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Putin apre a Zelensky solo a guerra finita, mentre rassicura sull’Alleanza Atlantica

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Putin apre a Zelensky solo a guerra finita, mentre rassicura sull’Alleanza Atlantica

Vladimir Putin si dice disposto a incontrare Volodymyr Zelensky, ma solo alla fine di un processo negoziale che porti alla cessazione delle ostilità. È questa la posizione emersa con chiarezza dalle ultime dichiarazioni del presidente russo, che torna così a porsi come arbitro della pace, ma secondo tempi e modalità rigidamente stabilite dal Cremlino. "Un incontro con Zelensky ha senso solo quando i negoziati saranno completati e ci sarà un testo definitivo su cui discutere", ha detto il leader russo in un’intervista rilasciata alle televisioni federali, ribadendo che i colloqui — se mai ci saranno — non potranno svolgersi in una fase interlocutoria.

Putin apre a Zelensky solo a guerra finita, mentre rassicura sull’Alleanza Atlantica

La guerra in Ucraina, entrata ormai nel suo terzo anno, continua a registrare vittime e distruzioni, mentre sul campo si moltiplicano le azioni di logoramento. Kiev, sostenuta militarmente e finanziariamente dall’Occidente, non sembra disposta ad accettare condizioni imposte unilateralmente da Mosca. Tuttavia, la possibilità di un cessate il fuoco legato alla definizione di un quadro negoziale viene osservata con sempre maggiore attenzione, soprattutto in Europa. Le dichiarazioni di Putin, che pongono limiti stringenti a un faccia a faccia con Zelensky, sembrano destinate a raffreddare ancora una volta le aspettative della diplomazia internazionale.

Trump ago della bilancia nelle narrazioni del Cremlino
Putin torna anche ad affrontare il tema della politica statunitense, affermando che la guerra in Ucraina non sarebbe mai scoppiata se Donald Trump fosse stato presidente al momento dell’invasione. Una dichiarazione che conferma la sintonia, più volte manifestata, tra lo “zar” del Cremlino e l’ex presidente repubblicano, tornato oggi alla Casa Bianca. Il messaggio di Putin è chiaro: la nuova amministrazione statunitense potrebbe, a suo dire, rappresentare un punto di svolta per la crisi ucraina, segnando una discontinuità rispetto al sostegno offerto finora da Washington a Kiev sotto la presidenza Biden.

Il riarmo della Nato e l’assenza di minacce

Un altro passaggio importante delle dichiarazioni di Putin riguarda la Nato. Il presidente russo ha affermato che il riarmo dell’Alleanza atlantica in Europa orientale non rappresenta, al momento, una “minaccia reale” per la Russia. Una frase che segna un cambio di tono rispetto alla retorica incendiaria usata in passato. "Non abbiamo intenzione di attaccare alcun Paese membro della Nato", ha sottolineato Putin, aggiungendo che Mosca è ben consapevole della disparità di forze in caso di scontro diretto con l’intero blocco occidentale. Tuttavia, ha anche avvertito che un allargamento ulteriore o iniziative provocatorie potrebbero alterare gli attuali equilibri.

Il doppio fronte del Cremlino: guerra e diplomazia
Quella di Putin appare come una strategia su due binari: da un lato, il mantenimento della pressione militare in Ucraina e la difesa delle conquiste territoriali russe; dall’altro, l’apertura a un possibile percorso di negoziazione, purché sia conforme agli interessi e ai tempi di Mosca. La disponibilità a un incontro con Zelensky viene così subordinata a un processo negoziale già avviato, di cui il Cremlino pretende di dettare condizioni e contenuti. Questo approccio conferma la volontà russa di controllare l’agenda del dialogo, senza lasciare spazio a mediazioni esterne non gradite.

Reazioni caute ma preoccupate dalle cancellerie europee
In Europa, le parole di Putin sono state accolte con cauto scetticismo. Mentre alcuni vedono spiragli di distensione, la maggior parte degli osservatori sottolinea come il leader russo non abbia mostrato alcuna reale disponibilità a fermare le ostilità. Al contrario, la condizione posta — quella di un incontro solo a conflitto finito — rischia di legittimare la guerra come strumento di pressione diplomatica. La Commissione Europea ha ribadito la propria vicinanza a Kiev, mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha sollecitato Mosca ad avviare un negoziato serio e verificabile.

Un equilibrio instabile e le mosse di Washington
L’amministrazione Trump, finora cauta nel commentare l’evoluzione del conflitto russo-ucraino, potrebbe trovare in queste aperture parziali di Putin una leva per ridefinire il proprio ruolo nella gestione della crisi. Le affermazioni del presidente russo, infatti, sembrano costruite per parlare anche — se non soprattutto — al pubblico americano e alla nuova leadership, con l’obiettivo di esplorare vie di uscita che non implichino una sconfitta per Mosca. La Casa Bianca, intanto, non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma sta seguendo da vicino la possibile ripresa di una trattativa, anche se condizionata.

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