Legambiente, gli affari d'oro delle ecomafie: 8,8 miliardi, 4 illeciti ogni ora

- di: Barbara Bizzarri
 

Il report di Legambiente “Ecomafia 2024. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”, presentato oggi, giovedì 11 luglio, a Roma, a trent’anni dalla prima pubblicazione evidenzia quanto e come le ecomafie in Italia facciano affari d’oro. Nel 2023 crescono i reati ambientali (35.487, +15,6% rispetto al 2022), con una media di 97,2 reati al giorno, 4 ogni ora. Illeciti che si concentrano soprattutto nel Mezzogiorno e in particolare nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa - Campania, Puglia, Sicilia e Calabria - dove si concentra il 43,5% degli illeciti penali, +3,8% rispetto al 2022.

Legambiente, gli affari d'oro delle ecomafie: 8,8 miliardi, 4 illeciti ogni ora

I dati, commenta Legambiente, sono "nel complesso preoccupanti: tra gli illeciti, nella Penisola continua a salire la pressione del ciclo illegale del cemento (13.008 reati, +6,5%), che si conferma sempre al primo posto tra i reati ambientali; ma a preoccupare è soprattutto l’impennata degli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, 9.309, + 66,1% che salgono al secondo posto. Al terzo posto con 6.581 reati la filiera degli illeciti contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti); seguita dagli incendi dolosi, colposi e generici con 3.691 illeciti. Crescono anche i numeri dell’aggressione al patrimonio culturale (642 i furti alle opere d’arte, +58,9% rispetto al 2022) e degli illeciti nelle filiere agroalimentari (45.067 illeciti amministrativi, + 9,1% rispetto al 2022), a cominciare dal caporalato. Sono inoltre 378 i clan mafiosi censiti.

A livello regionale, spiega ancora il Rapporto Ecomafie di Legambiente, la Campania si conferma al primo posto della classifica con più illeciti ambientali, 4.952reati, pari al 14% del totale nazionale, seguita da Sicilia (che sale di una posizione rispetto al 2022, con 3.922 reati, +35%rispetto al 2022), Puglia (scesa al terzo posto, con 3.643illeciti penali, +19,2%) e Calabria (2.912 reati, +31,4%). La Toscana sale dal settimo al quinto posto, seguita dal Lazio. Balza dal quindicesimo al settimo posto la Sardegna. Tra le regioni del Nord, la Lombardia è sempre prima. A livello provinciale, Napoli torna al primo posto, a quota con 1.494reati, seguita da Avellino (in forte crescita con 1.203 reati, pari al +72,9%) e Bari. Roma scende al quarto posto, con 867illeciti penali, seguita da Salerno, Palermo, Foggia e Cosenza. La prima provincia del Nord è quella di Venezia, con 662 reati, che si colloca al nono posto ed entra nella classifica delle prime venti province per illegalità ambientale.

Dall’analisi emerge inoltre che a fruttare di più è il ciclo illegale del cemento con 13.008 reati in crescita del 6,5%. Sulla questione oggi c’è stato un blitz di Goletta Verde lungo le coste laziali per dire ‘No Ecomostri, No Ecomafie’. Al secondo posto “preoccupa il pressing dei reati nel ciclo dei rifiuti” che arrivano a 9.309 in aumento del 66,1%; seguono al terzo posto i reati contro gli animali.

 “I numeri e le storie raccolte nel rapporto – dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – confermano il lavoro importante svolto da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, enti di controllo e magistratura. E dovrebbero sollecitare risposte coerenti ed efficaci da parte di chi ha responsabilità politiche e istituzionali. La lotta all’ecomafia passa mettendo in campi un piano di politiche trasversali contro ecocriminali, dalle politiche industriali a quelle occupazionali, da quelle socio ambientali a quelle culturali. Bisogna ristabilire in Italia e in Campania la giustizia ambientale”. Intanto, continua l’applicazione della legge 68/2015 sugli ecoreati che nel 2023 ha superato la quota 600, anche se registra un lieve calo rispetto all’anno precedente quando era stata contestata 637volte. Un calo dovuto al calo dei controlli, passati da 1.559 a1.405. Il delitto di inquinamento ambientale resta nel 2023 quello più contestato, 111 volte, portando a ben 210 denunce e 21arresti.Altro dato riguarda i comuni commissariati che sono attualmente 19.

Legambiente chiede perciò “al Governo Meloni un impegno serio nella lotta alle ecomafie”. E lancia una serie di proposte “per avvicinare il quadro normativo ai principi sanciti in Costituzione”, tra cui il recepimento della nuova direttiva europea in materia di tutela penale dell’Ambiente, l’introduzione nel Codice penale dei delitti contro le agromafie e dei delitti contro gli animali, dare ai prefetti pieni poteri per la demolizione degli immobili che i Comuni non hanno abbattuto, inasprire le sanzioni contro i reati nel ciclo dei rifiuti, completare l’approvazione dei decreti attuativi del Sistema nazionale di protezione ambientale.

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