Pelazzi (Argenta SOA): "Il Governo intervenga per salvare il settore dell'edilizia"

- di: Daniele Minuti
 
Giovanni Pelazzi, presidente del Centro Studi sugli Appalti Pubblici di Argenta SOA, ha presentato i risultati di un report realizzato sui dati Istat e di un sondaggio, relativo allo stato di salute del settore delle costruzioni in Italia. E il grido di allarme del segmento edilizia è sempre più forte.

Giovanni Pelazzi (Argenta SOA) lancia l'allarme per il settore delle costruzioni

"L’aumento dei costi delle materie prime, la scarsità di materiali e la carenza di personale qualificato" - ha spiegato Pelazzi - "rischiano di bloccare la ripartenza del mondo dell’edilizia. I dati elaborati dal nostro Osservatorio evidenziano i rischi all’orizzonte del settore. Questo stato di cose pesa in maniera significativa sulle prospettive di crescita del settore e del Paese. Tre quarti degli imprenditori segnalano la necessità di avere una compensazione non solo di una parte dei costi delle materie prime ma anche degli aumenti di prezzo delle componenti (apparecchiature meccaniche, materiali impiantistici) che rappresentano una voce di costo importante per le imprese".

I timori delle imprese riflessi nel report si concentrano sull'aumento dei costi delle materie prime (60%), scarsità di materiali (20%) e personale qualificato (20%). Il tutto accompagnato da un forte pessimismo sul futuro del settore per il prossimo trimestre, con il 60% dei partecipanti che ritengono insufficienti le misure governative mentre il 40% si ritiene poco soddisfatto (l'80% ritiene fondamentale apportare modifiche al codice degli appalti e abbassare i costi delle materie prime per realizzare le opere del PNNR).

Pelazzi ha proseguito: "Quasi tre quarti degli imprenditori (74% delle risposte), ritiene indispensabile implementare alcuni interventi finalizzati a compensare non solo una parte dei costi delle materie prime ma anche gli aumenti di prezzo delle componenti (apparecchiature meccaniche, materiali impiantistici) che rappresentano una voce di costo importante per le imprese e hanno ricadute significative sulla realizzazione degli interventi. Inoltre, viene sollecitata (90% dei rispondenti) la richiesta di riconoscere l’attestazione SOA anche per le imprese che realizzano lavori incentivati dallo Stato (che, quindi, ricadono in parte sul bilancio pubblico) anche se realizzati dai privati o, comunque, anche per i lavori sopra soglia (150mila euro), come avviene per gli appalti pubblici. Un altro aspetto interessante, infine, riguarda il tema della formazione del personale della PA che è ritenuto, in molti casi, inadeguato a programmare progetti qualitativamente validi e provvedimenti adeguati.Questa survey lancia un monito chiaro e netto: se si va avanti di questo passo, anche se al momento la situazione del settore è buona, rischiamo di non cogliere appieno le opportunità offerte dal PNRR e di perdere un’occasione unica per modernizzare il Paese e sostenere la ripresa. Il Governo, che già ha fatto molto per il settore, deve continuare ad ascoltare la voce degli imprenditori e intervenire per prevenire, fino a quando è possibile, il peggioramento che già si intravede all’orizzonte. Ritardare significherebbe mettere a rischio l’esistenza di molte imprese e, quindi, la tenuta dell’occupazione in un settore che è cruciale in questa fase storica particolarmente delicata".

Pelazzi conferma la grande attenzione sull'aumento dei prezzi delle opere pubbliche, possibile ostacolo alla realizzazione delle opere introdotte dal PNNR (con un impatto rilevante sulla collettività), approvando inoltre l'intervento del ministro Giovannini per semplificare le procedure di compensazione per i costi dei materiali che sono andati oltre l'8%. Ma non basta, dato che il rincaro di materie prime e la scarsità dei materiali frena i lavori pubblici e blocca i contratti privati sottoscritti prima del 2021.

La conclusione di Pelazzi: "C'è un "tesoretto" creatosi tra le maglie della spesa statale grazie al miglioramento del quadro di finanza pubblica precedente allo scoppio della guerra che il Governo intende utilizzare per sostenere le imprese e le famiglie in questa particolare fase congiunturale, caratterizzata da elevata inflazione e da aumenti straordinari dei prezzi delle materie prime. Nel DEF 2022 appena approvato viene evidenziato, infatti, come il quadro di finanza pubblica sia più favorevole rispetto alle precedenti proiezioni, grazie al miglioramento dei saldi nel 2021: in assenza di nuovi interventi governativi, infatti, il deficit è atteso al 5,1% del PIL, contro un target di 5,6% stimato nella NADEF a settembre scorso. Il Governo ha deciso di mantenere il profilo di rapporto deficit/PIL già indicato nella NADEF per tutto l’orizzonte di previsione e, in virtù di questo, ha creato lo spazio per interventi fiscali espansivi del valore di mezzo punto di PIL quest’anno (pari a circa 10 miliardi di euro). Questi soldi- conclude Pelazzi- verranno utilizzati per mitigare gli effetti dell’aumento dei costi della bolletta energetica sui bilanci di famiglie e imprese (prorogando il DL Bollette) ma anche per aiutare le imprese a recuperare una parte degli extra costi lievitati a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime.
Con particolare riferimento al settore delle costruzioni, che è uno dei comparti che sa risentendo di più dell’attuale situazione internazionale a causa dell’aumento dei costi di materiali per l’edilizia (cemento, calce, acciaio, legno), una parte del “tesoretto” verrà utilizzata per coprire l’incremento dei prezzi delle opere pubbliche"
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