Deloitte, Poggi: "Italia sempre più digitale ma servono ulteriori investimenti"

- di: Daniele Minuti
 
Un processo che procede ma non ancora con la velocità necessaria: è questo il quadro dipinto dalla rielaborazione fatta da Deloitte dei dati Istati sul rapporto Bes 2021, riguardante lo stato del percorso di digitalizzazione in Italia.

A commentarlo è stato Andrea Poggi (nella foto), Innovation Leader di Deloitte North and South Europe, con un intervento sul sito ufficiale: "Il 69,2%% degli italiani usa regolarmente internet, solo un decennio fa invece eravamo fermi al 43,9%, una crescita certificata dai dati Istat e su questi cambiamenti nella digitalizzazione avevamo acceso i riflettori con lo studio presentato all'Innovation Summit, evento annuale in cui indichiamo tendenze e novità nel mondo dell'innovazione. Dietro alla crescita del dato medio però c'è ancora un grosso solco: le donne sono meno propense degli uomini, gli anziani non hanno ancora abbastanza familiarità e il Sud è ancora molto penalizzato. Disparità che si alimenta anche per via del problema delle infrastrutture, su cui bisogna investire in fretta. Difatti il nuovo ministro per il Digitale, Vittorio Colao, ha annunciato l'obiettivo di garantire internet ultra veloce a famiglie e imprese entro il 2026".
I dati sul gap territoriale dati dall'Istat mostrano una divisione che aumenta invece che diminuire, quantificabile nel 2020 con 10 punti percentuali (addirittura 3 punti in più rispetto al dato registrato un decennio prima).

C'è quindi bisogno di agire: "Serve muoversi in questa direzione" - continua Poggi - "perché il gap penalizza cittadini e aziende, nel rapporto si nota che un terzo delle famiglie italiane non dispone di internet e computer, situazione che può portare a emergenze educative in periodo di DAD: un basso livello di istruzione è un fenomeno da controllare, anche perché la capacità di innovazione ne è legata in maniera stretta. L'Italia però ha anche grande potenziale di crescita, come detto dal premier Draghi siamo una potenza culturale e che ha una sensibilità e tradizione artistica senza pari. Possiamo, grazie a questo, costruire un modello di innovazione sostenibile in cui scienza e tecnologia siano contaminate dalle discipline umanistiche, un'innovazione che ponga l'uomo al centro insieme alla sostenibilità".

La conclusione di Poggi detta la strada per il futuro: "Gli ultimi dati del rapporto Bes sono però incoraggianti, con l'innovazione cresciuta del 7% fra 2016 e 2018. Alcune imprese sono riuscite a reggere l'urto della pandemia mentre altre sono state colte impreparate. Confidiamo però che la lezione della pandemia non sia vana, questa esperienza dimostra che digitalizzarsi sia un imperativo. Secondo le linee guida della Commissione Europea per l'uso del Next Generation EU infatti, almeno un quinto dei fondi dovrà essere utilizzato per la transizione digitale. E aiutare le imprese a gestirla verso modelli di business che uniscano innovazione antropocentrica e sostenibilità è la missione che svolge Deloitte".
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