Risorsa acqua: una priorità per il nostro domani

- di: Valerio De Molli (Managing Partner & CEO, The European House - Ambrosetti) e Benedetta Brioschi (Responsabile scenario Food&Retail&Sustainability, The European House - Ambrosetti)
 
Oggi, un dibattito serio e approfondito sulla risorsa acqua non può più essere rimandato. Dalla preistoria ad oggi, i rapporti dell’umanità con la risorsa acqua sono stati fondamentali per lo sviluppo delle società e delle economie: la storia dell’uomo è indissolubilmente la storia del suo rapporto con l’acqua e la sua gestione riflette il modo in cui i popoli e le comunità concepiscono il loro rapporto con la natura.
Sono quattro i motivi per i quali non è più possibile rimandare un dibattito sulla gestione dell’acqua. In primo luogo, la domanda crescente di acqua a livello globale rende la risorsa sempre più scarsa e strategica. In aggiunta, la crisi idrica è uno dei principali rischi a livello globale; infatti, secondo il Word Risk Report, questa si inserisce tra i principali rischi per probabilità e intensità di impatto. I primi tre rischi globali a livello di intensità di impatto sono collegati alla gestione della risorsa acqua. La gestione dei cambiamenti climatici e le strategie di adattamento sono un tema sempre più frequente sui tavoli istituzionali e non è più possibile scindere l’adattamento al cambiamento climatico dalla gestione della risorsa acqua. Infine, la pandemia COVID-19 è diventata un elemento di ulteriore pressione sulla gestione della risorsa e la società ha preso coscienza di quanto una corretta igiene sia un elemento fondamentale per prevenire la diffusione di malattie.
Proprio muovendo da queste considerazioni, nel 2019 The European House - Ambrosetti ha fondato la Community Valore Acqua per l’Italia, una piattaforma di confronto costruttivo e permanente multistakeholder dedicata alla gestione della risorsa acqua come driver di sostenibilità, competitività e sviluppo industriale, con l’obiettivo di presentare proposte al Governo e al sistema- Paese.

Analisi dell’Osservatorio Valore Acqua per l'Italia di The European House - Ambrosetti.

La missione della Community Valore Acqua per l’Italia è “Essere il Think Tank multi- stakeholder per elaborare scenari, strategie e politiche a supporto della filiera estesa dell’acqua in Italia e il suo sviluppo, aiutando il Paese a diventare un benchmark europeo e mondiale1”. Martedì 22 marzo si è tenuto, in formato “phygital”, l’evento di presentazione finale della III Edizione del Libro Bianco “Valore Acqua per l’Italia”. All’evento hanno partecipato i Vertici delle aziende Partner della Community Valore Acqua per l’Italia, i business leader della filiera estesa dell’acqua in Italia e le Istituzioni nazionali ed europee di riferimento.

Le analisi dell’Osservatorio Valore Acqua per l’Italia mostrano una situazione a luci e ombre per quanto riguarda la gestione della risorsa acqua in Italia. Oggi l’Italia si posiziona come uno dei Paesi più idrovori d’Europa, sia a livello assoluto con oltre 9 miliardi di m3 di acqua prelevata ogni anno per uso civile (1° Paese dell’Unione Europea), sia in termini relativi sulla popolazione, dove i prelievi ad uso potabile raggiungono i 152,4 m3 per abitante (2° Paese dell’Unione Europea). Questo accade perché, in Italia, spesso l’acqua potabile viene utilizzata per scopi che non la richiederebbero (come il lavaggio delle strade e delle auto o l’irrigazione dei giardini). A questo si aggiunge una rete infrastrutturale obsoleta e poco efficiente, in tutte le fasi della filiera: ad esempio, il 60% della rete di distribuzione dell’acqua ha più di 30 anni e il 25% più di 50 anni. Tali carenze infrastrutturali sono dovute anche a un limitato livello di investimenti: l’Italia investe 46 Euro per abitante all’anno nel Servizio Idrico Integrato (SII), poco più della metà della media europea (82 Euro).

