Nel giorno dedicato alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rilancia un messaggio che va oltre la commemorazione annuale e torna a indicare una responsabilità quotidiana, sociale e istituzionale. “In ogni ambito della vita sociale e privata, nelle case, nei luoghi di lavoro e negli spazi urbani, il principio della parità tarda ad affermarsi, limitando l’autonomia e compromettendo la sicurezza delle donne, impoverendo il progresso della società”, afferma il Capo dello Stato, sottolineando come la violenza sia solo l’espressione più cruenta di un divario culturale ancora radicato.
Mattarella: “La libertà delle donne da difendere ogni giorno”
Le sue parole richiamano l’idea che la parità non sia un traguardo raggiunto, bensì un percorso in evoluzione, frenato da stereotipi, disuguaglianze economiche, ostacoli professionali e un tessuto sociale che fatica a garantire piena protezione e autonomia. Mattarella non distingue tra spazi privati e spazi pubblici, perché il problema, avverte, attraversa trasversalmente l’intera struttura della società e richiede una risposta di lungo periodo.
Il richiamo alle sorelle Mirabal
Nel messaggio, il Presidente lega il presente a una memoria simbolica: i 65 anni dall’assassinio delle sorelle Mirabal, uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana dopo essersi opposte alla dittatura di Rafael Trujillo. “La loro scelta continua a ispirare intere generazioni – dice Mattarella – ricordandoci che libertà e protagonismo delle donne sono conquiste collettive da difendere e consolidare ogni giorno”.
Le Mirabal — Patria, Minerva e María Teresa — sono diventate un riferimento internazionale, al punto da essere state riconosciute dalle Nazioni Unite come simbolo della resistenza femminile contro l’oppressione politica e patriarcale. Mattarella utilizza il loro sacrificio come chiave per interpretare la contemporaneità: l’idea che il coraggio delle donne, quando messo alla prova, diventi un motore di cambiamento per l’intera collettività.
Le criticità ancora aperte
Il Capo dello Stato insiste su un nodo centrale: la parità formale non basta se non è accompagnata da una reale parità sostanziale. Le donne continuano a scontrarsi con ostacoli economici che incidono sulla loro autonomia, con carichi familiari squilibrati, con difficoltà di accesso al lavoro di qualità e con una rappresentanza ancora limitata nei luoghi decisionali. In parallelo, la violenza continua a manifestarsi come emergenza strutturale, non episodica, con numeri che mostrano quanto il sistema di protezione sia ancora insufficiente.
Mattarella evidenzia come la mancanza di piena parità determini un impoverimento collettivo. Se le donne non sono messe nella condizione di contribuire pienamente alla vita sociale, economica e culturale del Paese, è l’intera società a rallentare. Per il Presidente, la violenza non è un problema confinato nella cronaca nera, ma una patologia che riguarda la qualità della democrazia.
L’urgenza di un impegno quotidiano
Il messaggio sottolinea l’importanza di un’azione quotidiana, che coinvolga scuole, famiglie, imprese, istituzioni e comunità. La prevenzione, ricorda implicitamente Mattarella, non si misura soltanto nelle leggi, ma nella capacità di educare al rispetto, alla reciprocità e alla libertà. Per questo il Presidente parla di “conquiste collettive”: la tutela dei diritti delle donne non è un compito delegabile, né un intervento straordinario, ma un processo trasversale che passa dalle decisioni pubbliche, dalle scelte individuali e dalle dinamiche culturali.
Un appello alla responsabilità sociale
Nel quadro tracciato dal Capo dello Stato, emerge l’idea di una responsabilità condivisa. La difesa della libertà femminile non riguarda solo chi già subisce violenza o discriminazioni, ma chiunque partecipi alla vita sociale. Le donne, afferma Mattarella, devono essere messe nelle condizioni di incidere, scegliere, esprimersi e guidare cambiamenti. Non è un tema “femminile”, ma un indicatore della tenuta democratica di un Paese.
Il valore di un anniversario
Il riferimento alle sorelle Mirabal serve anche a ricordare che la storia della libertà femminile è segnata da sacrifici, scelte rischiose e battaglie spesso invisibili. A 65 anni dall’assassinio delle attiviste dominicane, il Presidente lega la loro vicenda alle sfide del presente, suggerendo che ogni generazione è chiamata a rinnovare l’impegno per la tutela dei diritti: non come un ricordo rituale, ma come un compito politico, educativo e civile.