Regionali Sardegna - La procura di Cagliari azzoppa Solinas e risolve i problemi politici di Salvini
- di: Redazione
Si ha un bel ripetere la ormai desueta definizione di ''giustizia ad orologeria'' quando, da qualche procura, arriva la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati o di provvedimenti a carico di esponenti della politica. Quindi lo si sta facendo oggi, dopo che la Procura di Cagliari ha disposto un sequestro di beni che ha coinvolto anche l'attuale presidente della Giunta regionale della Sardegna, Christian Solinas, sulla cui riconferma Matteo Salvini stava giocando una partita durissima, ancorché perdente sin dall'inizio.
La procura di Cagliari azzoppa Solinas e risolve i problemi di Salvini
Ora per fortuna di Salvini (e di quegli esponenti della Lega che poco comprendevano la determinazione del segretario nell'insistere affinché Solinas fosse, di nuovo, il candidato del centro-destra), i magistrati gli hanno tolto le cosiddette castagne dal fuoco perché oggi sarebbe ben difficile insistere sul presidente uscente, al centro di un'inchiesta per corruzione. Non vogliamo entrare nel merito dell'indagine e sula sua tempistica, che comunque, essendo arrivata a livello di sequestro di beni, non è certo cominciata ieri o ieri l'altro.
Ma certo questa svolta giudiziaria si dimostra un regalo per la coalizione di governo per il semplice motivo che oggi Salvini, che era in evidente difficoltà, ha una forte motivazione a fare quel passo indietro al quale non era certo predisposto, davanti alla fortissima richiesta di Fratelli d'Italia di candidare un suo esponente e, quindi, fare uscire di scena Solinas. La cui posizione di candidato unico della Lega si era andata indebolendo negli ultimi giorni non tanto per il suo rafforzamento sul fronte politico, quanto perché a Salvini una guerra di logoramento contro un nemico oggettivamente più forte (Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia) non poteva che avere un esito nefasto.
Guardando all'oggi, è evidente che il presidente del consiglio appare vincente nella coalizione di maggioranza ben più dei numeri, perché la sua strategia di fare valere il peso del suo partito e il suo personale sta dandole ragione.
Il problema per Matteo Salvini è oggi quello di non mostrarsi, nel suo partito, come un ''perdente di successo'', posto che, nel continuo ''do ut des'' che sembra caratterizzare la vita della maggioranza, qualcosa la dovrà pure spuntare. Sarà forse una maggiore compattezza - nei fatti e non solo a parole - nella questione dell'autonomia; saranno, più probabilmente, spiragli nella battaglia per il terzo mandato.
Un argomento che ha un orizzonte temporale di medio periodo, se si pensa che l'anno prossimo si andrà al voto in Veneto, dove Luca Zaia ha ben lavorato, ma non può ambire alla riconferma per il vincolo dei due mandati, stante le attuali regole del gioco. Con uno Zaia impossibilitato a cercare il terzo mandato, l'attuale presidente del Veneto potrebbe dimostrarsi il capofila del malcontento in casa leghista, dove i mal di pancia per le scelte strategiche di Salvini cominciano a manifestarsi.