Il livello degli investimenti nel SII in Italia è spiegato, tra le altre cose, da una limitata tariffa idrica. Con 2,11 Euro/m3 a livello medio nazionale, l’Italia ha una delle tariffe idriche più basse d’Europa, la metà di quella francese e il 40% di quella tedesca. Se, da un lato, un ridotto livello tariffario può rappresentare un freno per lo sviluppo degli investimenti, dall’altro, rischia di deresponsabilizzare il consumo di acqua. Il Paese è in vetta alla classifica dei consumi idrici a livello domestico: con un consumo di 220 litri per abitante al giorno, l’Italia si posiziona come 1° Paese in Europa, contro una media europea di 165 litri. Non solo. Il Paese è anche 1° in Europa e al mondo per consumi di acqua minerale in bottiglia, con 223 litri pro capite all’anno.

Ci sono però anche buone notizie. Il nostro Paese può contare su una filiera dell’acqua rilevante, in grado di generare un valore economico significativo sui territori di riferimento, mobilitare investimenti e attivare occupazione qualificata lungo tutte le diverse fasi. La Community Valore Acqua per l’Italia ha realizzato e aggiornato il primo database contenente dati economici pluriennali di tutte le aziende operanti nella filiera estesa dell’acqua in Italia, per un totale di oltre 50 milioni di osservazioni e circa 1,8 milioni di aziende, solo in Italia. Rientrano nel perimetro dell’analisi tutti gli attori attivi lungo la filiera estesa dell’acqua nel Paese: le attività economiche per le quali l’acqua rappresenta un input produttivo primario (settore agricolo, industrie e settore energetico) e le sette fasi del Servizio Idrico Integrato (captazione, potabilizzazione, adduzione, distribuzione, fognatura, depurazione e riuso) e i fornitori di input per il funzionamento della filiera (provider di tecnologia e software e fornitori di macchinari e impianti).

Esulando da un principio generale secondo cui “senza acqua non può esserci vita” e contestualizzando l’effettiva funzione della risorsa all’interno di un sistema economico complesso, è possibile quantificare il contributo della risorsa idrica alla generazione di Valore Aggiunto – e quindi di PIL – in Italia. Nel 2020, l’acqua è stata l’elemento abilitante per la generazione di 281,5 miliardi di Euro di Valore Aggiunto in Italia. In altre parole, senza la risorsa acqua il 17% del PIL italiano non potrebbe essere generato.
Inoltre, la gestione dell’acqua in Italia vanta competenze e capacità brevettuale all’avanguardia nel panorama europeo. Con 75 richieste di brevetto nel campo delle tecnologie ambientali (incluse quelle legate alla risorsa acqua), l’Italia figura in 3a posizione a livello europeo dopo Germania (335) e Francia (133), un valore più che doppio rispetto alla media UE, pari a 32.

A conferma di quanto la consapevolezza sulla risorsa acqua sia una tematica chiave, nella sua terza edizione, la Community Valore Acqua per l’Italia ha realizzato una survey a 1.000 cittadini italiani rappresentativi della popolazione di riferimento per comprenderne abitudini e percezioni sui consumi idrici. Quello che emerge è che la consapevolezza dei cittadini sulla risorsa acqua sia ancora bassa. Per sintetizzare le principali evidenze emerse dalla survey, l’Osservatorio Valore Acqua ha individuato otto paradossi sulla percezione dei cittadini sulla risorsa acqua:
- il paradosso «NIMBY» del cambiamento climatico. Il cambiamento climatico è la 2a priorità del Paese per i cittadini italiani, ma è percepito come un problema ancora lontano dal proprio territorio;
- il paradosso del consumatore attento. L’utilizzo responsabile di acqua è il 3° comportamento sostenibile più adottato dai cittadini, ma più di 2/3 sottostimano il proprio effettivo consumo giornaliero. Anche per questo siamo il 2º Paese più idrovoro in Europa;
- il paradosso della scarsa fiducia nell’acqua del rubinetto. Solo il 29,3% dei cittadini italiani beve abitualmente acqua del rubinetto, in uno dei Paesi con la più alta qualità dell’acqua dalla fonte in Europa;
- il paradosso del costo dell’acqua. A fronte di una sottostima dei propri consumi giornalieri, l’86% dei cittadini italiani sovrastima la reale spesa in bolletta per l’acqua e più del 90% non è a conoscenza della tariffa attualmente pagata, sovrastimandola;
- il paradosso della spesa troppo elevata. Pur non conoscendo il reale costo dell’acqua, quasi 6 cittadini su 10 ritengono che l’attuale spesa in bolletta sia troppo onerosa, nel Paese con una delle tariffe più basse d’Europa;
- il paradosso del bonus sconosciuto. Pur ritenendo di sostenere elevati costi in bolletta, solo il 60% dei cittadini conosce la possibilità di rateizzare la bolletta, il 42% il bonus idrico e il 38% l’esistenza della tariffa agevolata come strumenti di agevolazione economica per le fasce più vulnerabili della popolazione;
- il paradosso della disponibilità a pagare. Nonostante la percezione di una spesa in bolletta idrica troppo onerosa, il 52,3% dei cittadini italiani sarebbe disposto a pagare di più per rendere il servizio più efficiente e sostenibile;
- il paradosso di «cosa c’è dietro l’acqua del rubinetto». C’è scarsa consapevolezza sul ruolo svolto dal gestore del Servizio Idrico Integrato (SII): il 37,3% dei cittadini non è a conoscenza di chi sia il proprio gestore e oltre la metà degli italiani non sa che le aziende del SII si occupano anche delle fasi di depurazione e fognatura.

