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Il Parmigiano Reggiano di montagna cresce ancora: oltre 884.000 forme nel 2024

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Il Parmigiano Reggiano di montagna cresce ancora: oltre 884.000 forme nel 2024

La montagna emiliana consolida il suo ruolo strategico nella produzione del Parmigiano Reggiano, con dati in crescita che testimoniano la forza di un progetto di rilancio avviato ormai otto anni fa. Nel 2024, infatti, la produzione degli 84 caseifici di montagna delle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna ha superato le 884.000 forme, con un aumento del +2,6% rispetto al 2023 e del +15,4% rispetto al 2016, anno in cui il Consorzio ha inaugurato una politica specifica di valorizzazione dell’area montana. I dati sono stati resi noti stamattina durante la conferenza stampa di presentazione della 59ª Fiera del Parmigiano Reggiano, in programma a Casina, in Appennino, dall’1 al 4 agosto.

Il Parmigiano Reggiano di montagna cresce ancora: oltre 884.000 forme nel 2024

A crescere non è soltanto la produzione di forme, ma anche quella di latte, che ha superato le 425.000 tonnellate nel 2024, con un incremento dell’1,6% rispetto al 2023 e dell’11,9% rispetto al 2016. Questo risultato è merito del lavoro di oltre 800 allevatori attivi nelle zone montane, che contribuiscono a garantire la qualità e la tracciabilità di un prodotto Dop sempre più apprezzato dal mercato. Il Parmigiano Reggiano realizzato in montagna rappresenta oggi oltre il 21,7% della produzione totale della denominazione, confermandosi come il prodotto Dop più importante ottenuto in aree montane.

Il valore della certificazione "Prodotto di Montagna"

Uno degli strumenti chiave del rilancio è stata l’introduzione della certificazione aggiuntiva "Parmigiano Reggiano Prodotto di Montagna", varata dal Consorzio nel 2016 per rafforzare la sostenibilità delle aree interne e dare garanzie aggiuntive ai consumatori. Secondo gli ultimi dati disponibili, le forme certificate con questo marchio hanno superato quota 230.700 nel 2024, con una crescita dell’1,78% rispetto al 2022 e del 29,6% rispetto al 2016. Questo significa che quasi un terzo del Parmigiano prodotto in montagna è oggi anche riconosciuto come "prodotto di montagna", a testimonianza del successo di questa operazione di posizionamento sul mercato.

Dal 2025 un premio economico per chi certifica la qualità
Novità importante per il 2025 è la modifica al regolamento della certificazione, che introdurrà un premio fisso di circa 50 centesimi al chilo – pari a circa 20 euro per ogni forma – per ogni forma che supererà la selezione sensoriale e verrà bollata a fuoco come "Prodotto di Montagna" dopo 20 mesi di stagionatura. Questo incentivo economico ha l’obiettivo di sostenere concretamente i caseifici che scelgono di valorizzare la propria produzione secondo criteri di qualità e identità territoriale, rafforzando così la competitività dell’intero comparto.

Bertinelli: “Un volano per l’economia dell’Appennino”
“Il Parmigiano Reggiano si riconferma un elemento chiave per fortificare l’economia e preservare l’unicità dell’Appennino emiliano”, ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio. “La nostra Dop rende possibile il mantenimento dell’agricoltura in zone altrimenti abbandonate e contribuisce allo sviluppo di una società modernamente agricola, capace di costruire un paesaggio riconoscibile e apprezzato tanto dai residenti quanto dal turismo di qualità”. Una strategia, quella del Consorzio, che mira a fare della montagna un laboratorio di eccellenza, dove produzione casearia, sostenibilità e tutela del territorio camminano insieme.

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