In Italia, allo stato attuale, non è più necessario incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili come il fotovoltaico e l’eolico. A sostenerlo è il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, intervenuto sabato alla manifestazione Atreju, nel corso di un confronto dedicato ai temi dell’energia e delle politiche ambientali.
Pichetto: “Non è più necessario incentivare eolico e fotovoltaico”
Nel suo intervento, il ministro ha tracciato un quadro dell’attuale situazione del sistema energetico nazionale, soffermandosi in particolare sui costi di produzione delle principali fonti rinnovabili e sul peso che queste hanno ormai raggiunto all’interno della produzione complessiva di energia elettrica in Italia.
Il fotovoltaico e la competitività dei costi
Secondo quanto spiegato da Pichetto, il fotovoltaico ha oggi raggiunto livelli di maturità tecnologica e industriale tali da non rendere più necessari strumenti di incentivazione. «Il fotovoltaico – ha affermato il ministro – è in grado di produrre a 55-60 euro, quindi metà di quello che è il prezzo di mercato».
Un dato che, nelle parole del ministro, evidenzia come questa tecnologia sia ormai competitiva dal punto di vista economico e in grado di sostenersi senza il ricorso a ulteriori sostegni pubblici. Il riferimento al prezzo di mercato serve a collocare il costo di produzione del fotovoltaico all’interno del contesto più ampio del mercato dell’energia.
L’eolico e il confronto sui costi
Accanto al fotovoltaico, Pichetto ha citato anche l’eolico, indicando per questa fonte un costo di produzione leggermente superiore. «L’eolico ha una decina, 15 euro in più», ha spiegato il ministro, facendo un confronto diretto tra le due tecnologie.
Anche in questo caso, il riferimento ai costi viene utilizzato per sottolineare come l’eolico si collochi comunque su livelli che, secondo il ministro, non rendono più indispensabile il ricorso a politiche di incentivazione dedicate, alla luce della situazione attuale del mercato.
Il peso delle rinnovabili nella produzione nazionale
Nel suo intervento, Pichetto ha poi richiamato l’attenzione sui volumi di energia prodotti da eolico e fotovoltaico in Italia. Secondo i dati citati dal ministro, queste due fonti rinnovabili hanno raggiunto «il 50% di quella che è la produzione nazionale».
In termini quantitativi, questo significa una produzione pari a 260-270 terawattora, un valore che rappresenta una quota significativa del totale dell’energia elettrica prodotta nel Paese. Pichetto ha messo questo dato in relazione con il livello complessivo dei consumi, che ha indicato in 310 terawattora.
Il confronto tra produzione e consumo consente di delineare un quadro in cui una parte rilevante dell’energia utilizzata in Italia è già coperta dalla produzione nazionale, con un contributo rilevante proprio da parte di eolico e fotovoltaico.
Il quadro attuale del sistema energetico
«Questo è il quadro di oggi», ha sottolineato il ministro, sintetizzando la situazione attuale del settore energetico italiano così come emerge dai dati sui costi e sui volumi di produzione delle rinnovabili.
Le dichiarazioni di Pichetto si inseriscono in un contesto in cui il dibattito sulle politiche energetiche è fortemente legato alla valutazione dell’efficacia degli incentivi e alla loro necessità nel tempo, in relazione all’evoluzione delle tecnologie e dei mercati.
Lo sguardo al futuro
Pur ribadendo che, allo stato attuale, non ritiene più necessario incentivare fotovoltaico ed eolico, il ministro ha concluso il suo intervento richiamando la necessità di mantenere una prospettiva di lungo periodo. «Poi noi avremo il dovere di pensare anche al futuro», ha affermato.
Un passaggio che richiama l’attenzione sulla dimensione prospettica delle politiche energetiche, pur restando ancorato alla fotografia del presente tracciata nel corso dell’intervento ad Atreju.