Panetta: "Il sistema bancario italiano conferma la sua stabilità"

- di: Redazione
 
Il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, ha colto l'occasione di un evento del gruppo BCC Icrea per la sua prima uscita ufficiale, dal giorno del suo insediamento a Palazzo Koch, per sottolineare che il sistema bancario italiano conferma la sua solidità e che i provvedimenti presi dalla Bce per contrastare la parabola ascendente dell'inflazione erano necessari. 
La "situazione positiva" delle banche italiane, per Panetta, "è un punto di forza dell'economia nel suo complesso" e il sistema "è in grado di gestire sviluppi sfavorevoli. Ci si può attendere che nel prossimo biennio la sua redditività si riduca, ma rimanga ampiamente positiva".

Panetta: "Il sistema bancario italiano conferma la sua stabilità"

Per il governatore, poi, "con l'indebolimento della congiuntura economica in Europa e Italia , alcuni fattori che hanno finora rafforzato le banche potrebbero venire meno nei prossimi mesi". Panetta ha quindi sottolineato che "il ruolo delle banche è particolarmente rilevante nella fase attuale, caratterizzata da un elevato grado di incertezza e da cambiamenti tecnologici, climatici e geopolitici che stanno influenzando l’attività produttiva e il commercio a livello mondiale. In questo difficile momento di transizione, un’efficiente allocazione del credito da parte degli intermediari è essenziale per accompagnare le necessarie trasformazioni, la digitalizzazione e la decarbonizzazione delle imprese italiane. Soprattutto quelle piccole e medie, che traggono dal credito gran parte dei finanziamenti esterni".
Il buono stato, reddituale e patrimoniale, del sistema bancario nazionale, "anche grazie alle politiche pubbliche attuate in anni recenti a livello sia europeo sia nazionale", ha consentito di superare "senza grandi difficoltà le conseguenze economiche della pandemia e dell’invasione dell’Ucraina. I prestiti deteriorati in rapporto a quelli complessivi sono in calo continuo dal picco del 2015".
Da parta sua, ha aggiunto, "la redditività del capitale è salita a livelli che non si registravano da prima della crisi finanziaria globale, sulla spinta dei ricavi da interessi e del calo delle rettifiche sui crediti. Il coefficiente relativo al patrimonio di migliore qualità ha raggiunto il massimo storico del 15,6 per cento". 
Dalla positiva positiva situazione delle banche deriva la "stabilità all’intero sistema finanziario italiano. È un punto di forza per l’economia nel suo complesso, come hanno espressamente sottolineato primarie agenzie di rating internazionali nei giudizi formulati di recente sull’Italia. Con l’indebolimento della congiuntura economica in Europa e in Italia, alcuni fattori che hanno finora rafforzato le banche potrebbero venire meno nei prossimi mesi".
Panetta ha successivamente posto attenzione sulla dinamica dei crediti deteriorati, che potrebbero risentire, secondo le proiezioni di BankItalia, dell' "l’effetto congiunto del rallentamento ciclico e degli alti tassi d’interesse potrebbe provocare un’inversione della dinamica dei crediti deteriorati". 
Mentre "il livello relativamente elevato dei tassi ufficiali contribuirebbe a innalzare il costo della raccolta e a comprimere i ricavi da interessi. Le condizioni di liquidità diverranno meno favorevoli per effetto della contrazione del bilancio dell’Eurosistema".
Si pone quindi la necessità, ad avviso di Panetta, di "operare fin d’ora per mitigare questi rischi, adeguando tempestivamente le rettifiche di valore all’evoluzione della qualità del credito. I piani di finanziamento vanno adattati alla minore offerta di liquidità e prontamente attuati. Nelle scorse settimane abbiamo sollecitato in tal senso le banche sotto la nostra diretta supervisione".
Il sistema bancario italiano, per Panetta, "è in grado di gestire sviluppi sfavorevoli. Ci si può attendere che nel prossimo biennio la sua redditività si riduca, ma rimanga ampiamente positiva".
Guardando all'inflazione e al forte calo che ha registrato, dopo il picco dello scorso anno, per Panetta nei prossimi mesi si potrebbe assistere a un suo "temporaneo aumento", dovuto a a effetti di base, soprattutto per i prezzi dell’energia. 
 
"Questo andamento  - ha commentato il governatore - non riflette una ripresa delle pressioni inflazionistiche: al di là di tali effetti di natura meramente statistica, nel 2024 dovrebbe proseguire la discesa dell’inflazione, in particolare quella di fondo". La stretta monetaria attuata dalla BCE è stata quindi necessaria, considerato che "un'inflazione elevata distorce le decisioni di consumo, risparmio e investimento e provoca effetti redistributivi occulti e iniqui. Entrambi questi fattori ostacolano la crescita e riducono il benessere dei cittadini, soprattutto quelli con basso reddito.
La stabilità dei prezzi contribuisce inoltre alla sostenibilità delle finanze pubbliche, soprattutto nelle economie con alto debito". 
Per Panetta, quindi, "le condizioni monetarie dovranno rimanere restrittive per il tempo necessario a consolidare la disinflazione. La durata di questa fase dipenderà dall’evoluzione delle variabili macroeconomiche; potrebbe essere più breve qualora la persistente debolezza dell’attività produttiva accelerasse il calo dell’inflazione. Occorre evitare inutili danni per l’attività economica e rischi per la stabilità finanziaria, che finirebbero oltretutto per mettere a rischio la stessa stabilità dei prezzi".
Guardando all'aumento degli investimenti, il governatore ha detto che esso "non ha riguardato soltanto quelli in costruzioni, che dal 2021 sono stati alimentati da agevolazioni fiscali assai ampie. È significativo il contributo della spesa per macchinari e beni immateriali, che lo scorso anno in rapporto al PIL è tornata sui livelli medi dell’area dell’euro, colmando un ritardo che persisteva da tempo". 
 
La ripresa degli investimenti, ha quindi commentato Panetta, "è un segno di fiducia sulle prospettive della nostra economia che va sostenuto e rafforzato indirizzando le risorse verso progetti in grado di innalzare il potenziale di sviluppo. Che l’Italia abbia un problema strutturale di crescita è noto, come note sono le cause del problema. Voglio tuttavia sottolineare il dato fondamentale: la nostra economia soffre da oltre due decenni della stagnazione della produttività del lavoro, a fronte di un aumento annuo dell’1 per cento nel resto dell’eurozona. Un tale andamento è spiegato principalmente dalla deludente dinamica della produttività totale dei fattori,  ossia i guadagni di efficienza derivanti dalle nuove tecnologie, dai miglioramenti organizzativi, dall’innovazione di prodotto e dall’espansione delle imprese più efficienti".
Parlando, infine, del reddito pubblico Panetta ha detto che essa va soprattutto ridotto in rapporto al prodotto: "Un debito elevato sottrae risorse alle politiche anticicliche, agli interventi sociali e alle misure in favore dello sviluppo; accresce il costo dei finanziamenti per le imprese private, riducendone la competitività e l’incentivo a investire; rende la nostra economia e in ultima istanza l’intero Paese vulnerabili ai movimenti erratici dei mercati finanziari. Il peso del debito opprime l’economia italiana da troppi anni. Dobbiamo liberarcene evitando gli errori del passato, agendo sia sul fronte della finanza pubblica sia su quello della crescita. Si tratta di un compito non facile, da affrontare tenendo presente l’esigenza di proseguire l’impegno per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno".
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