"Premio Internazionale della Bontà", riconoscimento speciale per Antonio Pignataro

- di: Barbara Bizzarri
 
Da sempre impegnato nella lotta per salvare i giovani dalla droga, Antonio Pignataro, uno degli investigatori più bravi e coraggiosi nella Polizia, ex questore di Macerata, attuale dirigente generale della Polizia di Stato e consulente del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, è stato insignito del premio conferito dall’Associazione di Volontariato “Comitato della Croce” nell’ambito del Premio Internazionale della Bontà, che si terrà a Treviso sabato 31 agosto alle 20,30 nella Chiesa di San Nicolò: dedicato al ricordo del sacrificio delle vittime del terrorismo, della mafia e di ogni forma di criminalità, è stato ospitato, per l’edizione dell’anno scorso, a Gubbio.

"Premio Internazionale della Bontà", riconoscimento speciale per Antonio Pignataro

Un riconoscimento prestigioso, tributato in passato anche al Giudice Nicola Gratteri e al capo della Polizia Franco Gabrielli. Premiato anche il mese scorso per il suo impegno contro il consumo di droghe tra i giovani durante "Droga, minori e criminalità", convegno sull'analisi del fenomeno delle commistioni tra criminalità e droga, l’incessante impegno di Pignataro ha originato la sentenza delle sezioni unite della Corte di Cassazione del 30 maggio 2019, che ha decretato la fine dei contrasti giurisprudenziali relativi ai negozi di cannabis light.

Nel corso di un evento organizzato a maggio dalla Presidenza della Regione Lazio con l'assessore Flavio Cera a Valmontone, Antonio Pignataro e Don Antonio Coluccia, parlando a una platea di trecento ragazzi, lanciarono un appello congiunto alla stampa: “Salvate la vita e tutelate la salute dei nostri ragazzi. È un dovere sacrosanto degli organi di stampa e di tutta la politica, come ha anche dichiarato in più occasioni il sottosegretario Alfredo Mantovano, informare correttamente i nostri ragazzi e non tradirli, abbandonandoli al mondo della droga e, quindi, all’egemonia della criminalità. Al contrario, occorre dare informazioni scientificamente corrette e non fuorvianti per le giovani generazioni. Occorre che la parola ed eventuali decisioni vengano lasciate alla Comunità Scientifica e, quindi, informate correttamente i nostri ragazzi dei danni che provocano le droghe, comprese quelle maldestramente definite leggere come cannabis e hashish, sostanze attraverso le quali si entra nel tunnel della droga anche alla tenera età di 11 anni. Lavorate con coscienza mettendo il culto del dovere e gli studi della comunità scientifica al di sopra delle ideologie di ciascuno di voi”. 

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