Panetta insiste: "Arrivare presto ad un taglio dei tassi"

- di: Redazione
 
Se c'è una cosa, tra le tante, che deve essere riconosciuta a Fabio Panetta è che ha le idee ben chiare e non perde occasione di ribadirle. Lo fa oggi, da governatore della Banca d'Italia, lo ha fatto anche nel recente passato. Il tema, in questo caso, è il taglio dei tassi di interesse che Panetta chiede con forza alla Bce attribuendo ''fondamentale importanza'' ad una azione tempestiva su questo delicato dossier che, se non risolto, potrebbe avere come riflesso una fase di stagnazione dell'economia europea.

Panetta insiste: "Arrivare presto ad un taglio dei tassi"

Il tema di un necessario taglio dei tassi di interesse è stato sempre uno dei punti forti delle prese di posizione ufficiali di Panetta che, negli ultimi mesi, vi ha fatto riferimento in diverse occasioni.
Lo ha fatto anche a Francoforte dove, in occasione della conferenza della Bce per il lancio del network ChaMP, ha riaffermato come a suo avviso la Banca centrale europea, e per essa il Consiglio direttivo, debba procedere, in tempi stretti, ad un taglio dei tassi.
Nel suo intervento Panetta è partito da una considerazione, suffragata dall'evidenza dei dati: ''I rischi al rialzo per l’inflazione che hanno dominato nel 2022-2023 si sono attenuati, lasciando più o meno in equilibrio l’incertezza sulla dinamica dei prezzi, mentre i rischi per l’attività economica rimangono orientati verso il basso''.

Alla politica monetaria restrittiva Panetta ha attribuito, quest'anno, un effetto sull’inflazione che ha inciso in misura maggiore rispetto al 2023. Partendo dal manifestarsi di un ridimensionamento delle prospettive dell’economia, Panetta ha affermato che questo ''implica che la Bce dovrebbe considerare la possibilità che la politica monetaria possa diventare troppo restrittiva andando avanti. La politica monetaria è ovviamente troppo restrittiva se finisce per provocare una profonda recessione , ma è anche troppo restrittiva se spinge l’inflazione al di sotto del target e provoca una stagnazione prolungata. Siamo ragionevolmente lontani dal primo scenario, ma non possiamo ancora escludere la seconda''.

A giustificare tempi più stretti, rispetto all'agenda che la Bce pare avere elaborato per arrivare ad un abbassamento dei tassi, c'è l'argomento della produttività delle imprese.
Per Panetta ulteriori ritardi nell’adeguamento dei tassi di interesse al calo dell’inflazione disincentiverebbe le aziende dall’investire, ''ritardando l’espansione dello stock di capitale, ostacolando la produttività e generando a svantaggio competitivo per l’area dell’euro sui mercati globali''.
Ma l'andamento dell'inflazione è realmente rassicurante?

Il Governatore della Banca d'Italia ne è convinto, asserendo che ''le aspettative di inflazione sono ben ancorate e la probabilità di una spirale inflazionistica autosostenuta è bassa. I dati sul mercato del lavoro suggeriscono che la crescita salariale potrebbe aver raggiunto il picco nel 2023 e si sta evolvendo in linea con le nostre proiezioni, che prevedono un ritorno al nostro obiettivo nel 2025''.
Tra gli argomenti che hanno caratterizzato l'intervento di Panetta ce n'è stato uno destinato probabilmente ad aprire un dibattito. E' quello che riguarda i salari che, ha detto, vanno considerati assieme ad altre variabili come i profitti e la produttività.

A tale proposito la riflessione del Governatore della Banca d'Italia è che le imprese
''potrebbero assorbire l’aumento dei salari (e potenzialmente anche dei costi totali) riducendo i margini di profitto. Questa compensazione richiede una compressione temporanea dei margini di profitto e questo è più probabile che si verifichi quando la domanda è debole e i margini sono alti. Questo è attualmente il caso dell’area dell’euro''.
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