Regno Unito: la pandemia ha tagliato gli stipendi dei capi delle grandi aziende

- di: Redazione
 
Parafrasando il titolo di una soap opera di qualche anno fa, leggendo la notizia che, secondo uno studio, la retribuzione media tra il 2019 ed il 2020 dei capi delle grandi aziende britanniche è calata del 17 %, verrebbe da dire che, nel Regno Unito, anche i ricchi piangono. Non molto, ma piangono comunque.
Un taglio che è stato determinato principalmente dalla limitazione dei bonus dall'inizio della crisi a causa del Covid-19.

Secondo uno studio del centro di ricerca High Pay Center, di cui oggi riferiscono i media britannici, un amministratore delegato di una società dell'indice FTSE-100 della Borsa di Londra ha realizzato una media di 2,69 milioni di sterline (3,16 milioni di euro) nel 2020, in calo appunto del 17% rispetto al 2019. Tuttavia, lo stipendio è ancora 86 volte superiore a quello stipendio medio di un lavoratore a tempo pieno.

Tale calo si spiega in particolare con la decisione di alcuni gruppi di non erogare bonus ai propri dirigenti o di limitarne le dimensioni. In media, i bonus hanno raggiunto 828.000 sterline (973 mila euro), contro 1,1 milioni (1,29 milioni di euro) nel 2019. Lo studio mostra inoltre che i sei gruppi FTSE-100 a guida femminile hanno pagato loro 2,63 milioni di sterline (3,09 milioni di euro), meno dei 2,8 milioni di sterline (3, 29 milioni di euro) pagati agli amministratori delegati di sesso maschile.

Il boss più pagato nel 2020 è stato il francese Pascal Soriot, a capo del gruppo farmaceutico AstraZeneca, uno dei primi ad aver proposto un vaccino contro il Covid-19. Soriot ha ricevuto un totale di 15,45 milioni di sterline (18,16 milioni di euro). Tuttavia, la politica di remunerazione del laboratorio è stata contestata dagli azionisti in un'assemblea generale a maggio, passando comunque con l'appoggio del 60% di loro.
Brian Cassin, alla guida del gruppo irlandese di data management Experian, è secondo con 10,30 milioni di sterline (12,11 milioni di euro).

La prima donna in classifica è Emma Walmsley, Ad del gruppo farmaceutico GSK (GlaxoSmithKline), con 7,03 milioni. Nel Regno Unito, le aziende britanniche con più di 250 dipendenti sono state obbligate dallo scorso anno a rivelare il divario retributivo tra l'amministratore delegato e il dipendente medio. Il Paese ha anche attuato da diversi anni il “say on pay” che dà la possibilità agli azionisti di esprimersi sulla remunerazione degli amministratori, ma senza avere alcun potere vincolante.
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