Si smuove il lavoro in Italia: crescono occupati e disoccupati

 
Mesi dopo il tremendo shock causato dall'emergenza sanitaria, torna lentamente a muoversi il mercato del lavoro in Italia e stando all'analisi effettuata dall'Istituto Nazionale di Statistica, nel nostro paese va registrata una risalita del numero degli occupati a cui, quasi in maniera beffarda, si accompagna anche una crescita del tasso di disoccupazione.

Questo paradosso è però solo apparente, dato che negli ultimi mesi si può notare l'aumento di persone che hanno trovato una nuova occupazione e anche quello di chi ha ripreso a cercarne una: cala quindi il numero degli inattivi (cioè chi non sta attivamente cercando lavoro) e sale quello dei disoccupati che invece non sono ancora riusciti a rimettersi in carreggiata.

Incredibile a dirsi quindi, la crescita della disoccupazione è quasi da considerarsi un dato che ci riavvicina alla normalità permettendo la ripartenza del mercato del lavoro in Italia. Stando ai dati riportati dall'Istat l'aumento mensile dell'occupazione è arrivato dopo 4 mesi di flessione: crescita dello 0,4% (per un ammontare di circa 85.000 persone) che coinvolge donne e dipendenti (entrambi a +0,8%), tutte le classe di età esclusa la fascia 25-34 anni. In totale il tasso di occupazione arriva al 57,8% salendo quindi di 0,2 punti percentuali.

Come detto, a questo si aggiunge una crescita consistente delle persone che cercano lavoro che si traduce nella diminuzione degli inattivi. Il tasso di disoccupazione secondo l'Istat quindi sale dello 0,5% raggiungendo il 9,7%, i disoccupati salgono del 5,8% per un totale di 134.000 unità. Gli inattivi invece scendono dello 0,6%, col tasso che si ferma al 35,8%.

Dati che vanno comunque rapportati al livello di occupazione che rispetto a febbraio è sceso di circa 500.000 unità anche se stando a quanto dichiarato da Massimiliano Dona dell'Unione Nazionale consumatori "questi numeri sono falsati dal blocco dei licenziamenti, il vincolo della legge blocca i lavoratori permanenti sul lavoro ma appena ci sarà lo sblocco si rischia un'impennata di licenziamenti che causerebbe una carneficina".
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