Nell’ipotesi di prossima dismissione di una delle più prestigiose unità simbolo della rinascita della Marina Militare Italiana, la nave “Giuseppe Garibaldi”, prima portaerei della marina italiana, si delinea il progetto, guidato dall’ammiraglio Sergio Biraghi, storico Capo di Stato Maggiore della Marina e oggi Vicepresidente del Centro di analisi sulla marittimità, Giuseppe Bono, il cui Consiglio gli ha conferito pieno mandato a perseguire questo piano, per la trasformazione della unità militare, che compie 40 anni, in un sito museale, culturale, congressuale e di formazione sulla marittimità dell’Italia, sul Mediterraneo e sulla Marina, collocato nel porto di Genova, in continuità assoluta con il suo stato di servizio.
Portaerei Garibaldi, al via il progetto per farne un sito museale
“Le chiavi di lettura di questa nuova sfida - sottolinea il Vicepresidente del Centro Bono, Sergio Biraghi - sono il prestigio ma anche un’incredibile potenzialità economica insita nel riutilizzo museale, culturale, universitario, di una nave così prestigiosa, protagonista di tutte le più recenti campagne che hanno visto la partecipazione attiva della Marina Militare Italiana”.
Il progetto, che è già stato condiviso nelle sue linee essenziali con i vertici della Marina Militare Italiana ricalca per filosofia dell’intervento quello che ha fatto della portaerei USS Intrepid una delle principali attrazioni turistiche e culturali di New York. Un grande sito in grado di polarizzare interessi turistici, congressuali, di studio e di favorire al tempo stesso l’insediamento a Genova, non casualmente in una porzione di porto immediatamente a ridosso dell’area crocieristica, di importanti realtà direttamente connesse con la vocazione marittima e mediterranea del più importante porto del Paese.
Lo studio preliminare vede l’ammiraglio Biraghi come referente principale: 20 anni fa, nell’agosto del 2005, proprio Biraghi fu il protagonista del progetto di trasferimento del sottomarino Enrico Toti, per 4 anni in stato di abbandono nel porto fluviale di Cremona, sino al Museo della Scienza e della Tecnica nel centro di Milano. Un trasferimento dal porto fluviale di Cremona attraverso le campagne lombarde e il tessuto urbano di Milano, sfiorando talora i palazzi, che ebbe le caratteristiche di una vera e propria avventura e il cui sforzo fu sostenuto da importanti realtà imprenditoriali che finanziarono l’operazione.
Anche a Genova, secondo i primi sondaggi effettuati dal Centro Bono, si sta ricreando lo stesso habitat favorevole, sia a livello istituzionale che di grandi gruppi e famiglie imprenditoriali che hanno già manifestato un primo interessamento a far parte dell’avventura-Garibaldi: in città, la precedente esperienza dell’Acquario ha dimostrato come queste iniziative dispieghino in breve tempo tutta la loro potenzialità.
Il progetto, che rientra nei grandi progetti per Genova come ribadito dal Sindaco, Marco Bucci, si basa su un pre-requisito essenziale, ovvero il riuso immediato della nave non appena sarà dismessa dalla Marina e per la quale questo utilizzo potrebbe risultare alternativo rispetto alle eventuali ipotesi di cessione a Marine estere; quella che è stata l’ammiraglia della flotta italiana, è stata anche il simbolo di una svolta epocale, il salto di livello come proiezione globale del Paese. Ora è destinata a diventare al tempo stesso un simbolo della marittimità italiana e genovese, nonché del ruolo della Marina.