Da aspirante presidente al 'Cantante mascherato': l'imbarazzante parabola di Rudy Giuliani

- di: Brian Green
 
Fino a pochi fa, quando ancora l'America era guidata da Donald Trump, il settantottenne Rudolph Giuliani era visto come il futuro Partito Repubblicano, una volta uscito di scena il tycoon. Ma oggi la parabola discendente di ''Rudy'' sembra avere toccato il fondo. Da "Sindaco d'America" è arrivato ad una imbarazzante partecipazione a ''The masked singer'' (il cui format in Italia è trasmesso dalla Rai). Solo che, quando durante la registrazione è stato rivelato che Giuliani era tra i concorrenti, due dei presentatori dello spettacolo si sono allontanati per protesta.

Polemiche negli Stati Uniti per la partecipazione di Rudy Giuliani al programma "il Cantante mascherato"

Lo ha rivelato la CNN, facendo i nomi dei due presentatori, Robin Thicke e Ken Jeong, che hanno abbandonato lo studio alla notizia di Giuliani come concorrente nel popolare reality show della Fox. L'episodio dovrebbe andare in onda in marzo e tutto lascia pensare che quanto accaduto durante la registrazione sarà un formidabile traino pubblicitario.

Dai tempi in cui, prima da ex procuratore distrettuale di Manhattan e poi da sindaco, dopo gli attentati terroristici del 2001, era riuscito a ripulire New York al grido di ''law and order'', Giuliani ha visto passare il tempo, coltivando anche ambizioni di diventare Presidente, venendo però bocciato nel 2008 dall'elettorato repubblicano durante il difficile percorso delle primarie.
Poi ha scelto di vivere all'ombra di Trump.

Tanto che, con l'aumentare dei problemi legali per l'ex presidente, Giuliani è emerso come uno dei pochi membri della cerchia ristretta di Trump, cui erano ammessi solo coloro che dicevano sempre di sì al Presidente. Dopo la cocente sconfitta alle presidenziali del 2020, Giuliani è diventato il volto pubblico della ''grande bugia'' di Trump, spalleggiandolo nella teoria, priva di alcun riscontro (come riconosciuto da più tribunali), che le elezioni gli erano state rubate.

La difesa strenua e senza prove della teoria complottistica portata avanti da Trump è costata a Giuliani, oltre alla reputazione, anche una causa per diffamazione da 1,3 miliardi di dollari intentata da Dominion Voting Systems, che l'ex sindaco della Grande Mela ha additato come responsabile della ''truffa'' elettorale, dicendosi sicuro che la gara del 2020 è stata in qualche modo truccata.
Ora è arrivata anche la partecipazione ad una trasmissione di intrattenimento musicale. Una comparsata che viene vista, negli Stati Uniti, come la continuazione di una disperata ricerca di rilevanza e visibilità di cui Giuliani ha goduto in circa un decennio, ma che è evaporata senza lasciare speranze che possa essere ribaltata.
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