Mediobanca: utile netto a 330 milioni di euro, raccolta netta da record a 2,6 miliardi

- di: Barbara Leone
 

Il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca, presieduto da Renato Pagliaro, ha approvato i risultati consolidati al 30 settembre scorso del Gruppo Mediobanca illustrati dall’Amministratore Delegato Alberto Nagel e dal Direttore Generale Francesco Saverio Vinci. “Dopo aver chiuso lo scorso esercizio con i risultati migliori di sempre – ha sottolineato Nagel - Mediobanca ha confermato anche in questo trimestre la crescita di tutte le sue divisioni, consolidando le principali iniziative del Piano 23-26. L’obiettivo prioritario per questo esercizio è un forte potenziamento delle piattaforme distributive fisiche e digitali tale da consentire una crescita robusta e sostenibile dei ricavi di tutti i business oltre l’arco di Piano, pur in un contesto macro differente. Mediobanca è pronta a cogliere le opportunità dello scenario dei prossimi mesi, grazie al posizionamento favorevole nel contesto di tassi in calo, affrontando la volatilità del contesto con la sua gestione prudente dei rischi”.

Mediobanca: utile netto a 330 milioni di euro, raccolta netta da record a 2,6 miliardi

Il Gruppo ha riportato un utile netto trimestrale di 330 milioni di euro su ricavi totali di 864,6 milioni, mantenendo un rapporto costi/ricavi inferiore al 43% e un costo del rischio contenuto a 51 punti base. Il ROTE si attesta al 13% e il RORWA al 2,7%, un leggero calo rispetto all'anno precedente dovuto alla normalizzazione del contributo di Assicurazioni Generali. Mediobanca ha continuato a registrare una forte crescita nei Total Financial Assets (TFA), che hanno raggiunto i 103,2 miliardi di euro, con un aumento del 16% su base annua e di 3,7 miliardi rispetto al trimestre precedente. La raccolta netta è stata di 2,6 miliardi, portando il totale degli Asset Under Management (AUM) e degli Asset Under Administration (AUA) a 75 miliardi (+22% su base annua). Nel settore del credito al consumo, il Gruppo ha raggiunto un record stagionale con un erogato di 2,1 miliardi, di cui l’80% derivante da prestiti personali. Inoltre, il Consumer Banking ha beneficiato dell’ampliamento degli spread degli impieghi. Per quanto riguarda l’Investment Banking, si è registrato un aumento del numero di operazioni annunciate (+36% su base annua), mentre nel Corporate and Investment Banking (CIB) le attività ponderate per il rischio (RWA) sono diminuite a 47,4 miliardi (-6% su base annua).

Il margine di interesse è stato solido, attestandosi a 485 milioni di euro, ma ha subito una lieve contrazione rispetto ai trimestri precedenti. La riduzione è stata causata dalla diminuzione dei tassi di interesse e dall’aumento del costo del funding, influenzato in parte dal rimborso integrale del T-LTRO e dalle promozioni sui depositi. Le commissioni nette, invece, sono cresciute del 29% rispetto all'anno precedente, bilanciando il calo del trading e l'apporto di Assicurazioni Generali. A livello divisionale, il Consumer Banking ha proseguito la propria espansione, raggiungendo 274,8 milioni (+8,4% su base annua), mentre il Wealth Management ha rallentato leggermente, registrando 101,9 milioni (-4,9% su base annua). Nel settore Tesoreria, i ricavi si sono dimezzati a 21,3 milioni a causa dell’aumento del costo del funding e del maggiore utilizzo nel trading equity per la clientela, che non ha contribuito al margine di interesse. I costi di struttura sono saliti a 369 milioni di euro, con un incremento del costo del lavoro a 200,1 milioni, legato all'aumento delle risorse e agli effetti del rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Il Wealth Management ha registrato un costo totale di 151,2 milioni (+5,7% su base annua), il Corporate and Investment Banking a 93,6 milioni (+6% al netto di Arma e Francoforte) e il Consumer Banking a 90,1 milioni (+8,6%). Le rettifiche su crediti si sono attestate a 67,2 milioni, con un costo del rischio di 51 punti base, grazie soprattutto alla buona performance del Consumer Banking. La gestione del rischio ha beneficiato di una riduzione dell’attività deteriorata lorda, che si attesta a 1,39 miliardi (+52,1 milioni nei tre mesi), pari al 2,6% degli impieghi, con una copertura del 69%. Gli indici patrimoniali del Gruppo si confermano solidi, con un CET1 ratio al 15,4% e un Total Capital ratio stabile al 17,9%. Il leverage ratio si è mantenuto al 7,2%, ben al di sopra del requisito minimo, mentre l’indice MREL si attesta al 42% degli RWA, superiore ai requisiti minimi per il 2024. Mediobanca ha inoltre avviato il piano di acquisto di azioni proprie, con un controvalore di 385 milioni di euro, che sarà completato entro giugno 2025 e comporterà la cancellazione dell'80% delle azioni acquistate.

Sul fronte della sostenibilità, Mediobanca ha intensificato il proprio impegno nel campo della sostenibilità, un pilastro strategico del suo modello di crescita. Il Gruppo è stato riconosciuto positivamente dalle principali società di rating ESG, tra cui ISS, per il suo approccio alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance. Lo scenario che si prospetta durante l’esercizio sconterà l’incertezza derivante dai crescenti rischi geo-politici e dalle politiche che la nuova Amministrazione Americana vorrà implementare. L’imposizione di tariffe sui mercati internazionali potrebbe affievolire ulteriormente la crescita delle economie europee e rallentare il processo disinflattivo in atto. Le politiche monetarie rimarrebbero comunque rivolte all’accomodamento almeno per la prima metà del 2025. Il Gruppo Mediobanca conferma la propria la visione strategica e la traiettoria definita nel piano “One Brand-One Culture” basata su crescita elevata, superiore alla media, per il posizionamento specializzato e distintivo delle divisioni; elevata generazione di capitale; politica di distribuzione ai migliori livelli settoriali con basso rischio di esecuzione.

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