Alitalia, nel 2020 crollo dei ricavi di 3,04 miliardi: slittano gli stipendi, sindacati in agitazione

- di: Giuseppe Castellini
 
Calo dei ricavi di 2,04 miliardi (-90%) per Alitalia nel 2020, conseguenza di un drammatico crollo del traffico (-90% dall’inizio della pandemia da Covid-19).
Lo rende noto il Direttore Generale di Alitalia, Giancarlo Zeni (in foto), affermando tra l’altro che “nella settimana appena conclusa la società Pwc ha finito l’asseverazione dei nostri numeri”. Zeni ha poi dichiarato che il “risultato operativo è risultato purtroppo in peggioramento di 20 milioni di euro, che è l’1% dei ricavi dell’anno”.



Un peggioramento modesto rispetto al crollo dei ricavi perché Alitalia, spiega il Dg, ha ridotto i costi operativi di 2,02 miliardi: “Abbiamo ridotto il costo delle consulenze di svariati milioni di euro, il costo degli aeroplani, dell’It, fino alle auto aziendali dei dirigenti. Quindi questo 2020 ha costretto l’azienda ad affrontare senza nessuna esitazione tutte le aree aggredibili”.
Zeni lancia anche frecciate polemiche, ammettendo che Alitalia è “una compagnia aerea che perde ininterrottamente da 22 anni, dopo che ha cambiato più volte proprietari, manager” e così via, “ma questo sicuramente impone che si faccia un’analisi di settore seria. Nel confronto Italia-Spagna un terzo delle perdite sono giustificare dagli extra costi per operare sugli aeroporti. Non c’ è ombra di dubbio che in Italia abbiamo un’attitudine in cui agevoliamo i concorrenti stranieri, dandogli soldi”.

E attacca: “Alitalia ha superato quest’anno ricevendo un aiuto tra i più bassi in Europa, nove euro per posto offerto, mentre altri concorrenti europei ne hanno ricevuti 88 euro a posto offerto. E non solo ne abbiamo ricevuto in maniera limitata, ma anche con grande lentezza: se pensate che oggi stiamo ancora aspettando quelli di novembre e dicembre vi dà l’idea del grado di tensione finanziaria con il quale si è dovuto lavorare.
Il Direttore generale duro anche con la Commissione europea, che per dare l’ok ai 3 miliardi stanziati dal Governo italiano per ripatrimonializzare Alitalia (per dare il via libera all’operazione è infatti necessario il consenso di Bruxelles) chiede una netta discontinuità rispetto alle precedenti gestioni della Compagnia di bandiera. “Trovo questo approccio di ricerca della discontinuità - afferma Zeni - una ricerca di dissoluzione di Alitalia. Quando sono arrivato qui avevamo 113 aerei, non conosco nessuna norma che dica che la discesa da 113 a 93 aere non soddisfi un requisito di discontinuità”.

E ancora: “L’Ue ha un approccio assolutamente discriminatorio con noi. Noi certo le abbiamo reso le cose semplici, perché con 22 anni senza un intervento preciso si perde completamente la credibilità. Quando oggi sento che vogliono imporre senza nessun confronto il rilascio di slot, chiesti come dei remedy in situazioni di rafforzamento competitivo, lo trovo eccessivo. L’ Ue usa le sue armi in maniera molto forte. Ma blandire questo ordine di recupero del 1,3 miliardi di euro è una forma di pressione spaventosa”.
Intanto i sindacati sono sul piede di guerra sulla questione del ritardo degli stipendi al personale Alitalia e per l’incertezza sulla sorte della Compagnia. Per domani alle 9,30 organizzata una manifestazione sotto la sede del ministero dello Sviluppo economico.
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