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Meloni e Trump, sadomasochismo atlantico

- di: Giuseppe Castellini
 
Meloni e Trump, sadomasochismo atlantico
C’è chi ama con i fiori, chi con le parole dolci. E poi c’è Giorgia Meloni, che ama con i dazi, gli insulti e le umiliazioni. In un’intervista al Financial Times, la premier ha sdrammatizzato le tensioni tra Europa e Donald Trump definendo le reazioni di alcuni leader europei “un po’ troppo politiche”. Tradotto: troppo dignitose. Perché, per lei, il presidente americano non è “un avversario” ma addirittura “il primo alleato” dell’Italia.
Il primo alleato? Quello che ci ha imposto dazi su vino, formaggi e moda, che considera l’Unione europea — di cui facciamo parte da quando Giorgia giocava ancora con i G.I. Joe — un complotto economico contro gli Stati Uniti. Quello che ha detto, con la finezza geopolitica di un bulldozer bendato, che gli europei “sono dei parassiti”, “lo sono stati per anni”. Ma Meloni non se la prende. Anzi, rilancia: ci vuole bene.
Come si chiama questo rapporto? Semplice: sadomasochismo atlantico. Un gioco da patrioti. Da un lato c’è lui, il dominatore dal ciuffo biondo, che disprezza l’Europa, la NATO, i trattati, e sogna di strappare la Groenlandia alla Danimarca — membro dell’UE, per inciso — come se fosse un’isola da ordinare su Amazon. Dall’altro c’è lei, che ringrazia e sorride. Contenti loro.
A ognuno i suoi gusti. C’è chi cerca protezione e chi, invece, si fa legare alla sedia mentre il partner gli spiega che è un parassita. L’importante, dicono, è il consenso.

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