Israele martella la Striscia, mentre l'Onu sospende le sue attività umanitarie a Gaza

- di: Redazione
 
L'esile filo di speranza che ancora circonda i tentativi di Usa, Egitto e Qatar per giungere ad un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza sembra assottigliarsi per le notizie che giungono dagli scenari di guerra in Medio Oriente. Anche ieri le forze armate israeliane hanno continuato le operazioni nell'enclave palestinese, mentre la tensione resta altissima al confine con il Libano.
La situazione sul terreno ha spinto le Nazioni Unite a sospendere le sue operazioni umanitarie nella Striscia di Gaza a causa di un nuovo ordine di evacuazione israeliano contro Deir Al-Balah, nel centro del territorio palestinese.

Israele martella la Striscia, mentre l'Onu sospende le sue attività umanitarie a Gaza

Secondo un funzionario dell'Onu, non si tratta di una decisione di fermare le operazioni, ma della presa d'atto che gli operatori umanitari non possono più svolgere la loro attività.
Anche se, dall'inizio delle ostilità tra Israele e Hamas, dopo l'attacco del movimento islamista dello scorso 7 ottobre, talvolta l’ONU ha dovuto ritardare o sospendere temporaneamente le sue operazioni, mai, come accaduto ora, aveva dovuto fermarsi, anche se intende riprendere le sue attività appena possibile.

''Dobbiamo trovare soluzioni - ha detto il funzionario dell'Onu- . Se questo significa fermarsi ventiquattr'ore o quarantotto ore e ripartire da zero, dobbiamo farlo, ma non ce ne andiamo. Dobbiamo essere lì per fornire quanto più aiuto possibile. La sfida ora è trovare un posto dove partire da zero e operare in modo efficace''.
Ieri sera l’esercito israeliano ha annunciato di aver effettuato un attacco aereo ''contro un centro operativo'' di Hamas nel nord della Palestina. Ad essere stato colpito, secondo il Ministero della Sanità palestinese, sarebbe il campo di Nour Shams, provocando la morte di cinque persone.

Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, Hezbollah e l’esercito israeliano si sono scontrati quasi quotidianamente al confine israelo-libanese. Le tensioni sono peggiorate nelle ultime settimane, alimentando i timori di un allargamento del conflitto.
Ieri una sessantina di organizzazioni internazionali che difendono la stampa hanno chiesto all'Unione europea di sospendere l'accordo di associazione con Israele. Dopo l'attacco del 7 ottobre, il governo di Benjamin Netanyahu ha adottato una serie di misure "per limitare la libertà dei media che hanno portato all'instaurazione di un regime di censura" , scrivono il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ) ), Reporter senza frontiere (RSF), Human Rights Watch (HRW) e la Federazione europea dei giornalisti (EFJ). Le organizzazioni di tutela del lavoro dei giornalisti hanno chiesto al capo della diplomazia Ue, Josep Borrell, e al commissario al Commercio, Valdis Dombrovskis, la sospensione dell'accordo di associazione - che riguarda in particolare il commercio - e ''sanzioni mirate contro i responsabili'' di violazioni dei diritti umani. Dal 7 ottobre, più di cento giornalisti palestinesi sono morti nel conflitto, così come due israeliani e tre libanesi, rendendolo ''il periodo più mortale'' per la stampa da decenni.
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