Regno Unito: anche chi guadagna 60.000 sterline all'anno lotta contro la precarietà

- di: David Lewis
 
Cosa può fare un nucleo familiare che ha un reddito annuo di sessanta mila sterline?
Non è la solita domanda provocatoria che si basa su ragionamenti empirici. Viene dalla consapevolezza che quelle famiglie britanniche che vedono il loro reddito basarsi su questi numeri (che corrispondono all'incirca a settantamila euro) stanno attraversando una fase storica in cui anch'esse devono confrontarsi con il rischio della precarietà.
Alla base di tutto c'è, come riferisce uno studio di abrdn Financial Fairnes Trust, il senso di insicurezza che circonda il  mercato del lavoro nel Regno Unito che, incrociandosi con gli alti costi immobiliari, sta determinando la crescita di una classe media precaria che lotta per mantenere uno standard di vita dignitoso.

Regno Unito: anche chi guadagna 60.000 sterline all'anno lotta contro la precarietà

Nonostante un reddito di sessantamila sterline all’anno, per che molti sarebbe un traguardo, capace di garantire la sopravvivenza.
Secondo abrdn Financial Fairness Trust, un organismo di ricerca istituito dal gestore del fondo, la natura incerta del lavoro significava che c’è una possibilità su tre che qualcuno che guadagna un reddito medio oggi potrebbe non averlo anche l’anno prossimo.
''Caught in the Middle'', questo il nome dello studio, sottolinea come a pagare il prezzo maggiore dei problemi di insicurezza della classe media siano soprattutto i genitori single. 
Nel rapporto si afferma che il 20% di coloro che si collocano nel quinto medio della distribuzione del reddito hanno difficoltà a pagare il cibo e altri beni di prima necessità. Si tratta di persone che guadagnano tra le 30.000 e le 60.000 sterline all'anno, a seconda del tipo di famiglia, persone che ci si aspetta che stiano bene.
Quella che era un tempo la sicurezza derivata dall'avere un reddito di media fascia oggi rischia di evaporare, sotto i colpo dell'aumento del costo della vita, che ha fatto crescere la vulnerabilità delle persone con redditi modesti. 
Ma affrontare le spese quotidiane per le necessità di base, pagare fitti o mutui, non considerando il peso dei debiti assunti per lo studio, rende difficile mantenere uno standard di vita dignitoso.
Ma cosa si intende per qualcuno che ha un ''lavoro insicuro''?
Per lo studio di  abrdn Financial Fairness Trust vi rientrano i lavoratori autonomi o quelli che lavorano alle dipendenze di un ''padrone'' da meno di di due anni, o meno di tre anni se lavora a tempo parziale. 
Insicuri sono anche i lavori a tempo pieno a bassa retribuzione (quella fascia in cui il salario è inferiore alla metà della media di quello a tempo pieno).
La disoccupazione – che combina disoccupazione e inattività economica – è scesa dal 20% al 18%. Ma anche l’occupazione sicura è diminuita, di 1,5 punti percentuali, mentre l’occupazione insicura è aumentata di quattro punti percentuali.
Lo studio ha rilevato che più di una persona su quattro nella fascia media della distribuzione del reddito non aveva un lavoro sicuro e una su sette non aveva un alloggio sicuro. Uno su tre di coloro che si trovano nel quintile medio in un dato anno sarà sceso al quintile inferiore l’anno successivo.
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