Medio Oriente: i soldati di Israele all'attacco dell'ospedale più grande di Gaza
- di: Redazione
Poco prima dell'alba è scattata una massiccia operazione militare israeliana contro obiettivi dell'ospedale Al Shifa, il più grande di Gaza, nel quale si trovano, secondo le autorità sanitarie locali, decine di migliaia di persone.
Sparatorie, tra soldati di Israele e miliziani di Hamas, sono segnalate all'interno e nelle vicinanze del complesso sanitario. L'operazione è stata confermata dall'Idf, le forze armate israeliane, secondo cui dentro l'ospedale operano terroristi ''di alto rango'' di Hamas.
Medio Oriente: i soldati di Israele all'attacco dell'ospedale più grande di Gaza
Fonti del Ministero della Salute di Hamas riferiscono che uno degli edifici del complesso ospedaliero è in fiamme a seguito di un attacco aereo che avrebbe avuto come obiettivo il quartiere di Al-Rimal, dove si trova il nosocomio. I residenti hanno riferito che più di 45 carri armati e mezzi corazzati israeliani sono entrati nel quartiere. L'esercito israeliano, attraverso a messaggi lanciati con altoparlanti ai residenti, sta chiedendo di restare in casa.
Nella nota dell'Idf si afferma che le truppe israeliane hanno ricevuto istruzioni sull'importanza di operare con cautela, nonché sulle misure da adottare per evitare danni a pazienti, civili e personale medico.
L’esercito israeliano è entrato in questo ospedale il 15 novembre. Lo stabilimento ormai funziona con un team ridotto.
L'ONG Oxfam ha intanto accusato Israele di impedire deliberatamente l'ingresso di cibo e attrezzature mediche, in violazione del diritto umanitario internazionale.
Nonostante la sua responsabilità come potenza occupante, le pratiche e le decisioni di Israele continuano a bloccare e impedire sistematicamente e deliberatamente qualsiasi risposta umanitaria internazionale significativa nella Striscia di Gaza , scrive Oxfam.
Ieri, intanto, in Israele ci sono state nuove manifestazioni per chiedere la liberazione degli ostaggi in mano di Hamas dall'attacco del 7 ottobre.
Secondo il quotidiano israeliano Haaretz , manifestazioni organizzate per chiedere il rilascio degli ostaggi si sono svolte davanti al quartier generale della difesa israeliana a Tel Aviv, così come a Gerusalemme, davanti all'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. Il quale ha ribadito la sua linea di intransigenza, dicendo che la pressione internazionale non fermerà l’offensiva di Rafah. Per oggi, intanto, è prevista la visita in Qatar del capo del Mossad, David Barnea, che dovrebbe unirsi alla delegazione israeliana per discutere una nuova tregua dopo quella di una settimana avvenuta alla fine di novembre 2023, con i Paesi mediatori (Stati Uniti, Qatar ed Egitto).
Hamas si è detta pronta, in una nuova proposta, per una tregua di sei settimane, durante la quale 42 ostaggi – donne, bambini, anziani e malati – saranno rilasciati in cambio di 20-50 prigionieri palestinesi per ogni ostaggio liberato.
Hamas chiede inoltre il ritiro dell'esercito di Israele dalle città e dalle zone popolate , il ritorno degli sfollati e l'ingresso a Gaza di 500 camion di aiuti al giorno, secondo uno dei suoi dirigenti.