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Nascite in Italia, il calo prosegue: 2024 verso nuovi minimi storici

- di: Barbara Leone
 
Nascite in Italia, il calo prosegue: 2024 verso nuovi minimi storici
Il declino demografico in Italia continua senza sosta. Nel 2023, il numero delle nascite è sceso a 379.890, registrando una diminuzione del 3,4% rispetto all'anno precedente, e le prospettive per il 2024 non sono più rassicuranti. Secondo i dati provvisori diffusi dall'Istat, nei primi sette mesi del 2024 si sono registrate 4.600 nascite in meno rispetto allo stesso periodo del 2023, con una contrazione del 2,1%. I demografi stimano che l’anno potrebbe chiudersi con un dato appena superiore alle 370.000 nascite, toccando così un nuovo minimo storico.

Nascite in Italia, il calo prosegue: 2024 verso nuovi minimi storici

Il numero medio di figli per donna ha subito un'ulteriore riduzione nel 2023, scendendo a 1,20 rispetto all'1,24 del 2022 e all'1,44 del 2010. Nei primi mesi del 2024, questo indice è leggermente risalito a 1,21, ma il recupero non sembra sufficiente a invertire la tendenza. La diminuzione delle nascite è infatti aggravata dal calo della popolazione femminile in età fertile (15-49 anni), scesa da 11,6 milioni a 11,5 milioni tra gennaio 2023 e gennaio 2024. Il calo è ancora più marcato se si considerano solo le donne di cittadinanza italiana: il tasso di fecondità tra queste è sceso a 1,14, rispetto all'1,33 del 2010. Un dato che riporta l’Italia ai livelli minimi registrati nel 1995, quando la natalità era quasi interamente determinata dalle donne italiane, poiché il contributo delle straniere era ancora marginale. Negli anni 2000, l'aumento della presenza di donne straniere aveva contribuito a una ripresa delle nascite, ma negli ultimi dieci anni anche la loro fecondità è in calo, passando da 2,31 figli per donna nel 2010 a 1,79 nel 2023.

Un altro aspetto rilevante riguarda l’età media delle madri al primo figlio, che resta stabile a 31,7 anni, mentre cresce la percentuale di nascite fuori dal matrimonio, arrivata al 42,4% nel 2023, rispetto al 41,5% del 2022. Il confronto con il 2008, quando le nascite superavano le 576.000 unità, rende evidente la portata del calo: in 15 anni l’Italia ha perso quasi 200.000 nascite, pari a un decremento del 34,1%. Questo trend negativo è il risultato sia della bassa propensione a fare figli, sia dei cambiamenti strutturali della popolazione femminile in età fertile.

La generazione del baby-boom degli anni Sessanta e Settanta ha ormai superato i 49 anni, mentre le donne nate tra il 1976 e il 1995, periodo caratterizzato da una forte riduzione della fecondità, rappresentano oggi gran parte delle potenziali madri. Un altro dato significativo è la riduzione delle nascite da coppie di genitori entrambi italiani, che rappresentano oltre i tre quarti del totale. Nel 2023, queste nascite sono state 298.948, circa 12.000 in meno rispetto al 2022 e ben 181.000 in meno rispetto al 2008. Anche le nascite da coppie con almeno un genitore straniero sono in calo, attestandosi a 80.942 unità, con una diminuzione dell'1,5% rispetto al 2022 e del 25,1% rispetto al picco raggiunto nel 2012. La flessione riguarda in particolare i primogeniti, con una riduzione del 3,1% rispetto al 2022, tornando ai livelli del 2021. L'aumento delle nascite di primi figli visto nel 2022, legato al recupero dei progetti riproduttivi rinviati durante la pandemia da Covid-19, è stato dunque solo un fenomeno temporaneo. Anche le nascite di secondi figli sono diminuite del 4,5%, mentre quelle di figli di ordine successivo sono calate dell’1,7%. Un fenomeno generalizzato, dunque, che  colpisce tutte le aree del Paese. E le prospettive per il futuro sembrano confermare questa tendenza negativa, con implicazioni demografiche e socioeconomiche di lungo termine.

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