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Mattarella ricorda la Consulta nazionale: “Da lì rinacque la democrazia, guardando a un’Europa solidale”

- di: Vittoria Giannotti
 
Mattarella ricorda la Consulta nazionale: “Da lì rinacque la democrazia, guardando a un’Europa solidale”

A ottant’anni dall’insediamento della Consulta nazionale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ne rievoca il significato come “tassello fondamentale del percorso che riportava l’Italia tra le democrazie”. In un messaggio pubblicato dal Corriere della Sera, il Capo dello Stato ha parlato delle “due Italie che si incontravano: quella del Governo del Regno del Sud e quella della Resistenza, dei Comitati di Liberazione Nazionale”, sottolineando il valore di quell’assemblea consultiva, che il 25 settembre 1945 accompagnò il Paese nella transizione verso la libertà e, attraverso il referendum, verso la Repubblica.

Mattarella ricorda la Consulta nazionale: “Da lì rinacque la democrazia”

Mattarella ha definito la Consulta “un organo rappresentativo provvisorio del popolo italiano in un Paese nuovamente unito”. La sua sede fu l’antica Camera dei deputati, istituzione cancellata dal fascismo, e la sua composizione rifletteva l’eterogeneità della società italiana uscita dal conflitto: ex parlamentari antifascisti decaduti dal regime, esponenti dei sei partiti del Comitato di Liberazione Nazionale, ex membri dei governi della Resistenza, rappresentanti sindacali e delle categorie imprenditoriali, reduci di guerra, esponenti della cultura e delle professioni.

Il dovere della ricostruzione

“Tutti – ha ricordato il Capo dello Stato – vennero chiamati a concorrere al sacrosanto dovere di compiere ogni sforzo per risollevare le sorti dell’Italia trascinata nel baratro dal fascismo e dalla monarchia”, citando le parole del presidente provvisorio della Consulta, Gregorio Agnini. Quella fase rappresentò la rimessa in moto della vita democratica, la manifestazione della “nuova Italia” e un momento di svolta: per la prima volta nella storia nazionale le donne parteciparono alla vita politica, anticipando l’ingresso nei futuri Parlamenti della Repubblica.

Il richiamo ai martiri antifascisti
Mattarella ha ricordato anche il discorso pronunciato da Carlo Sforza all’insediamento della Consulta, quando evocò la memoria dei martiri assassinati dal fascismo – Giacomo Matteotti, Giovanni Amendola, don Giovanni Minzoni, Antonio Gramsci, Carlo e Nello Rosselli – concludendo che l’Italia avrebbe avuto un futuro soltanto “identificando i suoi interessi con quelli di un’Europa pacificata e solidale”.

Tra quotidianità e Costituente
La Consulta si trovò a svolgere un compito duplice: preparare il ritorno alla vita democratica con l’elezione dell’Assemblea Costituente e affrontare i problemi quotidiani di una nazione distrutta dalla guerra. “Ai patrioti che ne furono parte, alla loro opera di donne e uomini impegnati nella ricostruzione morale e materiale del Paese – ha concluso Mattarella – va il pensiero riconoscente del popolo italiano”.

L’attualità di quel lascito
Il messaggio del presidente collega l’esperienza della Consulta alle sfide odierne. In un’Europa segnata da conflitti e tensioni, il richiamo a una dimensione solidale e pacificata assume un valore che va oltre la memoria storica. L’assemblea del 1945, con le sue diversità e la sua capacità di unire forze politiche e sociali differenti, resta per Mattarella un esempio di come sia possibile ricostruire un Paese quando prevalgono il senso di responsabilità e l’unità di intenti.

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