La nostra biblioteca - Joe R. Lansdale - Moon Lake - Raccontare l'America, attingendo all'universo degli stereotipi

- di: Diego Minuti
 
Cercare di portare fuori dall'America quello che, spesso, diventa quando si esce dalle grandi città, quando non ci sono luci rutilanti, negozi dal lusso esagerato, macchinoni che ingurgitano benzina a litri, non è una impresa sempre facile, perché fare capire l'anima a stelle e strisce è cosa complessa. Non tanto per la composizione etnica del Paese, sempre meno caratterizzato, visto i flussi di emigrazione che praticamente da sempre ne fanno una meta, quanto perché la sensibilità varia passando, oltre al tradizionale Est-Ovest-Sud (il Nord non conta), anche attraversando il confine tra i singoli Stati, quando non addirittura da una città all'altra. E' la Grande America, quella che è tale perché somma di secoli di stratificazioni economiche e sociali, dove la forza del singolo diventa contributo per quella di tutti. Ma un conto è immaginare, un altro è caricarsi del compiuto di raccontare e soprattutto fare comprendere. Questa volta tentarci è Joe R.Lansdale, scrittore che difficilmente si perde in fronzoli, avendo scelto la concretezza, talvolta esagerata, al punto che la sua narrativa appare anche troppo rude.

La nostra biblioteca - Joe R. Lansdale - Moon Lake - Raccontare l'America, attingendo all'universo degli stereotipi

Questa volta Lansdale con ''Moon Lake'' (Einaudi - pag.347 - 18,50 euro) ha scelto una strada quasi sorprendente perché, per puntellare la sua storia (quella di un ragazzo, Daniel Russel, che insegue il sogno di essere uno scrittore, ma prima ancora di sapere di più di quel che ricorda della sua famiglia, spentasi nella tragedia), attinge a piene mani nell'inesauribile scrigno degli stereotipi che circondano l'America e gli americani. Non tanto per il profilo del protagonista, quando per tutto ciò che fa da corollario al suo desiderio di capire l'anima e i segreti di una cittadina di provincia, che sembra vivere solo nel ricordo del suo recente passato, quando un invaso artificiale ha ricoperto una parte di essa, portando nelle viscere del Moon Lake storie, segreti, leggende, orrori. Per Daniel la ricerca delle sue radici è un percorso accidentato perché, prima di capire quel che lo circonda e che sa essere imbevuto dal Male, deve tornare al capo originario dell'intricato gomitolo della sua esistenza, dove ricordi e incubi (la morte del padre, il mistero sulla fine della madre) lo seguono passo passo.

Nel suo cammino a ritroso nel tempo, Daniel torna ad incrociare amicizie e anche amori, paure e timori, che si ripropongono mano a mano che comincia a capire che la cittadina vive solo perché un gruppo di misteriosi burattinai ne tira i fili, da decenni, non avvedendosi che la sola cosa che rimane del loro passato è il potere, con la bellezza e la forza che sono sfiorite. ''Moon Lake'' è un racconto che può essere guardato da più angolazioni. La prima è il rispetto che Lansdale continua a meritare perché, sebbene per una storia non certo nuova (il ritorno dell'eroe che vendica e ridà vita alla speranza è vecchissima, basta leggere Omero) e che è tipica di una certa letteratura americana degli ultimi decenni, tiene alta l'attenzione del lettore con piccoli colpetti di scalpello al marmo del dramma. Come può essere il profumo dolciastro (quello che ha un cutter sulla bottiglietta) che si lascia dietro uno sceriffo che ha anche lui i suoi segreti; come può essere la descrizione di un simil-idolo che presiede anche a cerimonie di morti. Ma poi c'è la sempiterna ricerca della giustizia e quindi della vendetta. C'è l'infatuazione giovanile che torna e poi va via, perché giusto così. Ci sono i paladini del Bene e i sacerdoti del Male. C'è anche un 'enfant sauvage' allevato nell'odio eppure capace di sentimenti inaspettati. Insomma, tutti gli ingredienti per una buona lettura.
Tags: arte, libri
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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