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PNRR, l’Italia incassa l’ottava rata e guarda al traguardo

- di: Vittorio Massi
 
PNRR, l’Italia incassa l’ottava rata e guarda al traguardo
PNRR, l’Italia incassa l’ottava rata e corre verso il traguardo
Da Bruxelles 12,8 miliardi: Roma accelera e chiede già la nona tranche.

(Foto: la cabina di regia del PNRR).

Arriva l’ottava rata del PNRR italiano: 12,8 miliardi che portano il totale delle risorse già incassate a 153,2 miliardi. Il via libera europeo segue la verifica sul raggiungimento degli obiettivi collegati alla tranche, tra target operativi e passaggi amministrativi.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rivendica il passo italiano: "L’Italia si conferma capofila in Europa nell’attuazione del PNRR". In termini di avanzamento, l’Italia risulta più avanti rispetto a una media europea più bassa, e il governo sottolinea la quota già ottenuta sulla dotazione complessiva del Piano.

Riforme e misure che pesano

La tranche sostiene interventi in più ambiti: pubblica amministrazione, appalti pubblici, economia circolare, gestione dell’acqua, digitalizzazione, energie rinnovabili e contrasto alla povertà energetica, oltre a turismo, istruzione, ricerca, innovazione e occupazione. Tra i passaggi considerati decisivi figurano la riduzione dei tempi di pagamento della PA e l’avanzamento del quadro normativo sulle rinnovabili.

Il vicepresidente della Commissione, Raffaele Fitto, lega l’erogazione a effetti già percepibili: "Interventi strategici in settori chiave con benefici concreti per cittadini e imprese".

L’ultimo miglio: già chiesta la nona rata

Per il governo la parola d’ordine è continuità. Il ministro per gli Affari europei, il PNRR e la Coesione, Tommaso Foti, sintetizza così la fase: "Siamo all’ultimo miglio nell’attuazione del Piano". In parallelo, l’Italia ha già presentato la richiesta per la nona (e penultima) rata, ancora da 12,8 miliardi.

Se il ritmo di attuazione resterà stabile, l’obiettivo è arrivare alla scadenza finale del 2026 con la maggior parte delle tappe completate e le risorse effettivamente trasformate in cantieri, servizi e riforme.

Flessibilità dei Piani e il “conto” europeo

Con l’avvicinarsi delle scadenze, l’Unione ha aperto spazi di rimodulazione dei Piani: una valvola per ricalibrare traguardi giudicati non più raggiungibili senza bloccare l’impianto complessivo. L’Italia ha utilizzato questa possibilità per mantenere la traiettoria di spesa e obiettivi.

Resta però un tema destinato a pesare nel prossimo negoziato sul bilancio europeo: il debito comune generato dall’emissione di titoli per finanziare il Next Generation EU. Un passaggio che riaccende il confronto tra Paesi più rigoristi e chi difende la portata straordinaria dello strumento.

Il quadro in sintesi: l’Italia incassa, chiede la tranche successiva e si gioca la partita decisiva tra accelerazione dei progetti e sfida politica sul futuro finanziario dell’Unione.

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