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Istat, 2,2 milioni di famiglie in povertà assoluta nel 2023

- di: Barbara Bizzarri
 
Istat, 2,2 milioni di famiglie in povertà assoluta nel 2023

Emergono dati allarmanti dal Report sulla povertà nel 2023 diffuso dall’Istat 2023 che rileva 2,2 milioni di famiglie in condizione di povertà assoluta mentre l’incidenza fra i minori si attesta al 13,8% (quasi 1,3 milioni di bambini e ragazzi, dal 13,4% del 2022), numeri più elevati della serie storica dal 2014, mentre è all’11,8% fra i giovani di 18-34 anni (pari a circa 1 milione 145mila individui, stabile rispetto al 2022); per i 35-64 enni si conferma al 9,4%, anch’esso valore massimo raggiunto dalla serie storica. Sostanzialmente invariata è anche l’incidenza di povertà assoluta fra gli over 65 (6,2%, quasi 887mila persone).

Istat, 2,2 milioni di famiglie in povertà assoluta nel 2023

Nel 2023, oltre 1,7 milioni di stranieri hanno vissuto in povertà assoluta, con un’incidenza individuale pari al 35,1%, oltre quattro volte e mezzo superiore a quella degli italiani (7,4%). Per questi ultimi, rispetto al 2022, si registra una riduzione dei valori dell’incidenza nel Mezzogiorno (10,7% dall’11,4% del 2022). Mentre per le famiglie con almeno uno straniero l’incidenza di povertà assoluta è pari al 30,4%. Si attesta al 35,1% l'incidenza per i nuclei composte esclusivamente da stranieri (interessando oltre 568mila famiglie) ed è il 6,3% per le famiglie di soli italiani.

Secondo il rapporto Istat, l'incidenza della povertà assoluta è più elevata tra le famiglie con un maggior numero di componenti: raggiunge il 20,1% tra quelle con cinque o più membri e l’11,9% tra quelle con quattro. Invariati anche i valori dell’incidenza delle famiglie di tre componenti (8,2%). Il disagio più evidente si osserva nelle famiglie con tre o più figli minori, dove l’incidenza arriva al 21,6%, e più in generale, per le coppie con tre o più figli (18,0%). Anche per le famiglie di altra tipologia, dove spesso coabitano più nuclei familiari e/o membri aggregati, si osservano valori elevati (15,9%), così come per le famiglie monogenitoriali (12,5%).

L’incidenza di povertà assoluta tra le famiglie con persona di riferimento, con almeno 65 anni, assume i valori più contenuti. Mentre il massimo si registra per le famiglie con un anziano (6,8%). Si confermano quindi valori contenuti dell’incidenza all’aumentare dell’età della persona di riferimento: le famiglie più giovani hanno generalmente minori capacità di spesa, perché dispongono di redditi mediamente più bassi e di minori risparmi accumulati nel corso della vita o beni ereditati.

Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori ha commentato: "E' record storico: si tratta di dati drammatici e vergognosi, non degni di un Paese civile. La povertà assoluta, infatti non resta affatto stabile, ma peggiora, raggiungendo un primato sia rispetto alla percentuale delle famiglie in povertà assoluta, l'8,4%, che supera il precedente primato del 2022 quando era 8,3%, sia rispetto al numero di famiglie, 2 milioni e 217mila contro 2 milioni e 187mila del 2022, sia rispetto al numero di individui, 5 milioni e 693mila, che batte il dato del 2022 quando erano 5 milioni e 674", ha aggiunto. "L'unico valore apparentemente stabile è la percentuale di individui poveri, 9,7%, ma solo grazie agli arrotondamenti, visto che nel 2023 è in realtà 9,73% mentre nel 2022 era ferma a 9,69%. Insomma, mai così tanti poveri assoluti nel nostro Paese. Una dimostrazione del fatto che bisogna fare molto di più per aiutare chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, per esempio nella prossima manovra concentrando le risorse su chi ha meno di 28 mila euro, rinviando gli aiuti per quelli che arrivano fino a 40 mila euro che non devono certo attendere l'arrivo dello stipendio per poter andare a fare la spesa", ha specificato Dona.

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