Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi, presentata l'indagine 2023 su risparmio e scelte finanziarie degli italiani

- di: Barbara Bizzarri
 

Malgrado le difficoltà attuali dello scenario economico italiano, l'autonomia reddituale resiste, anche perché, a fronte del ritorno dell’inflazione, le famiglie hanno avuto il buon senso di non vendere tutto per panico e di continuare a risparmiare. Emerge tuttavia chiaramente l’esigenza di maggiore competenza e alfabetizzazione finanziaria, sia per i giovani che per gli adulti, per poter affrontare con consapevolezza il nuovo contesto: ecco alcuni fra i dati più salienti dell'Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2023, presentata oggi da Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi, secondo la quale il 95% delle famiglie italiane dichiara di essere finanziariamente indipendente. Un dato in aumento rispetto al 93% del 2022.

Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi, presentata l'indagine 2023 su risparmio e scelte finanziarie degli italiani

La ricerca ha analizzato l'impatto dell'inflazione subita e attesa sui comportamenti dei risparmiatori e i suoi effetti su redditi, consumi, liquidità, obiettivi, scelte concrete di investimento e di indebitamento, verificando l'adeguatezza dei comportamenti degli investitori dal punto di vista della protezione del reddito e del patrimonio.

Alla presentazione del rapporto hanno presenziato Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa SanpaoloBeppe Facchetti e Giuseppe Russo, rispettivamente, Presidente e Direttore del Centro Einaudi e Umberto Filotto, Docente di Economia presso l’Università di Tor Vergata; Presidente e Coordinatore del Comitato Scientifico della FEduF. Al centro del dibattito, l’inflazione inattesa, che non si verifica nelle stesse condizioni del 2023 da decenni: “L’inflazione, con le sue ripercussioni sulle scelte in materia di risparmi, consumi e investimenti, è la grande protagonista dell’edizione 2023 dell’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani. La sua accelerazione è stata rapida e inattesa: i valori raggiunti nell’ultimo trimestre 2022, superiori al 12%, non si vedevano dai primi anni Ottanta”, ha dichiarato De Felice ad apertura della presentazione.

Le previsioni per il futuro, fanno però sperare in un rallentamento della tendenza inflazionistica, grazie alle azioni delle Banche centrali e alla stabilità dei prezzi delle materie prime. Le previsioni indicano che, nel medio periodo, ci saranno spinte moderatamente inflazionistiche a causa di fattori demografici, deglobalizzazione, transizione energetica e riduzione della capacità produttiva cinese: “Si prevede un tasso medio di inflazione intorno al 2%, e si auspica la fine dei rischi deflattivi”, ha dichiarato Gregorio De Felice.

La ricerca, inoltre, ha messo in luce una certa maturità della popolazione in termini di scelte, nonostante la bassa alfabetizzazione finanziaria. Nel contesto inflazionistico, il 33,5% preferisce liquidità e obbligazioni a tasso fisso, mentre il 35% opta per investimenti immobiliari e altri beni rifugio. La quota delle famiglie che riescono a risparmiare si porta sui valori massimi del pre-pandemia (54,7% vs. 53,5% nel 2022). Sale anche la percentuale media di reddito risparmiata (12,6%, dall'11,5% del 2022). Tra le motivazioni del risparmio, risaltano la casa (30%) e i figli (16%). Solo il 5% degli intervistati dichiara di aver accantonato risorse per far fronte all'aumento dei prezzi. Per un terzo del campione, il risparmio è genericamente precauzionale, cioè senza un'intenzione precisa. Tra gli investimenti finanziari salgono le obbligazioni, che raggiungono il 28% dei portafogli di chi le detiene e assorbono in parte la flessione del risparmio gestito. La Borsa resta per pochi eletti, tanto che vi ha operato negli ultimi 12 mesi solo il 4,2% del campione. Nell'ambito degli investimenti alternativi, dominano l'oro (che interessa il 23% degli intervistati) e i fondi etici ESG (13%).

Malgrado una crescente sensibilità ai rischi, l'86% degli intervistati dichiara di non aver sottoscritto un'assicurazione per coprire le spese mediche, il 68% non ha un'assicurazione vita.

Solo il 38% del campione è in grado di dare una definizione corretta dell'inflazione: oltre un quarto la confonde con il livello dei prezzi; qualcuno con il deprezzamento della valuta; altri con lo scostamento dal target della Banca Centrale Europea. A conferma di questa difficoltà di orientamento, oltre un terzo circa degli intervistati indica la detenzione di liquidità e obbligazioni a tasso fisso tra i comportamenti più idonei da tenere nel caso di inflazione. Il 30% cita invece il mattone; poco più del 10% l'oro e i beni rifugio.

Guardando all'anno che verrà, De Felice ha affermato: “Per il 2024 è prevista una riduzione dei tassi di interesse e un’inflazione che nel corso dell’anno arriverà ad avvicinarsi agli obiettivi delle Banche centrali. Forse in questo momento il mercato si aspetta una riduzione dei tassi un po’ drastica rispetto a quella che potrà essere la realtà dei fatti”. 

"L’andamento dei salari è in aggregato insufficiente nel nostro sistema economico. È stato pubblicato da poco il rapporto INAPP che mostra come l’Italia non sia cresciuta in termini salariali: dal 92 al 2022 la crescita in termini reali è dell’1%; mentre la media OCSE è di +32,5% e molti Paesi hanno fatto ancora meglio. Sicuramente in Italia ci sono problemi strutturali in termini di produttività, ma se osserviamo il periodo più recente la produttività è aumentata nell’ultimo triennio; anche la redditività delle imprese rimane alta e in molti casi sale, mentre i salari in termini reali sono scesi. Questo credo che debba spingere ad una riflessione profonda. È auspicabile, dal punto di vista macroeconomico, un rialzo dei salari che farebbe bene ai consumi e forse interromperebbe anche la fuga dei cervelli o la tendenza delle migliori competenze di voler andare all’estero a lavorare. Le condizioni ci sono, non valgono per tutte le imprese, ma per una buona parte delle imprese c’è questa possibilità e credo debba essere utilizzata", ha concluso lo Chief Economist di Intesa Sanpaolo.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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