Oltre 5 miliardi e 720 milioni di euro. Un miliardo e 600 milioni per la realizzazione dei Giochi e altri 4 miliardi e 120 milioni per le opere connesse (il 68% assorbite da 45 opere stradali per un costo che supera i 2 miliardi e 816 milioni di euro totali). La Lombardia da sola assorbe circa la metà delle opere (il 52%) e dei relativi costi (47%); il Veneto si contraddistingue per ospitare le 13 opere (16% del totale) dal costo complessivamente superiore (il 33%dei costi totali);le opere che si terranno sul territorio della sola Provincia autonoma di Bolzano sono numericamente superiori a quella dell’intero Veneto (14 in Alto Adige, 13 in Veneto). La fotografia di spesa per i XXV Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano Cortina del 2026 è stata scattata da una rete di 20 associazioni nazionali e territoriali in occasione della presentazione a Pieve di Cadore (in piena zona dei Giochi) del report che lancia la campagna “Open Olympics 2026. Vogliamo i Giochi invernali Milano Cortina trasparenti, legali, rendicontabili”.
Legambiente, al via la campagna internazionale di monitoraggio civico OPEN OLYMPICS 2026
“I numeri che presentiamo – dichiara la rete di associazioni – non hanno la pretesa di essere un resoconto puntuale e completo delle opere connesse ai Giochi, altrimenti cadrebbe il senso della richiesta di trasparenza e conoscibilità che rivolgiamo al decisore tramite la petizione Open Olympics, visto che non esiste un elenco unico istituzionale che ci informi su questo. Del resto non spetta a noi, società civile, il compito di fornire un elenco delle opere e del loro costo. In più, molte opere saranno subappaltate, rendendo ancora più difficile il lavoro di reperimento dati. Il nostro scopo del fornire questi dati sta nel far suonare un allarme: stiamo parlando di una mole enorme di risorse e di progettazioni,in grado di cambiare il volto dei territori per come lo conosciamo oggi.” Una preoccupazione che ha fatto eco negli interventi durante la presentazione dell’appello di presidenti e rappresentanti delle venti sigle aderenti, tra cui realtà nazionali come Libera, Legambiente, CIPRA Italia, Mountain Wilderness Italia, CAI centrale. A queste, si uniscono una pluralità di sigle rappresentanti le comunità territoriali e locali: “Sono loro i veri protagonisti di questa richiesta, perché questa è casa loro. Ma i Giochi sono di tutti e chiunque ha il diritto di sapere che cosa sta accadendo”, commenta don Luigi Ciotti, presidente di Libera. “La nostra richiesta non può rimanere inevasa perché abbiamo sia il diritto di sapere come cambiano i territori luogo dei Giochi che la responsabilità di monitorare le opere. Vogliamo avere la certezza di un utilizzo responsabile delle risorse, al fine di valutarne adeguatamente l’impatto sulle nostre vite e sull’ambiente e assicurarci che nessuna di queste risorse si disperda in opacità o inefficienza, scoraggiando qualunque volontà di infiltrazione criminale, di stampo mafioso o corruttivo, e garantendo che vengano evitate spese inutili”, si legge ancora nel report.
Quanto alla trasparenza “spesso risulta estremamente complesso capire dove siano i dati, essendo costretti a giocare a “ping pong” tra portali e siti diversi. Di troppe opere non sappiamo, infine, quando saranno pronte e quale utilizzo avranno anche nel futuro – si legge nell’appello – così come è difficile comprendere chi sono i responsabili di un’opera, spesso anche divisa in lotti, e come i commissariamenti condizionino le regole del gioco”. “Quasi sempre non sappiamo il perché della realizzazione delle opere, in quanto non ammessi al prendere parte alla decisione pubblica, né possiamo effettivamente valutarne l’impatto”, continua l’appello. Da qui la richiesta: “chiediamo un impegno concreto: piena trasparenza sull’evento olimpico e paralimpico e sulle opere connesse”. Il tutto si traduce, secondo i promotori, in un “Portale unico della trasparenza dei Giochi invernali Milano Cortina 2026, che ci metta in grado sia di comprendere, opera per opera e in formati di dato aperti, i passaggi e l’iter delle stesse, le spese relative all’organizzazione e promozione dei Giochi”.
Le 20 sigle rivolgono il forte appello “a tutti i soggetti coinvolti, dal Comitato Olimpico Internazionale al CONI, dalla SIMICO S.p.A ad Anas S.p.A, dalla Fondazione Milano Cortina 2026 al Ministero per lo sport e i giovani del Governo Italiano, dalle Regioni ai diversi enti locali coinvolti”. Forte infine il richiamo ai princìpi guida dei Giochi: “Chiediamo che trasparenza, integrità e lealtà, i massimi valori dello sport per come sanciti nell’“Agenda Olimpica 2020+5”, siano anche le precondizioni alla realizzazione delle opere connesse ai Giochi”. A chiusura dell’evento di Pieve, i promotori rilanciano una nuova iniziativa di monitoraggio civico (realizzato anche un laboratorio pomeridiano dedicato), a prescindere dalla risposta che si otterrà. “Il nostro fine ultimo non è quello di alimentare un generico atto di accusa, ma di garantire la salvaguardia del bene comune”, la chiosa finale.
La rete promotrice della campagna è composta da Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi – CIPRA Italia, Club Alpino Italiano – CAI centrale, Legambiente, WWF Italia, Italia Nostra, Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Italiano – CAI Alto Adige, Società Alpinisti Tridentini – SAT, Alpenverein Südtirol – AVS, Federazione “Heimatpflegeverband Südtirol”, Dachverband für Natur- und Umweltschutz in Südtirol – OVN, Plattform Pro Pustertal – PPP, Protect Our Winters Italia, PFAS.land – Informazione e azione contro i crimini ambientali, Gruppo Promotore Parco delle Marmarole Antelao Sorapiss – oggi Parco del Cadore, Peraltrestrade Dolomiti – Comitato Carnia-Cadore – PAS Dolomiti, Gruppo di Acquisto Solidale “El Ceston”, Associazione culturale Gruppo d’acquisto solidale “Il Tarlo”, Umweltring Pustertal.