L'Italia è di nuovo nel mirino della cyberguerra russa. Per il terzo giorno consecutivo, il collettivo di hacker filorussi Noname057(16) sta colpendo il sistema finanziario e l'industria degli armamenti del Paese con attacchi di tipo DDoS (Distributed Denial of Service), mandando in tilt i siti di istituzioni bancarie e aziende strategiche. Tra i bersagli figurano Mediobanca, Nexi, Benelli, Fiocchi e Danieli, oltre a imprese del settore dei trasporti pubblici.
Italia sotto attacco: la guerra ibrida di Mosca colpisce banche e industria bellica
Gli attacchi, di per sé, non compromettono i dati sensibili delle aziende colpite, ma le loro ripercussioni non sono solo tecniche: siamo di fronte a una strategia di destabilizzazione che si inscrive nella più ampia guerra ibrida condotta da Mosca contro i paesi europei, colpendo settori vitali della loro economia.
La strategia della guerra invisibile
Non si tratta di un episodio isolato, ma di un tassello in una guerra non convenzionale che la Russia conduce da tempo attraverso strumenti non militari. L'obiettivo è chiaro: testare la vulnerabilità delle infrastrutture digitali, colpire la fiducia nei sistemi finanziari e paralizzare settori strategici. Un'operazione che rientra nella dottrina Gerasimov, la strategia del Cremlino basata sulla fusione di guerra convenzionale, propaganda, disinformazione e attacchi informatici.
L'Italia, membro della NATO e fornitore di aiuti all'Ucraina, è da tempo nel mirino di queste offensive digitali. Già in passato, gruppi come Killnet e altri collettivi di hacker russi hanno preso di mira siti istituzionali e aziende italiane, nel tentativo di dimostrare la vulnerabilità dell’Occidente e di seminare insicurezza.
Banche e armi: perché questi obiettivi?
Le banche rappresentano il cuore pulsante dell'economia, mentre l'industria degli armamenti è un settore che, in un contesto di guerra come quello ucraino, assume un valore strategico. Attaccare i siti di aziende che producono armi e munizioni, come Benelli e Fiocchi, significa provare a rallentare, almeno simbolicamente, l'apparato produttivo che rifornisce le forze ucraine. Colpire Mediobanca e Nexi, invece, è un segnale all'intero sistema finanziario italiano, in un momento in cui la guerra economica tra Russia e Occidente è sempre più serrata.
La risposta dell'Italia e i limiti della difesa
L'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale è intervenuta per supportare le aziende colpite e ripristinare le funzionalità dei siti attaccati. Ma la domanda resta: l’Italia è davvero pronta a fronteggiare una guerra digitale su vasta scala?
Negli ultimi anni, l'attenzione alla cybersicurezza è aumentata, ma le risorse investite restano insufficienti rispetto alla crescente minaccia. La vulnerabilità del nostro Paese agli attacchi informatici è nota: troppi sistemi critici sono ancora poco protetti, e la consapevolezza del rischio cyber tra le imprese è spesso limitata.
Gli attacchi di questi giorni dimostrano che la guerra non si combatte solo sul campo di battaglia, ma anche nelle reti digitali, nei mercati finanziari e nella percezione della sicurezza nazionale. L’Italia non può più permettersi di sottovalutare la dimensione cibernetica della nuova guerra fredda che si sta giocando in Europa.