Riciclaggio: Dipartimento Tesoro Usa punta il dito su 5 grandi banche

- di: Brian Green
 
D'ora in avanti dovremo cominciare ad avere dimestichezza con la sigla Fincen, dietro la quale c'è la Financial Crimes Enforcement Network, l'agenzia del governo americano che svolge indagini per combattere il crimine finanziario. Una fuga di notizie (che avrebbero dovuto restare riservate perché indirizzate esclusivamente al governo americano) ha svelato che cinque delle principali banche che operano anche negli Stati Uniti hanno consentito ad una quantità ingentissima di miliardi di dollari di essere spostata qui e là senza alcuna verifica reale sulla loro legalità della loro provenienza e soprattutto su chi realmente ne fossero i ''proprietari''.

Le banche finite nell'indagine della Fincen sono JPMorgan, HSBC, Standard Chartered, Deutsche Bank e Bank of New York Mellon, che avrebbero continuato a intessere affari d'oro con clienti di dubbia onestà anche quando le agenzie americane schierate contro il riciclaggio di denaro sporco le avevano bacchettate ufficialmente per il lassismo dei controlli.
La fuga di notizie riguarda oltre 2.100 segnalazioni di transazioni sospette, almeno ad avviso del Dipartimento del Tesoro statunitense che analizza i grandi movimenti bancari.
Queste segnalazioni, che dovrebbero restare riservate, sono state ottenute dal sito BuzzFeed, che ne ha condiviso il contenuto con l'International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), dando così la possibilità a 400 giornalisti (appartenenti a 100 organi di informazione che operano in 88 paesi) di esaminarli.

Secondo quelli che ormai sono chiamati 'Fincen files', sono state segnalate transazioni sospette per un valore stimato in duemila miliardi di dollari, effettuate tra il 1999 ed il 2017.
Comunque la segnalazione di transazioni sospette non è automaticamente prova di attività criminale, ma sottolinea come esse pongano interrogativi sulla corretta applicazione delle norme contro i crimini finanziari.

Le autorità Usa hanno chiesto, anzi imposto alle grandi banche di modificare i loro programmi a garanzia della correttezza delle transazioni, dando poi seguito all'irrogazione di pesantissime multe (nell'ordine di centinaia di milioni se non miliardi di dollari).

Uno degli esempi più eclatanti è quello della banca HSBC, con sede a Londra, primo istituto europeo per capitalizzazione (oltre 157 miliardi di euro).
Nel 2012, HSBC ha firmato un accordo di ''riparazione'' dopo che era stato accertato che aveva ''ripulito'' almeno 881 milioni di dollari per conto di narcotrafficanti, tra cui il cartello messicano Sinaloa, guidato all'epoca da Joaquín Guzmán, il famigerato El Chapo, attualmente detenuto - dopo l'estradizione - in un carcere di massima sicurezza negli Stati Uniti.
Come parte dell'accordo con il Governo, HSBC ha accettato di pagare una sanzione pecuniaria di un miliardo e 900 milioni di dollari. Tale pagamento ha comportato che il relativo procedimento penale sia stato sospeso per cinque anni, periodo nel quale l'istituto bancario ha garantito il suo impegno a combattere attivamente il flusso di fondi illeciti.

Ma, secondo i documenti trapelati e resi pubblici in queste ore, HSBC ha continuato a trasferire fondi per clienti sulla cui onestà si nutrono fondati dubbi, tra cui sospetti riciclatori di denaro russi e autori di gigantesche frodi che interessano molti Paesi.
In una dichiarazione all'ICIJ, HSBC ha affermato che le informazioni del consorzio sono vecchie e precedono la fine del suo accordo di riparazione. La banca afferma di essere impegnata a rivedere la sua capacità di combattere la criminalità finanziaria, sostenendo che oggi HSBC è un'istituzione molto più sicura di quanto non fosse nel 2012 .

La fuga di notizie ha accertato che spesso le banche, quando trattano transazioni (vedi bonifici) internazionali non sanno con chi hanno a che fare. E questo accade anche quando le operazioni riguardano movimentazioni per centinaia di milioni di dollari ed un minimo di cautela sul profilo del cliente dovrebbe essere pure garantito.
Ma le operazioni continuano ad essere fatte anche se non si hanno certezze su chi è veramente il cliente, nonostante il fatto che gli istituti finanziari siano tenuti a conoscere la natura delle transazioni e l'identità delle persone ad esse interessate.

In molti casi, le richieste di informazioni alle banche, da parte dei ''guardiani'' americani sulla regolarità delle attività finanziarie, sono rimaste senza risposta. Come accade con le banche svizzere che giustificano il loro diniego a fornire informazioni trincerandosi le leggi sul segreto bancario.
I documenti rivelati dal consorzio di giornalisti investigativi ha anche svelato che i controlli che le banche dovrebbero garantire per verificare chi ci sia dietro le transazioni per milioni e milioni di dollari non hanno nulla di efficace, essendo affidati a semplici impiegati che spesso si limitano a fare qualche ricerca in rete e niente di più.

In molti casi, sempre secondo l'ICIJ, le banche sono quasi costrette a segnalare transazioni sospette dopo che sono stati pubblicati articoli o le autorità finanziarie o investigative hanno avviato indagini autonome. Ma la segnalazione è spesso tardiva e quindi i fondi sospetti sono stati fatti già sparire.
Le banche possono aumentare i loro profitti riscuotendo commissioni anche quando garantiscono spostamenti, grazie ai loro buoni uffici, di fondi di provenienza sospetta.
JPMorgan, ad esempio, sempre secondo il Consorzio, ha guadagnato circa mezzo miliardo di dollari di entrate grazie alle spregiudicate operazioni del truffatore americano Bernie Madoff, che morirà in carcere.

In qualsiasi momento, le banche possono interrompere una transazione sulla quale nutrono dei dubbi, ma non sono obbligate a farlo, anche se dovrebbero inoltrare una informativa a Fincen.
L'agenzia governativa americana raccoglie più di due milioni di segnalazioni di transazioni sospette ogni anno. Tuttavia, l'organizzazione ha solo 270 dipendenti. Spesso queste dichiarazioni rimangono non controllate, a meno che le forze dell'ordine non le richiedano specificamente. Formalmente, quindi, le banche possono scegliere di continuare a fare trading con questi clienti intascando le commissioni.
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