Papa Francesco sull’intelligenza artificiale: "Mai violare la dignità umana per l’efficienza"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 

In un messaggio inviato al Forum economico di Davos, Papa Francesco ha lanciato un monito sull’uso dell’intelligenza artificiale, avvertendo sul rischio di un approccio tecnocratico che possa mettere in secondo piano i valori fondamentali della persona umana. «Esiste il pericolo che l'IA venga usata per promuovere il 'paradigma tecnocratico', secondo il quale tutti i problemi del mondo possono essere risolti con i soli mezzi tecnologici», ha dichiarato il Pontefice, sottolineando che l’efficienza non deve mai prevaricare la dignità dell’essere umano.

Papa Francesco sull’intelligenza artificiale: "Mai violare la dignità umana per l’efficienza"

Un intervento che si inserisce in un dibattito sempre più acceso a livello globale sul ruolo e i limiti dell’intelligenza artificiale, in particolare in settori sensibili come il lavoro, la salute e la sicurezza sociale. Il Papa ha esortato i leader mondiali presenti a Davos a considerare le implicazioni etiche dell’IA, evitando che il progresso tecnologico venga perseguito a discapito dei diritti fondamentali delle persone. «Non possiamo permettere che la tecnologia, anziché servire l’uomo, lo domini e lo riduca a mero ingranaggio di un meccanismo produttivo» ha ribadito, ponendo l’accento sulla necessità di uno sviluppo equilibrato e sostenibile.

Il rischio di una società dominata dalla tecnologia

Le parole del Pontefice arrivano in un momento in cui il dibattito sull’intelligenza artificiale si fa sempre più pressante, con le grandi aziende tecnologiche che spingono per una rapida implementazione di strumenti automatizzati in diversi settori. Dall’industria al mondo del lavoro, passando per la pubblica amministrazione e la sanità, l’IA sta ridefinendo i confini delle decisioni umane, con un impatto profondo sulle relazioni sociali e sulla gestione delle risorse.

Secondo Francesco, il rischio maggiore è che l’efficienza tecnologica venga elevata a unico criterio decisionale, escludendo le dimensioni etiche e sociali. «La tecnologia deve essere al servizio del bene comune, non può sostituire il discernimento umano né erodere il tessuto sociale basato sulla solidarietà e la giustizia», ha ammonito, richiamando la necessità di una regolamentazione internazionale che garantisca un approccio responsabile all’IA.

L’appello alla politica e all’economia

Nel suo messaggio, il Papa ha invitato politici e imprenditori a guardare oltre i profitti immediati e a considerare il destino delle generazioni future. «L'intelligenza artificiale deve essere uno strumento di inclusione, non di esclusione», ha sottolineato, facendo riferimento al rischio che le nuove tecnologie possano ampliare il divario tra ricchi e poveri, tra chi ha accesso alle risorse tecnologiche e chi ne rimane escluso.

Francesco ha poi toccato il tema del lavoro, ribadendo che l'automazione non deve tradursi in perdita di occupazione o in un indebolimento dei diritti dei lavoratori. «Le nuove tecnologie devono generare opportunità per tutti, e non creare nuove forme di emarginazione e sfruttamento», ha affermato, appellandosi alla responsabilità sociale delle imprese.

Il ruolo della Chiesa nel dibattito sull'IA

Non è la prima volta che il Pontefice affronta il tema dell’intelligenza artificiale. Già in passato aveva sottolineato la necessità di un’etica della tecnologia, richiamando la comunità scientifica e politica a un dialogo aperto e trasparente. La Chiesa, con il suo magistero sociale, intende offrire una prospettiva umanistica al progresso tecnologico, ribadendo che l’innovazione deve essere sempre al servizio della persona e non viceversa.

In questa direzione si collocano anche le iniziative promosse dalla Santa Sede, come l'adesione alla "Rome Call for AI Ethics", una dichiarazione di principi che invita governi e aziende tecnologiche a un uso responsabile e inclusivo dell'intelligenza artificiale.

Prospettive future e sfide globali

L’intervento del Papa a Davos arriva in un momento in cui le grandi potenze stanno elaborando normative per regolamentare l’IA. L’Unione Europea ha recentemente approvato il "AI Act", una legge che mira a regolamentare gli usi più rischiosi della tecnologia, mentre negli Stati Uniti e in Cina si discute su come bilanciare l’innovazione con la sicurezza e la privacy dei cittadini.

L’auspicio di Francesco è che la politica riesca a farsi carico di una visione a lungo termine, capace di coniugare progresso e valori umani, senza cedere alla tentazione di un tecnocentrismo che rischia di svuotare di significato il vivere sociale. «Abbiamo bisogno di un progresso che sia realmente umano, che sappia coniugare tecnologia e saggezza, scienza e coscienza», ha concluso il Papa nel suo messaggio, lanciando un appello ai decisori globali affinché l’intelligenza artificiale diventi un alleato dell’uomo e non uno strumento di controllo e sfruttamento.

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