Dalla rivoluzione dei Macchiaioli ai mondi di Escher, gli appuntamenti con l’arte nel weekend

- di: Samantha De Martin
 

FOTO: Giovanni Fattori, Bovi al carro, 1868, Olio su cartone, Collezione Palazzo Foresti, Carpi

Il ritorno a Roma di Escher

Pesci che si trasformano in barche, scale dove manichini, simili a formiche, scendono (o salgono), e ancora sfere, illusioni ottiche, paradossi prospettici.

Il genio di Maurits Cornelis Escher va in scena a Roma, a Palazzo Bonaparte, nell’ambito della più grande mostra mai organizzata dedicata all’incisore olandese amato dagli hippie e dai matematici.

Fino al 1° aprile, a un secolo esatto dalla sua prima visita nella capitale avvenuta nel 1923, Escher torna nella città nella quale ha abitato per dodici anni, con quasi 300 opere e numerosi lavori mai esposti prima.

Ed è proprio il rapporto con Roma e con l’Italia il filo conduttore di un percorso che abbraccia opere iconiche, come la Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), la celebre serie degli Emblemata, ma anche la serie completa dei 12 “notturni romani” prodotta nel 1934 - tra cui “Colonnato di San Pietro”, “San Nicola in Carcere”, “Piccole chiese, Piazza Venezia”, “Santa Francesca Romana” - opere realizzate di notte, seduto su una sedia pieghevole e con una piccola torcia appesa alla giacca.

La mostra, organizzata con il patrocinio della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits ed è curata da Federico Giudiceandrea e Mark Veldhuysen, ceo della M.C. Escher Company.

La rivoluzione di Goya in mostra a Milano

La rivoluzione nella pittura ad opera di un’arte di matrice illuminista, frutto della ragione, ma al tempo stesso espressiva e profondamente emotiva, va in scena a Palazzo Reale grazie alla mostra “Goya. La ribellione della ragione”, progetto promosso dal Comune di Milano-Cultura e prodotto da Palazzo Reale e 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, in collaborazione con la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, a Madrid e con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia, dell’Ente del Turismo Spagnolo e dell’Istituto Cervantes di Milano.

L’esposizione, a cura del professor Víctor Nieto Alcaide, accolta a Milano fino al 3 marzo, racconta attraverso dipinti, incisioni e matrici in rame il mondo di Goya e la sua esperienza della storia. Il visitatore potrà ammirare le opere che meglio descrivono l’evoluzione artistica del maestro, ma anche il cruento contesto storico e sociale che ha plasmato il suo animo artistico e il suo pensiero intellettuale.

Attraverso una settantina di opere la mostra presenta i dipinti del maestro esposti in dialogo con alcune delle più importanti incisioni che resero Goya protagonista assoluto di quest’arte, affiancate dalle loro originali matrici di rame. Sarà un’occasione unica per ammirare il restauro delle matrici e le lastre di rame nei loro originari dettagli ritornati alla luce e a confronto diretto con le stampe.

Ferrara omaggia Achille Funi

Dalle ricerche futuriste all’attenzione per le poetiche del Realismo magico, dalla pittura murale al recupero della tradizione italiana del Rinascimento e dell’antichità classica, il pittore ferrarese Achille Funi è stato tra i più significativi e sensibili interpreti della temperie artistica della prima metà del Novecento.

Una mostra, allestita fino al 25 febbraio a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, gli rende omaggio con oltre centotrenta opere che illustrano il percorso di un artista moderno votato alla classicità. Attraverso un’appassionata ricerca sulle tecniche e sulle forme pittoriche, Funi seppe conquistare un posto di primo piano nel panorama dell’arte italiana del XX secolo.

Nata da un’idea di Vittorio Sgarbi, a cura di Nicoletta Colombo, Serena Redaelli e Chiara Vorrasi, la mostra presenta dipinti a olio e a tempera, acquerelli e disegni a carboncino e a sanguigna, cartoni preparatori per i grandi affreschi e mosaici.

Dalle prime prove accademiche di un giovane Funi, il percorso lascia spazio ai lavori futuristi, come Uomo che scende dal tram e Il    motociclista del 1914. Le toccanti testimonianze della prima guerra mondiale cedono il passo all’apporto dell’artista alla stagione del Ritorno all’ordine. Opere realizzate nel segno di Cézanne, della pittura metafisica e dell’adorato Leonardo, come Il bel cadavere (Le villeggianti) del Museo del Novecento di Milano, lasciano il posto ai capolavori del Realismo magico con la sua atmosfera di incanto e stupore.

A Gubbio arrivano i Macchiaioli

Dal 4 novembre al 3 marzo presso le Logge dei Tiratori di Gubbio una mostra intitolata “I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia” rilegge una rivoluzionaria stagione dell’arte italiana e francese dell’Ottocento attraverso oltre 70 opere, raramente visibili al pubblico, realizzate dai grandi protagonisti di questo movimento, da Signorini a Fattori, in dialogo con alcuni dei rappresentanti della Scuola di Barbizon, come Corot, Daubigny, Troyon, Rousseau.

Nella seconda metà dell’Ottocento, a Firenze, attorno ai tavoli del Caffè Michelangelo, si riunisce un gruppo di giovani artisti accomunati dallo spirito di ribellione verso il sistema accademico e dalla volontà di dipingere il senso del vero. Il termine “macchiaioli”, usato per la prima volta dalla critica in senso dispregiativo, viene in seguito adottato dal gruppo stesso perché incarna perfettamente la filosofia delle loro opere. Accanto a capolavori firmati dai più illustri esponenti del movimento, saranno esposte alcune opere di artisti quali Corot, Daubigny, Troyon, Rousseau, ma anche degli italiani Giuseppe e Filippo Palizzi, che esplorano il tema del paesaggio e della scena all’aria aperta prima della nascita dell’Impressionismo.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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