Roma: brutto il ''no'' alle auto storiche, un patrimonio economico e culturale

- di: Enrico Pianetta
 
Le auto storiche, quelle che gli enti nazionali preposti certificano a norma di legge come patrimonio motoristico di valore storico, non possono più circolare a Roma. Il Sindaco ha decretato per questi esemplari l’ostracismo.
Nella antica Atene l’ostracismo era una misura, presa con procedura democratica, che vietava ad una persona di entrare in città per un periodo di dieci anni, in quanto ritenuta pericolosa . Evidentemente il Sindaco di Roma ritiene che queste auto siano ''pericolose''.

Roma: brutto il ''no'' alle auto storiche, un patrimonio economico e culturale

Contrariamente ai suoi colleghi di Milano, Torino , Genova che hanno concesso deroghe per questo tipo di veicoli. Si badi bene: ''auto storiche'' che hanno oltre 20 anni non vuol dire auto vecchie che non hanno valore storico certificato. Le auto storiche costituiscono un patrimonio non solo per il loro valore economico , ma soprattutto per il valore culturale che rappresentano . Ma c’è di più: tanti, alcune centinaia di migliaia, sono gli appassionati e i collezionisti nel nostro Paese. Come pure all’estero . Riuniti in associazioni nazionali e internazionali.

La manutenzione per il buon funzionamento di questi veicoli impegna migliaia di operatori che sono formati in apposite scuole. Insomma c’è un indotto, attorno a questo storico settore, che coinvolge persone, conoscenze tecniche che non devono essere disperse e fattori economici notevoli. Ma soprattutto è il patrimonio complessivo italiano di questi esemplari della tradizione motoristica del nostro Paese che non solo va salvaguardata, ma deve essere mantenuta e valorizzata .
Ora il segnale che il Sindaco capitolino offre al mondo con questo ostracismo alle auto storiche è pessimo e anche offensivo per le nostre tradizioni e la nostra cultura motoristica. Un ostracismo fatto in nome di una ''pericolosità'' inesistente .

Semmai il vero pericolo è la misura in se stessa, un pessimo segnale perché presa nel nome di Roma.

Immaginare che questi esemplari non possano mai circolare a Roma e quindi non si possano fare raduni e sfilate significa bloccare la possibilità di mostrare l’eleganza, la bellezza, la storia ; e questo è inconcepibile proprio a Roma.
Il Sindaco ritorni su questa sua improvvida misura per riconciliare la sua città con questo storico settore e per non deludere i tanti che vi si dedicano con passione , risorse, e tanto impegno.
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