Considerata la sua rilevanza sistemica, l’acqua si pone al centro del dibattito sullo Sviluppo Sostenibile. Con lo scopo di comprendere il contributo della risorsa acqua allo Sviluppo Sostenibile l’Osservatorio della Community Valore Acqua per l’Italia ha effettuato un lavoro approfondito di raccolta dati, analisi e mappatura per valutare come una gestione efficiente e sostenibile della risorsa acqua impatti sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile previsti dall’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. I risultati mostrano che 10 dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e 53 dei 169 target relativi sono influenzati da una gestione efficiente e sostenibile delle risorse idriche.
A partire da queste evidenze, è stato costruito l’Indice composito di sintesi “Valore Acqua verso lo Sviluppo Sostenibile 2022” (VASS) che restituisce una visione di insieme del contributo complessivo di una gestione efficiente e sostenibile della risorsa acqua verso il raggiungimento dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite nei 27 Paesi dell’Unione Europea e nel Regno Unito. L’Italia si posiziona al 18° posto su 28 Paesi considerati nell’Indice VASS 2022, con un punteggio di 5,2 su una scala da 1 (valore minimo) a 10 (valore massimo), registrando però un miglioramento di 2 posizioni rispetto alla precedente edizione.

Dalle analisi emerge come l’Italia abbia ancora molta strada da fare per efficientare la gestione della risorsa acqua e favorire la transizione verso modelli di consumo più sostenibili e consapevoli. Le principali evidenze della terza edizione della Community Valore Acqua per l’Italia rimarcano con forza come sia necessario definire un intervento di natura sistemica a livello nazionale, in grado di mettere a fattor comune i contributi di tutti gli attori della filiera estesa dell’acqua, intervenendo sui fattori ostativi e valorizzando i fattori acceleratori per il suo sviluppo, superando i “verticalismi” di settore.

In questo contesto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’opportunità storica per il Paese e per la filiera estesa dell’acqua. All’interno del pilastro della Rivoluzione verde e transizione ecologica, vi sono alcuni ambiti di intervento correlati direttamente alla risorsa acqua. L’Osservatorio Valore Acqua per l’Italia ha quantificato in 7,8 miliardi di Euro i fondi direttamente riconducibili ad azioni di indirizzo per una gestione più efficiente e sostenibile della risorsa acqua in Italia.
Le prime due edizioni della Community hanno messo a punto un decalogo di proposte e azioni concrete per il sistema-Paese per favorire lo sviluppo della filiera estesa e incentivare una gestione efficiente e sostenibile della risorsa e un utilizzo più consapevole. In continuità con il lavoro svolto, nella terza edizione il decalogo di proposte per il Paese è stato rinnovato, manutenuto e ampliato.
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