche il consumo frequente di cannabis (una volta al mese) è in forte aumento. Mentre i consumi considerati "problematici" (più di una volta al mese) ammontano al 4% degli intervistati, con una prevalenza molto elevata in Italia (15%).
L'indagine ha chiarito che gli adolescenti europei (le interviste sono state condotte in 35 Paesi del Continente) consumano sempre meno tabacco e alcol, ma sono più attratti dalla cannabis, mentre - ammonisce lo studio, pubblicato oggi - "nuovi comportamenti di dipendenza" si stanno sviluppando online.

Il progetto europeo di indagine scolastica su alcol e altre droghe viene condotto dal 1995 in collaborazione con l'Unione Europea.
Lo studio evidenzia che i ragazzi europei subiscono una sempre minore attrazione verso il bere, soprattutto per l'inasprimento delle leggi sulla vendita di alcolici ai minori. Il consumo di alcol resta ancora alto. Secondo lo studio, infatti, in media, più di tre quarti degli adolescenti di età compresa tra 15 e 16 anni hanno consumato alcolici nella loro vita . Quasi la metà (il 47%) degli intervistati ha ammesso di avere bevuto alcol nell'ultimo mese, mentre nel 2003 questa percentuale era del 63%.

Quello che si definisce "consumo occasionale significativo" scende al livello più basso. Una tendenza - che si sintetizza in particolare nel "binge drinking" (sostanzialmente, bere sino ad ubriacarsi) - che ha raggiunto il picco nel 2007. Meno del 7% (che è comunque una percentuale rilevante) degli studenti ammette di aver vissuto uno stato di intossicazione prima dei 13 anni. Un evento che varia, anche sensibilmente, a seconda del Paese.

Dall'indagine demoscopica emerge che il fumo quotidiano di sigarette riguarda il 10% dei giovani tra i 15 ei 16 anni in Europa, significativamente la metà rispetto a venticinque anni fa. Ma le oscillazioni tra Paese e Paese sono evidenti: se i giovani che in Islanda fumano quotidianamente sono pari al 2 per cento della fascia d'età presa in considerazione, la percentuale sale al 25 per cento tra gli studenti delle scuole superiori in Bulgaria.
Quello reso noto oggi è il primo rapporto in cui i ricercatori si occupano anche dell'uso delle sigarette elettroniche. Paradossalmente, tra i giovani che dicono di non aver mai fumato tabacco, il 14% ammette di aver "svapato" nicotina almeno una volta nell'ultimo mese. Un modo di fumare che interessa più i ragazzi che le ragazze. Ma c'è un'altra dipendenza che si sta affermando con preoccupante crescita.

Con l'aumento dell'uso degli smartphone, la dipendenza dai videogiochi sta esplodendo tra i giovani europei. Nella maggior parte dei Paesi, i ragazzi passano il doppio del tempo a giocarci rispetto alle ragazze. E sui social media, il tempo di utilizzo varia da due a tre ore in una tipica giornata scolastica e da sei o più ore negli altri giorni. Un dato che certifica come il gioco d'azzardo raccoglie sempre più appassionati tra i più giovani, il 22% dei quali ha ammesso di avere giocato almeno una volta negli ultimi dodici mesi (la scelta cade soprattutto sulle lotterie).
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