Mostra di Venezia: quando ad essere palpato è il lato b del comandante dei Vigili urbani

- di: Bianca Balvani
 
Ecco, questa proprio ci mancava, quando pure pensavamo di averle viste tutte in queste calde settimane d'estate.
Dopo il presidente della Federazione spagnola del calcio che ha baciato sulle labbra, senza esserne ''abilitato'', una giocatrice, e le strane evoluzioni di Kayne West (a brache calate) e signora su un motoscafo in laguna, ecco arriva la notizia della palpatina, ripetuta, subita niente meno che dal comandante di vigili urbani di Venezia, nella calca della manifestazione che ha celebrato il genio di Giorgio Armani.
Mettiamo subito in chiaro che l'ufficiale in questione, Marco Agostini, ha 63 anni e, a guardarlo sulle foto sulla Rete, li dimostra tutti, con quel viso tondo su una corporatura che non è certo da decatleta. Ora, partendo da presupposto che la palpata è sostanzialmente ''democratica'' e non di genere, la cosa che sorprende è che ne sia stato destinatario un uomo qualsiasi, forse non dotato di fascino travolgente, ma comunque di bell'aspetto.

Mostra di Venezia: quando ad essere palpato è il lato b del comandante dei Vigili urbani

Ma la rabbia d'essere stato toccato, ripetutamente (di strizzatine alle terga ne ha contate cinque, anche se non ha spiegato in quale arco temporale, ma che comunque hanno dimostrato la pervicacia del ''palpator cortese'') , lo ha mandato in bestia, facendogli capire quel che devono subire molte donne, quotidianamente, forse come retaggio di una presunta obbligata sottomissione ai capricci degli uomini. E spingendolo a raccontate tutto sulla sua pagina di Facebook.
Ora lo sfogo di Agostini potrebbe dare l'impressione di una rabbia incontrollata. Ma questo poco si attaglia ad Agostini che, oltre che essere comandante di una città certo difficile da controllare come è Venezia, ha un fior di curriculum accademico (laurea in Economia e Commercio col massimo dei voti e la lode; master in pubblica amministrazione) e professionale (tutta la sua vita lavorativa passata dentro la P.a., con incarichi di grande responsabilità) e una raffica di onorificenze.

Dopo la sua denuncia su Facebook (poi rimossa), in un'intervista Agostini ha rivelato che ''la prima volta ho fatto finta di niente, pensavo a un errore. Una seconda, su cui ho ancora sorvolato. Poi un’altra, e un’altra. In tutto cinque''.
E non è che qualcuno potesse non averlo riconosciuto, dal momento che, vista l'occasione, era in divisa di gala.

Il suo racconto, e ce ne scusi, ci ha fatto ridere più che sorridere, ricordandoci più d'una barzelletta, a cominciare dall'iconica ''e mica so' Pasquale'', dell'uomo preso a schiaffi per errore, che raccontava Totò.
''Ho capito - ha detto Agostini - cosa prova una donna quando viene molestata, quando le palpano il sedere. L’ho capito solo ora e alle donne va tutta la mia solidarietà''.
Ma forse, caro comandante Agostini, la solidarietà verso le donne molestate doveva essere un sentimento che doveva albergare nel suo cuore ben prima che qualcuno si attardasse a tastare il suo lato b.
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