Il patto di consultazione di Mediobanca è stato convocato per il 19 febbraio, un appuntamento che si preannuncia decisivo per il futuro dell’istituto guidato da Alberto Nagel. L'incontro avrà un duplice obiettivo: da un lato, l'approvazione della relazione semestrale, già in programma per il 10 febbraio, e dall'altro, l'analisi dell'offerta pubblica di scambio (OPS) lanciata da Monte dei Paschi di Siena (MPS). Quest’ultima è stata già bollata dal consiglio di amministrazione di Mediobanca come ostile e distruttiva di valore, ma il patto di consultazione, che detiene l'11,62% del capitale, dovrà ora valutare ufficialmente la proposta e stabilire una linea strategica condivisa.
Mediobanca e l'OPS di MPS: una partita cruciale per il futuro della finanza italiana
La mossa di MPS, che punta a rafforzarsi nel panorama bancario italiano attraverso un'integrazione con Mediobanca, è stata accolta con forte scetticismo. Il CdA dell'istituto milanese ritiene che questa operazione non porti benefici agli azionisti e anzi, ne penalizzi il valore. Le preoccupazioni riguardano soprattutto la governance e la strategia di crescita di Mediobanca, che negli ultimi anni ha puntato con decisione sul private banking e sull'investment banking, consolidando un percorso che potrebbe essere compromesso dall’OPS. C’è anche un timore legato alla perdita di autonomia, una questione che in Piazzetta Cuccia considerano centrale, specie in relazione ai nuovi equilibri che si verrebbero a creare nel settore finanziario nazionale.
Parallelamente a questa partita, Mediobanca sta portando avanti il proprio piano strategico, che prevede la distribuzione di 7 miliardi di dividendi agli azionisti e un’accelerazione delle attività nel wealth management. La banca ha costruito nel tempo una posizione solida e autonoma, e i vertici ritengono che un’operazione come quella proposta da MPS rischierebbe di vanificare gli sforzi compiuti, introducendo elementi di incertezza su governance e direzione strategica. Non è un caso che l’OPS sia stata considerata una scalata ostile piuttosto che una proposta di fusione equilibrata.
L'incontro del 19 febbraio rappresenta quindi un crocevia: Mediobanca dovrà decidere come muoversi per contrastare o neutralizzare l’offensiva di MPS. Tra le possibili opzioni, si discute di un rafforzamento del patto di consultazione, magari con l’ingresso di nuovi investitori, per consolidare il controllo dell’istituto ed evitare future operazioni ostili. Un’altra ipotesi riguarda l’adozione di strategie difensive, che potrebbero includere nuove partnership o accordi con soggetti in grado di blindare l’assetto attuale. Il dibattito è aperto anche tra gli azionisti, alcuni dei quali potrebbero spingere per una valutazione più approfondita dell’offerta di MPS, magari per negoziare condizioni più vantaggiose.
Nel frattempo, un'altra grande operazione finanziaria sta prendendo forma nel panorama europeo e coinvolge indirettamente Mediobanca. Generali, di cui l’istituto milanese è il principale azionista, ha avviato un accordo preliminare con il gruppo francese BPCE per la creazione di una joint-venture con Natixis nel settore del risparmio gestito. Questa intesa punta a costruire uno dei più grandi operatori mondiali del settore, con circa 1.900 miliardi di euro di asset in gestione. Il CEO di Generali, Philippe Donnet, ha definito l’accordo una "opportunità unica e trasformativa", destinata a rafforzare il posizionamento del gruppo nel contesto internazionale.
Questa mossa si inserisce in un contesto di trasformazioni profonde nel settore bancario e finanziario europeo. Se da un lato Mediobanca si trova a respingere un'operazione che considera ostile, dall’altro Generali punta a espandersi con una strategia mirata di crescita. I due percorsi si intrecciano, perché qualsiasi cambiamento negli assetti di Mediobanca potrebbe avere ripercussioni anche sul controllo di Generali e sulle strategie future del gruppo.
Il 19 febbraio, dunque, sarà un banco di prova per l’intera governance di Mediobanca. I soci dovranno prendere posizione in modo netto, stabilendo se confermare il no all’OPS di MPS e difendere l'attuale modello di business, o se invece valutare possibili compromessi. L’esito della riunione potrebbe influenzare anche il quadro generale del sistema bancario italiano, dove si assiste a un processo di concentrazione che coinvolge i principali istituti di credito.
Le prossime settimane saranno cruciali per comprendere quale direzione prenderà Mediobanca e quali saranno gli sviluppi dell'operazione MPS. Le possibilità sul tavolo restano aperte, ma una cosa è certa: qualsiasi decisione avrà conseguenze di lungo periodo e contribuirà a delineare i nuovi equilibri della finanza italiana ed europea.