Swinging London addio: i "nuovi poveri" di Londra sono i ricchi di ieri

- di: Redazione
 
La Londra, opulenta e fantasmagorica, secondo l'immagine che si porta da sempre dietro, oggi ha una immagine appannata, come conseguenza di una situazione generale di incertezza dove, tra gli effetti della pandemia e lo strascico infinito della Brexit, molte persone sono state costrette a rivedere i loro modelli di vita quotidiana, pensando che domani potrebbe essere peggiore del presente.
Non è certo un caso, quindi, che mai come in questi mesi i banchi alimentari siano parte della quotidianità per i molti che la crisi ha messo davanti ad una inadeguatezza economica a reggere i ritmi frenetici, ma soprattutto costosi di Londra.

Come si è trasformata Londra negli ultimi anni dal punto di vista socio-economico?

Uno di questi banchi alimentari, in un quartiere esclusivo a ovest di Londra, l'ha scovato la Cnn. Si chiama Dad's House ed è uno dei 2.200 banchi alimentari nel Regno Unito che stanno diventando un necessario approdo per un sempre maggiore numero di britannici che non ce la fanno a permettersi permettersi i beni di prima necessità che prima abbondavano sulle loro tavole.
Il futuro per queste persone, dice Billy McGranaghan, cinquantottenne fondatore di Dad's House, è cupo. E non è certo una previsione esageratamente pessimistica perché la situazione generale che vive la maggioranza dei cittadini del Regno Unito è quella che fa i conti con un imminente inverno all'insegna ancora della pandemia, con i prezzi che crescono, sia quelli dei generi di prima necessità che quelli delle bollette energetiche.
A questo occorre aggiungere che i tagli ai benefici del governo, varati nel corso della pandemia e che sono destinati a essere progressivamente cancellati, stanno sempre di più restringendo i margini economici dei budget familiari, spingendo un numero sempre crescente di persone a rivolgersi alla beneficenza.

I banchi alimentari sono una realtà consolidata in Gran Bretagna. Tra il 2010 e il 2019, il numero di pacchi alimentari di emergenza distribuiti da una di queste organizzazioni, The Trussell Trust, è aumentato del 2,543%, in parte a causa dei tagli al sistema di sicurezza sociale del Paese. Solo che, mentre ieri i banchi alimentari davano assistenza a ben definite categorie e fasce economiche, oggi vedono presentarvisi sempre più professionisti che hanno un lavoro, ma che, con la fine degli aiuti economici governativi varati con la pandemia, sono in enorme difficoltà.

McGranaghan dice che il numero delle persone che si rivolgono a lui da metà settembre è aumentato di circa 70 unità, rispetto alle 300-400 abituali frequentatrici di Dad's House. E, confessa, spesso è una enorme sorpresa vedere in fila persone che, per il loro status economico, pensavi mai potessero fare ricorso ad un banco alimentare. Secondo McGranaghan, tra i frequentatori di Dad's House durante la pandemia ci sono stati insegnanti, grafici e giornalisti, con una tendenza che fa abbassare l'età media, sino ai più giovani.

A rendere problematico il futuro è la valanga di aumenti di prezzi soprattutto energetici che sta per abbattersi sui britannici. Robert Hunninger, proprietario di un altro banco alimentare, I'Humdinger's Soup Kitchen, parla di un aumento esponenziale delle persone che si rivolgono a lui, fino a mille a settimana durante il lockdown. E tra loro ci sono anche insegnanti, giovani professionisti e persino un tennista semiprofessionista.

A meglio definire il quadro della situazione basta dare un'occhiata all'andamento dei prezzi di carburante e cibo. Dall'inizio dell'anno, secondo un recente rapporto di un gruppo energetico, i prezzi all'ingrosso del gas sono aumentati del 423%, con le misure adottate dal regolatore energetico del Regno Unito per attenuarne gli effetti che hanno inciso poco o nulla su questa situazione. L'aumento dei prezzi dell'energia è un problema comune all'Europa, ma a rendere la Gran Bretagna maggiormente esposta alla volatilità dei mercati energetici sono i livelli relativamente bassi di gas immagazzinato.
Un rapporto del 2019 del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite punta il dito contro le politiche economiche del governo, accusato di tagli alla spesa - a discapito di assistenza sanitaria, casa e welfare - che hanno determinato l' ''immiserimento sistematico'' di milioni di persone.

Prima della pandemia, erano 14,5 milioni che vivevano in povertà. Un numero che si prevede possa aumentare man mano che i benefici della pandemia diminuiscono.
Ad aggravare la situazione c'è anche la decisione, presa all'inizio di ottobre da parte del governo, di ridurre il ''credito universale'', un beneficio che riguarda i disoccupati o soggetti a basso reddito, riportandolo al livello pre-pandemia. Cifre non elevate (circa venti sterline alla settimana), ma che a fine anno si tradurranno in una perdita di oltre mille sterline.
Il problema è che ora anche i banchi alimentari devono affrontare un'emergenza, perché di donazioni di cibo ora non ne arrivano in quantità sufficiente perché anche sugli scaffali delle case i prodotti cominciano a scarseggiare.
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