Netanyahu ricevuto da Biden; Harris lo mette in riga

- di: Redazione
 
Benjamin Netanyahu ha incontrato il presidente americano Joe Biden, a Washington, nella sua visita ufficiale negli Stati Uniti, nel corso della quale ha parlato al Congresso, con un discorso in cui ha fatto appello alla guerra comune contro l'estremismo islamico, ma non convincendo tutti, vista l'evoluzione del conflitto scatenatosi, in Medio Oriente, dopo l'attacco del 7 ottobre.
Se Biden ha garantito al premier israeliano che l'appoggio americano continuerà, nel rispetto di un'amicizia vecchia di decenni, da Kamala Harris, candidata democratica alla Casa Bianca e che Netanyahu ha incontrato separatamente, è arrivato un ammonimento chiaro, di cui il primo ministro israeliano dovrà tenere conto, anche se tifa apertamente per Donald Trump.

Netanyahu ricevuto da Biden; Harris lo mette in riga

Harris, che non era presente al discorso del primo ministro israeliano al Congresso, ha riconosciuto il diritto di Israele a difendersi, ma senza che la risposta a quanto subito sia manifestamente esagerata, soprattutto se coinvolge i civili. Se con l'ospite israeliano Biden ha discusso delle relazioni bilaterali, alla luce delle tensioni derivanti dal conflitto in corso a Gaza e del mutevole scenario politico negli Stati Uniti, Harris, incontrando Netanyahu, ha parlato più apertamente in merito all'uccisione di civili palestinesi e ha chiesto a Israele di consentire l'arrivo di maggiori aiuti umanitari.
"Non possiamo voltare lo sguardo di fronte a queste tragedie. Non possiamo permetterci di diventare insensibili alla sofferenza. E non resterò in silenzio", ha detto Harris dopo il suo incontro con Netanyahu.
Gli incontri sono avvenuti solo poche ore dopo che Biden, nel discorso dallo Studio Ovale con cui ha spiegato i motivi del suo ritiro dalla competizione per la Casa Bianca, aveva detto che uno degli obiettivi che perseguirà, da qui fino alla scadenza del suo mandato, sarà la pace a Gaza, sarà porre fine ai combattimenti tra Israele e Hamas e liberare gli ostaggi.

Da parte sua Netanyahu ha difeso la ultradecennale amicizia tra Stati Uniti e Israele con parole inequivocabili: "Da orgoglioso ebreo sionista a orgoglioso sionista irlandese americano, voglio ringraziarvi per 50 anni di servizio pubblico e 50 anni di sostegno allo Stato di Israele. E non vedo l'ora di discutere con voi oggi e di lavorare con voi nei mesi a venire sulle grandi questioni che abbiamo di fronte".
Il portavoce del Pentagono, John Kirby, ha detto ai giornalisti che il presidente avrebbe fatto pressione su Netanyahu affinché lo aiutasse a "colmare le lacune" nell'accordo di pace che avrebbe restituito gli ostaggi israeliani.
"Ora siamo più vicini di quanto non lo siamo mai stati prima", ha affermato Kirby.

Harris, parlando con i giornalisti dopo l'incontro con il primo ministro di Gerusalemme, ha ribadito che Israele ha il diritto di difendersi, aggiungendo però che "il modo in cui lo fa è importante".
"Ho incontrato le famiglie di questi ostaggi americani più volte ormai, e ho detto loro ogni volta che non sono soli, e che sono al loro fianco. E il presidente Biden e io lavoriamo ogni giorno per riportarli a casa", ha detto Harris, rivelando di avere parlato con Netanyahu della sua "seria preoccupazione" per i danni collaterali e le sofferenze dei civili di Gaza.

"Oltre 2 milioni di persone che affrontano alti livelli di insicurezza alimentare e mezzo milione di persone fronteggiano livelli catastrofici di insicurezza alimentare acuta. Ciò che è accaduto a Gaza negli ultimi nove mesi è devastante; le immagini di bambini morti e persone disperate e affamate che fuggono per mettersi in salvo, a volte sfollate per la seconda, terza o quarta volta", ha affermato.
Harris si è rivolto ai gruppi che chiedevano un cessate il fuoco e la pace in Medio Oriente e ha spinto per una soluzione a due Stati, affermando: "Vi vedo, vi sento".
"Condanniamo tutti il terrorismo e la violenza. Facciamo tutti il possibile per impedire la sofferenza di civili innocenti. E condanniamo l'antisemitismo, l'islamofobia e l'odio di ogni tipo. E lavoriamo per unire il nostro Paese", ha detto.
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