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Il Cremlino frena sull'accordo, Berlino scettica: "Putin prende tempo"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Il Cremlino frena sull'accordo, Berlino scettica: 'Putin prende tempo'
Dopo il colloquio telefonico di due ore tra Donald Trump e Vladimir Putin, tenutosi nella giornata di ieri, le attese su un possibile memorandum per l'Ucraina si sono rapidamente raffreddate. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha comunicato che i contatti tra Russia e Ucraina sono stati effettivamente ricreati, ma ha chiarito che non è stata ancora fissata alcuna scadenza per la preparazione di un testo condiviso. Né la sede dei futuri negoziati né il calendario delle tappe successive è stato definito. Peskov ha sottolineato che, sebbene vi sia una volontà comune di procedere rapidamente, "il diavolo si nasconde nei dettagli", lasciando intendere che il cammino sarà complesso e tutt’altro che breve.

Il Cremlino frena sull'accordo, Berlino scettica: "Putin prende tempo"

L'atteggiamento prudente del Cremlino ha subito generato reazioni nei principali attori europei. La Germania, per voce del ministro della Difesa Boris Pistorius, ha manifestato un forte scetticismo, affermando che "Putin non sembra ancora seriamente interessato alla pace". Berlino chiede quindi un inasprimento delle sanzioni contro Mosca, vista la mancanza di impegni concreti. Anche l’Unione Europea segue con attenzione gli sviluppi: l’alto rappresentante per la politica estera Kaja Kallas ha sottolineato che ora si attendono “azioni forti” dagli Stati Uniti, come promesso nel caso in cui la Russia non si fosse mostrata disponibile a un cessate il fuoco.

La Cina in campo, promuove un confronto diretto

Sul fronte asiatico, Pechino si è dichiarata favorevole a un dialogo diretto tra Russia e Ucraina. Il governo cinese, che in precedenza aveva mantenuto una posizione più ambigua, ha ora espresso un supporto più netto alla via diplomatica. Questo cambio di tono è stato interpretato da alcuni osservatori come il segnale di un possibile maggiore coinvolgimento della Cina nei futuri negoziati multilaterali. La posizione di Pechino potrebbe rivelarsi determinante nel promuovere un equilibrio tra le parti e nel disinnescare le tensioni globali legate alla crisi ucraina.

Washington mantiene il riserbo, ma cresce la pressione

Nel frattempo, la Casa Bianca non ha ancora rilasciato dettagli ufficiali sulla telefonata tra Trump e Putin. Tuttavia, fonti interne al Congresso riferiscono che il presidente statunitense sarebbe determinato a procedere su un doppio binario: da un lato favorire il dialogo diretto, dall’altro intensificare le pressioni su Mosca qualora i segnali di apertura si rivelassero solo tattici. Il sostegno bipartisan al pacchetto di misure restrittive contro la Russia rimane alto, ma non mancano all’interno degli Stati Uniti voci critiche che chiedono un maggiore impegno negoziale.

La posta in gioco per l'Ucraina

Per Kiev, ogni giorno senza un cessate il fuoco si traduce in ulteriori perdite umane e materiali. Il governo ucraino continua a chiedere garanzie sulla propria sovranità e sicurezza territoriale. Il presidente Zelensky, che nei giorni scorsi aveva partecipato a una serie di colloqui con i leader europei, attende ora segnali concreti dalla diplomazia internazionale. Sul tavolo c’è anche la possibilità di una conferenza multilaterale di pace, ma l’assenza di scadenze e l’incertezza sul ruolo dei mediatori rende tutto ancora molto instabile. La società ucraina osserva con crescente inquietudine lo stallo diplomatico, mentre sul campo proseguono gli scontri.

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