L'Italia continua a vivere la pandemia da
Coronavirus in corso, quasi camminando su due strade parallele: da una parte c'è la consapevolezza dell'emergenza sanitaria, vissuta da misure restrittive e persone che cercando di rispettarle nei limiti del possibile; dall'altra ci sono scene che questa realtà sembrano dimenticarla.
Solo due settimane fa abbiamo assistito alle code fuori dai punti vendita Lidl per accaparrarsi le serie limitate di scarpe, magliette e ciabatte messe in vendita, mentre da mercoledì in tutta Napoli si susseguono gli assembramenti (con motivazioni decisamente più nobili, ci mancherebbe) per ricordare Diego Armando Maradona.
Ma se il lutto per un personaggio iconico per la città può suonare come una motivazione valida per certi comportamenti (e, intendiamoci, non lo è) vedere quello che è successo a Roma per l'apertura di un nuovo centro commerciale fa quantomeno storcere il naso.
Nella zona sud della Capitale, sulla Laurentina,
è stato inaugurato il Maximo Shopping Center che diventa il terzo più grande della città dopo Porta di Roma e Roma Est: nel giorno dell'apertura si sono presentate frotte e frotte di romani, pronti a usufruire anche degli sconti per il black friday. A far gola ai consumatori c'era anche la presenza di Primark, il primo negozio nella Regione che fa parte della catena di abbigliamento a basso prezzo.
La smania di cogliere occasioni ha spinto migliaia di persone ad accalcarsi e fare fila per entrare nei 150 centri vendita e nonostante i gestori di tutti i negozi si siano impegnati per fornire le misure di sicurezza in loro potere (con gel igienizzante, sorveglianza, segnaletica e l'ausilio di percorsi indicati) è stato impossibile garantire il distanziamento con una quantità tale di persone all'interno del centro commerciale.
Il tutto amplificato dalle diverse polemiche che hanno accompagnato l'apertura del Maximo Shopping Center, con il Tar che ha permesso l'inaugurazione nonostante le opere pubbliche concordate e legate al progetto non siano ancora terminate, con la possibilità di farlo dopo l'inizio delle attività.